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Giochi di carte e curiosità tra storia e tradizione

di: Antonino Di Giovanni - del 2020-02-28

Immagine articolo: Giochi di carte e curiosità tra storia e tradizione

Le carte rappresentano il gioco per eccellenza, trattandosi dello strumento di gioco più diffuso al mondo. Tutti, infatti, abbiamo imparato a giocare a scopa, scala 40, poker o tutti gli altri giochi da fare grazie alle carte.   

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  • Non tutti sanno che le prime testimonianze di carte risalgono infatti al X secolo in Cina ed in India con il ganjifa. Alcuni storici legano l’origine delle carte alla nascita della carta moneta proprio nel continente asiatico, in questa visione il mezzo e la posta in gioco dell’azzardo si fondevano in un unico veicolo; altri storici sostengono invece che le carte derivino direttamente dai tasselli del domino. 

    Le tradizioni Indiane o Cinesi passarono comunque attraverso la Persia fino a giungere alle coste mediorientali dominate dagli arabi che nel medio evo trasformarono le carte in un modello che divenne già molto simile a quello contemporaneo. Storicamente i Mamelucchi che dominavano al tempo le coste settentrionali dell’Africa utilizzavano per scopi ludici un mazzo di circa 52 carte divisi in quattro semi: daràhim (denari), tùmàn (coppe), suyùf (spade), jawkàn (bastoni da polo); ognuno dei quali era formato da 13 carte di cui dieci numerali e tre figure: il re, il vicerè ed il sottodeputato. La carte mamelucche, seguendo i dettami del corano che vietava di ritrarre le persone, riportavano solo disegni astratti, ma avevano comunque una didascalia con il nome degli ufficiali dell’esercito. 

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  • Un mazzo mamelucco completo di 56 carte fu rinvenuto nel 1939 ed è ora conservato nel museo Topkapi Sarayi di Istanbul e sebbene risalente al XV secolo ha permesso l’interpretazione storica di frammenti di carte più antichi datati tra il XII ed il XIII secolo. 

    La storia in Europa

    Le carte in Europa variano molto la struttura e l’aspetto delle carte da gioco iniziando con l’introduzione dei disegni che ne semplificavano notevolmente l’utilizzo. Gli spagnoli cambiarono gli sconosciuti bastoni da polo con i ben più conosciuti randelli; al tempo,  inoltre, si perse l’uso del dieci portando le carte dalle originarie 52 alle locali 48.   

    In origine nei paesi di cultura germanica i semi diventarono cuori, campanelli, ghiande e foglie e si sviluppò una tipologia di mazzo a cinque semi (il quinto sono gli scudi) che raffigura scene di caccia, questa variante destinata a scomparire verrà chiamata “Mazzo Venatorio”. I mazzi venatori erano di solito splendidamente illustrati e utilizzavano semi rappresentanti animali o strumenti di caccia. 

    La Francia cambiò i semi in forme stilizzate probabilmente come derivazione dei semi tedeschi. I semi francesi si estesero anche all'Inghilterra dove i fiori tornano a chiamarsi bastoni (clubs) e i quadri vennero chiamati diamanti (diamonds). 

    Le carte in Italia

    Quasi tutte le carte utilizzate nella tradizione italiana sono formate da 40 pezzi. A distinguere lo stile e il disegno dei 4 semi che le compongono sono una grande varietà di forme e di colori, da nord a sud. Denari, spade, coppe e bastoni vanno da 1 a 7 a cui si aggiungono un cavallo, un fante e un re per ogni seme. 

    Quattro i gruppi principali in cui è possibile farle rientrare. Partendo da nord troviamo scimitarre al posto delle spade e scettri che sostituiscono i bastoni. Particolarmente curati gli assi in cui spesso si riporta un proverbio.   

    Quelle appartenenti al gruppo spagnolo, invece, hanno dei tronchi a simboleggiare i bastoni e delle spade dritte e corte. Al sud sono tra le più usate. Le cosiddette francesi si riconoscono per le figure intere e hanno, come suggerisce il nome, i semi francesi anziché quelli tradizionalmente italiani. Le carte napoletane, invece, sono considerate le carte per antonomasia, quelle che, per intenderci, ciascuno di noi ha avuto almeno una volta tra le mani. La loro diffusione è legata alla nascita della stampa. Per questa ragione, infatti, arrivarono con grande facilità a colonizzare tutti i tavoli da gioco in giro per locande e osterie. 

    Le curiosità sull’asso di picche

    L’asso di picche, rappresenta in alcuni giochi la carta dal valore più alto. Poiché è la prima carta del mazzo la si associa spesso, a concetti come realizzazione e leadership. L’origine di questa carta risale al XVII secolo e con il tempo ha assunto un significato che si connota alla sfera della fortuna. I francesi come gli italiani lo chiamano “piques” o Picche, un’arma composta da una lungo asta di legno e da una lama appuntita, simile ad una lancia. Da notare come in inglese, la parola “spade”, sia usata anche per indicare un tipo di pala, solitamente usata per scavare tombe. Durante la seconda guerra mondiale, la storia dell’asso di picche cominciò a diffondersi tanto che i giapponesi decisero di imprimere l’asso di picche sui loro elmi nelle loro missioni kamikaze.

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