La serie tv "La casa di carta" conquista giovani e meno giovani. Tutto sulla serie più guardata al mondo
di: Piero Ferro - del 2020-04-17
Bentrovati a tutti i cinefili di castelvetranonews, in questo periodo di reclusione forzata ci sono pure io il vostro Piero a tenervi compagnia con il meraviglioso mondo del cinema e sono davvero tante le richieste che arrivano qui in redazione per la mia rubrica "Cinema&Games". Chiedo scusa a tutti quelli che aspettano una mia recensione già da un pò di tempo, prometto di esaudirle tutte, vi chiedo soltanto un pò di pazienza.
Detto ciò andiamo ad esaudire una richiesta che mi fa Francesca da Gibellina, che mi chiede di sapere tutto, ma proprio tutto, su una serie tv che sta avendo uno strepitoso successo mondiale, stiamo parlando della "Casa di carta".
Serie questa che è arrivata alla sua quarta stagione con un’audience mai registrata in altre serie tv, ed una quinta stagione lasciata a metà, che non è stata più girata per colpa della pandemia. Tutto è stato sospeso per evitare la diffusione del virus, ma la produzione informa tutti i fans che si riprenderà a girare le prossime puntate non appena sarà possibile. La casa di carta è una serie guarda caso di origine spagnola e girata nelle sue maggiori città, proprio dove si registrano purtroppo numerosi casi di contagio.
Ma adesso per rispondere a Francesca se vale o no la pena di guardare questa serie, lascio spazio alla trama.
In questa serie si racconta passo passo l'ideazione, e con il procedere delle puntate lo svolgimento, di una mega rapina a i danni, niente poco di meno che, della zecca spagnola.
A capo di quest'idea abbiamo un leader che qui viene chiamato "il professore", spinto a fare ciò per vendicare la morte di suo padre avvenuta a causa di una rapina andata male.
Codesto “professore” però non si accontenta di una rapina qualunque, vuole a tutti i costi realizzare la più grande rapina mai avvenuta in Spagna. Per raggiungere il suo obiettivo "il professore" che fa? Indovinate un pò... recluta un bel gruppo di gente, ben otto elementi per l'esattezza. Per entrare a far parte di questo splendido circolo, bisogna avere delle abilità speciali ed uniche, ma soprattutto non bisogna avere nulla da perdere.
Bene il cervello a capo della banda c'è, il gruppo di folli disposti a tutto pure, allora cosa manca? ci siete arrivati? Ok, ho capito, ve lo dico io, manca un posto in cui riunirsi, una base operativa.
Codesta base operativa viene scelta in piena campagna, si tratta di un normalissimo villino, che passa del tutto inosservato, niente bunker o roba simile perché darebbe sospetto.
Dentro questo villino vengono da subito date delle precise regole di comportamento, pena la morte. Due su tutte, primo tutti nessuno escluso può avere relazioni né di amicizia né sentimentali all'infuori del gruppo e secondo, tutti devono cambiare il proprio nome di battesimo con un nome di una città. I nomi scelti dagli otto in questione sono questi: Tokyo, Berlino, Rio, Nairobi, Helsinki, Oslo, Mosca e Denver.
Adesso manca solo l'uniforme del gruppo per mantenere l'anonimato e il nostro "professore" ha un idea geniale: gli otto elementi indosseranno durante il colpo una tuta rossa e una maschera di Salvador Dalì.
Il colpo ai danni della zecca avviene, ma qualcosa andrà storto e i nostri otto saranno costretti a prendere degli ostaggi e rimanere rinchiusi all'interno con "il professore" a guidarli dall'esterno.
Nel frattempo la polizia non dorme e manda il suo miglior elemento, un esperto o meglio un esperta in rilascio degli ostaggi, una mediatrice, la detective Raquel Murillo. Donna questa tutta d'un pezzo, forte e determinata che ha però alle spalle una situazione familiare disagiata.
Sarà un sfida di cervelli fra lei e "il professore", chi vincerà?
Per saperlo non vi resta che guardare la serie, perché io mi fermo qui!!
E adesso le curiosità:
1) La serie, non doveva chiamarsi "la casa di carta" ma bensì "gli sfrattati", per via delle condizioni di vita di molti dei personaggi.
2) I nomi di alcuni dei personaggi dovevano essere diversi sul copione poi gli attori si sono impuntati e hanno scelto quelli attuali.
3) Il personaggio femminile di Tokyo ha preso ispirazione dal personaggio Mathilda, ragazzina protagonista del film di Luc Besson Léon.
4) l'episodio pilota è stato girato ben 52 volte, per delineare bene i personaggi.
5) Per girare le scene d'azione sono stati assunti dei veri specialisti d'armi e come se non bastasse durante una scena in cui bisognava mettere dei punti su una ferita finta, questi sono stati messi realmente per dare realismo, in scena c'erano dei veri medici però. Quando si dice sacrificio d'attore.
6) E' stato scelto il colore rosso per la serie, è presente praticamente ovunque, per instaurare tensione e ansia nello spettatore.
Detto questo non mi resta che augurarvi buona visione con questa bellissima serie e come sempre lasciate le vostre richieste nei commenti o mandate un e-mail in redazione.
Un abbraccio il vostro Piero.