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Perché il fondo Salvacalcio rischia di uccidere il settore delle scommesse sportive?

di: Luca Beni - del 2020-05-25

Il Presidente della FIGC Gabriele Gravina

In foto: Il Presidente della FIGC Gabriele Gravina

Sono tempi duri, per il mondo dello sport e in particolar modo per il mondo del calcio, appeso com’è alle oscillazioni della politica. Aperture, però, sono avvenute: nella giornata del 19 maggio, il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha garantito che entro il prossimo ventotto maggio si deciderà sulla sorte del calcio italiano. Sarà, comunque, un anno senza precedenti, soprattutto da un punto di vista economico. Il calcio, d’altronde, è la terza industria del Paese e conterà danni conclamati con conseguente riduzione dei propri affari, in proporzione anche peggiore rispetto a quelli già registrati.

Il Governo, a questo proposito, cerca di salvare capre e cavoli. In che modo? Con un apposito fondo per tutto il mondo dello sport, definito a questo proposito “Salvacalcio”. La norma regolatrice, contenuta nel DL Rilancio approvato dal Consiglio dei Ministri, è andata a confermare il prelievo, pari allo 0,50%, sul totale della raccolta delle scommesse sportive, altro settore legato allo sport e in una crisi senza precedenti. Sono compresi, ovviamente, tutti gli sport, anche i virtuali, effettuati in ogni modo e con ogni mezzo, sia via online sia tramite i canali tradizionali.

Necessità di far fronte alla crisi economica che ha travolto tutti i soggetti operanti nel settore dello sport, tra i più penalizzati dalle misure anti-Covid-19. Il “Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale” comprende anche delle risorse trasferibili al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e saranno assegnate all’Ufficio per lo sport che potrà adottare tutte le misure necessarie a sostegno della ripresa del mondo dello sport.

Da quest’anno, fino al prossimo dicembre 2022, il prelievo sarà confermato con una quota pari allo 0,50% del totale della raccolta sulle scommesse. Il versamento per il Fondo dovrà essere necessariamente pari e non inferiore ai 40 milioni di euro per quest’anno. Cinquanta, invece, i milioni da versare per l’anno 2021 e l’anno 2022. “Si potrebbe consumare una Waterloo delle scommesse sportive che, assieme al settore dei casinò online, rappresentano il motore del gioco pubblico in Italia, sia per gli operatori sia soprattutto per l’Erario, i cui danni sono già ingenti per ogni mese di lockdown. E sarà dura riprendersi dopo i due mesi di stop”, è il commento ai nostri microfoni degli analisti di Gaming Report.

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  • L’interesse, per le scommesse sportive, è andato a calare nel tempo. “Il loro bacino si è ridotto notevolmente, - spiega Donnarumma del team di Gaming Report - passando da oltre centomila puntate giornaliere alle due-tremila del periodo di quarantena. Hanno fatto da scudo gli eSports, che si sono presi una buona fetta di mercato, candidandosi a futuro motore del settore quantomeno per la seconda metà del 2020”.

    I dati, estrapolati da Google Trends, in questo senso non sono rincuoranti. Per una regione come la Sicilia, tra le più attive sul fronte scommesse, l’interesse rispetto ad aprile 2019 ha subito un notevole calo.

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