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Io, castelvetranese, medico all'Ospedale di Sciacca: "Loro hanno capito come comportarsi. A CVetrano alcuni strafottenti si credono immuni.."

del 2020-03-17

Immagine articolo: Io, castelvetranese, medico all'Ospedale di Sciacca: "Loro hanno capito come comportarsi. A CVetrano alcuni strafottenti si credono immuni.."

"Ogni giorno, da oltre vent’anni mi reco a Sciacca, città’, nel cui ospedale lavoro, con dedizione, mettendoci il massimo delle mie capacità professionali, maturate dopo anni di esperienza e continuo studio. Devo ammettere, con un pizzico di orgoglio, che considero Sciacca come una città anche mia.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • In questi giorni soffro non poco a vedere il mio ospedale, balzato agli onori negativi della cronaca per i  20 casi di soggetti infetti da Covid-19.

    L’ospedale di Sciacca è stato da sempre un ospedale, che svolge una mole di lavoro notevole nel territorio della Sicilia sud occidentale, data la sua posizione strategica sia per il flusso turistico sia per un interland territoriale notevole, che spesso lo vede dare copertura ed assistenza sanitaria anche ad una buona fetta di popolazione della popolazione più occidentale della provincia di Trapani, essendo l’ospedale stesso al centro nella gestione della rete dell’infarto.

    Svolgendo il personale tutto una mole di lavoro così importante e variegata, di conseguenza dal punto di vista epidemiologico, è più esposto ora più che mai al rischio infettivo da Coronavirus o altro agente infettivo contagioso.

    Le dinamiche che hanno portato a tale contagio sono in atto oggetto di indagine interna e studio epidemiologico, ma in ogni caso noi medici, infermieri e altre figure di supporto ogni giorno siamo sempre sul nostro posto di lavoro, sapendo bene quello che rischiamo.

    Consci che in tutto il territorio siciliano siamo soltanto all’inizio dell’epidemia territoriale e i dati che arrivano da tutto il territorio del centro sud sono affatto confortanti, prepariamoci dunque al peggio, veramente al peggio.

    Le cittàdinanze, e mi riferisco soprattutto a Castelvetrano e Sciacca,  devono  viaggiare  di pari passo, assumendo dei comportamenti conservativi idonei, come se ci trovassimo in un vero e proprio coprifuoco tipico degli  Stati di guerra, perché al di là di tutte illazioni. questo virus non perdona e la mortalità effettiva, dai dati che abbiamo, se la statistica non è un’opinione, a tutt’oggi è di circa il 8-10% della popolazione, e non è affatto paragonabile alla malattia influenzale, come affermato da pseudo-scienziati, perché questo virus è alla scienza, ma soprattutto al nostro sistema immunitario praticamente sconosciuto .

    Abbiamo dunque una sola arma, starcene a casa ed uscire solo per gli approvvigionamenti necessari per i nuclei familiari.

    La città di Sciacca questo lo sta perfettamente capendo mentre purtroppo devo constatare con rammarico che tanti buontemponi a Castelvetrano non l’hanno ancora capito credendosi immuni, con la loro innata strafottenza tipica del castelvetranese ,ad un agente patogeno che facendo i dovuti scongiuri a Castelvetrano arriverà in misura proporzionale alla noncuranza dei cittadini.

    Le dotazioni tecniche  ospedaliere predisposte per una tale urgenza e la ricettività di posti letti , continuamente rimaneggiata al ribasso nei nostri 2 ospedali di Sciacca e Castelvetrano, non basterebbero, malgrado i ripetuti solleciti del personale sanitario di entrambi nosocomi di aggiuntive attrezzature adeguate a fronteggiare la probabile ondata epidemica siciliana.

    In atto purtroppo tali richieste sono state disattese dal governo nazionale, impegnato nel fronteggiare giustamente la catastrofe sanitaria al nord. Non ci resta che difenderci restando a casa, e questo lo raccomando col cuore soprattutto a quei Castelvetranesi  ignavi, nella speranza di poter scongiurare un autentico inferno in Sicilia."

    Dott. Pellerito

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    Effeviauto 6 gennaio 2025