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Quando a Castelvetrano nel 1994 si celebrava la "Festa del Principe"

di: Francesco Saverio Calcara - del 2019-05-30

La “Festa del Principe”, che si tenne la sera del 17 settembre 1994, replicata ancora l’anno successivo, fu un grande evento che, forse per la prima volta, tentò il recupero della memoria storica della città di Castelvetrano e segnatamente della dinastia che la governava, quella dei Tagliavia Aragona. Il progetto artistico, curato dal prof. Giovanni Isgrò, con le coreografie di Elvira Biondo, si ispirava all’ingresso trionfale di Giovanni III d’Aragona, di ritorno da Madrid, a Castelvetrano, nel settembre del 1622; grande occasione celebrativa rimasta negli annali della città e raccontata dallo storico Giovan Battista Ferrigno in un suo opuscolo.

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  • Tuttavia, la “Festa” non fu semplicemente una rievocazione storica, ma un tentativo sperimentale, di grandissimo spessore culturale, volto a restituire, attraverso le vesti dell’antico, l’idea di una teatralità aperta e a spazio totale, una sorta di “liturgia” rappresentativa en plein air, alla quale tutta la comunità era chiamata a partecipare.

    Una suggestione che, per altri versi, è stata ripresa e continua ancora oggi ad essere riproposta dal Corteo Storico di Santa Rita e della Nobiltà Castelvetranese. Lo spettacolo prendeva avvio con l'ingresso a cavallo del Principe e dei suoi dignitari lungo l'asse di parata costituito dalla via Vittorio Emanuele fino alla piazza d’Aragona, cuore del centro storico.

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  • Apriva la teatralizzazione della piazza l'esecuzione del Te Deum da parte dell'ordine dei Domenicani seguita dal cerimoniale della consegna dei donativi civici da parte del primo Magistrato della Città. Il Principe assisteva, quindi, dal palco ad una successione ininterrotta di eventi spettacolari: cori di chierici e diaconesse, danze, pantomime, canti dell'antica tradizione siciliana, esibizioni di musici, mascherate con lanci di confetti, secondo il costume della festa urbana di età barocca. Il tutto voleva essere una sintesi delle diverse tipologie di teatralità festiva, arricchita da 'libere' interpretazioni ed invenzioni sceniche pur sempre contestualizzate in un tessuto narrato, ideologicamente motivato e comunque collegato a segmenti della storia e del costume.

    Al di là di qualche inevitabile, e a volte pretestuosa, polemica (si parlò addirittura di “esaltazione della monarchia”!), la Festa del Principe costituì senza dubbio un momento di sprovincializzazione del clima culturale cittadino, una interessante esperienza di “teatro totale” che, pur non avendo avuto, come forse avrebbe meritato, una continuità temporale, costituì certamente un punto di partenza per altre manifestazioni che accompagnarono in quegli anni un oggettivo rilancio della nostra città.

    Per le foto si ringrazia Ino Mangiaracina.

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