"Quale insegnamento ci lascerà il Coronavirus? Forse ci aiuterà a non ripetere gli errori del passato"
del 2020-04-01
(ph. https://www.alganews.it/)
Riceviamo e pubblichiamo una interessante riflessione di Francesca Mandina sul tema COVID19 tra futuro e speranze: Sospesi in un mondo surreale, viviamo ormai le nostre storie fatte di misure draconiane che stravolgono le nostre vite trasformandole nella trama di un film.
Un film in cui scorrono immagini inedite di una guerra strana, con moltissime persone che muoiono da sole, con tantissime contagiate e con tante altre che vivono svuotate, ansiose, sempre più sole e confinate. Il tema della solitudine riguarda adesso proprio tutti e il fattore che destabilizza di più è la mancanza del contatto fisico, la stretta di mano l'abbraccio, consci che siamo tutti soli e che, alla fine, poi, non siamo così "diversi" .
Questi sono i tempi in cui dobbiamo restare rigorosamente a casa, sfruttando al massimo il potere virtuale e magico della connessione con una chat o una telefonata e, se siamo interconnessi, capiamo che chiunque e in qualsiasi paese del mondo sta provando le nostre stesse paure, le stesse ansie e gli stessi desideri.
Adesso, quanto mai, la tecnologia è una opportunità, i media, la TV sono di grande aiuto, ci fanno compagnia, allontanano i pensieri tristi, riuscendo a riempire il nostro mondo emotivo. Voglio ricordare che, è vero, siamo figli di una società malata, ma tutto questo male è scoppiato, purtroppo, all'improvviso, per cui l'insegnamento che possiamo trarre da questa sorta di "pestilenza" diffusa è che dobbiamo essere più umili.
Gli uomini che finora si sono illusi che non si possa morire di un virus che infetta tutto, pure i cuori, dovranno capire che sono stati oltremodo usurpatori di nostra madre natura. Essa si sta riprendendo ciò che vuole. Tutto ciò che sta accadendo si sente sulla pelle e ci dà un terribile segnale".
Con il Covid-19, si dovrà ripartire dall' "anno zero" poiché tale emergenza in atto, come fu con la peste, forse cambierà la nostra società e la nostra vita. Saremo più umili, meno egoisti e individualisti, da soli non si va da nessuna parte.
Questa tragica situazione porterà sicuramente ad un cambiamento del comportamento delle persone, anche nel concepire la vita, domani tutti a vremo fatta nostra la consapevolezza della malattia, la paura del contagio, la mancanza delle libertà personali, la solitudine.
Capiremo di più e meglio chi è "l'altro", cosa è la relazione umana, come si può sostenere il prossimo, come amare i figli. Come sono futili i beni materiali e come è bello avere la libertà, godere una giornata di sole, di mare, accarezzare la sabbia, passeggiare su una spiaggia selvaggia. Ma in questi tempi di coronavirus la cosa che può incoraggiare è che si sta riscoprendo la grande umanità che mette in campo il nostro Paese.
La reazione della gente, il senso di unità, il puro volontariato, le donazioni ci regaleranno alla fine un paese rinnovatamente umano. Porteremo domani con noi la sofferenza e la tristezza, vero, ma quando ne usciremo saremo migliori di prima. E se in molti, con mano, hanno potuto toccare, nei decenni scorsi, le tragedie della guerra e altre di diversa natura, come le calamità naturali e quant’altro, per gran parte della popolazione globale la situazione attuale costituisce di sicuro un evento straordinario e assolutamente inedito.
Ma, a differenza di altre tragedie, questo male subdolo non conosce confini e sta colpendo ogni continente senza distinzione di religione, di razza. Questo dramma sanitario ci ricorda una cosa giusta, che i confini non sono mai esistiti, che la popolazione globale è tutta sulla stessa barca, al di là di quelle linee immaginarie tracciate su una cartina geografica.
Infatti anche un piccolo paese d'Europa, come l'Albania, può essere d'aiuto, come lo sono adesso molti medici di Cuba, Russia, Cina e migliaia di infermieri italiani, chiamati da una semplice chiamata della Protezione civile.
Nessuno deve voltare le spalle e la solidarietà che l'Albania dimostra è quel grande valore comune che ha fatto nascere l'Unione europea, quello che tanti Paesi dell'Ue devono capire, soprattutto in questo momento tragico. Qui ne usciamo solo se siamo uniti. E questo nostro Stato che sollecita a unire le forze, sta facendo la sua parte comunque, perché sta pensando a dare risorse e sostegno alle famiglie bisognose , intervenendo anche per molte emergenze alimentari verso chi è in condizioni di difficoltà nuova.
Per fortuna si stanno adottando misure di contrasto alla povertà. Quando tutto sarà finito e saremo nel primo anno " dopo Covid-19", non bisognerà però abbassare la guardia sulle cose da fare. Vivremo in un mondo nel quale le possibilità dovranno riaprirsi sapendo reagire, cercando di ripristinare le certezze del passato, ma non commettendo più gli errori fatti. Avverrà la ricostruzione e noi saremo pronti a fare la nostra parte, affrontare i primi anni difficili, certi che nulla sarà più come prima, ma speranzosi del tempo della rinascita della nostra vita.
Da questa tragedia in Italia, con tutti i problemi che ci sono, si rifletterà su una cosa. Ma che stava succedendo nel mondo e a che punto ci stavamo spingendo?
Secondo me il superfluo, che aveva occupato ogni spazio, apparirà per quello che è e perderà senso, come gli egoismi di molti uomini. L' umanità si sveglierà e compirà un processo di riflessione e di forte responsabilizzazione. Mi auguro che questa guerra si possa vincere, che la primavera non tardi ad arrivare e che le giornate non siano più insidiose.
Tutto questo sembra un film...Da girare in fretta!
Francesca Mandina