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Da Gibellina a Bruxelles, tra un dottorato in chimica e una canzone scritta in quarantena. Storia di Alessio Cataldo

del 2020-04-30

Una canzone per raccontare i desideri degli italiani una volta finita la quarantena. A realizzarla il 26enne gibellinese Alessio Cataldo.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Il giovane studente, che si trova attualmente a Bruxelles dove sta svolgendo il dottorato in chimica, ha sempre avuto la passione dello scrivere canzoni ma non ne aveva mai registrata una.

    In questo periodo di quarantena, Alessio ha trovato il tempo e il coraggio per trasformare il suo sogno in realtà con una canzone che ha l’intento di far sorridere al gente.

    Un giorno sui social si è imbattuto in una pagina dove le persone esprimevano i propri desideri, i più banali ma anche i più intensi, per il post-quarantena e ha pensato che sarebbero stati perfetti in una canzone. Ha preso le frasi che lo hanno colpito maggiormente, le ha inserite in una melodia e così è nata “Poi vorrei”.

    La canzone nel giro di due giorni ha raggiunto quasi 2000 visualizzazioni su YouTube e ha ricevuto diversi attestati positivi anche da influencers più o meno famosi.

    Ciao Alessio, da quanto tempo vivi a Bruxelles? Quali sono i tuoi studi?

    Vivo in Belgio dallo scorso ottobre. Sono laureato in chimica e specializzato in chimica organica. Ho fatto la triennale a Palermo, la specialistica a Copenhagen con tesi finale a Sydney. Ora faccio il dottorato a Bruxelles.

    Come è nata l’idea di scrivere questa canzone?

    Un giorno su Instagram mi sono imbattuto nella pagina"poivorrei" dove gli italiani mandano i loro desideri per il post-quarantena. La pagina pubblica le frasi più belle.

    Leggendo i "poi vorrei" delle migliaia di italiani, ho pensato che sarebbero stati perfetti in una canzone e ho deciso di scriverla, così il mio poivorrei è diventato un "poi vorrei farne una canzone".

    Quali sono i desideri più comuni espressi dagli italiani?

    Ce ne sono di tutti i colori, dai desideri veri e propri come voler andare ai concerti, o i più banali come un bacio della buonanotte o stringersi la mano. C’è gente che scherza dicendo che vorrebbe usare google maps, restare bloccato nel traffico, cercare parcheggio per ore, cantare con gli amici in macchina. Poi ci sono i desideri veri: riabbracciare i nonni, tornare a casa dai genitori.

    Come hai realizzato questa canzone? Qualcuno ti ha aiutato?

    Mi sono limitato a copiare e arrangiare in musica alcune delle frasi che ho trovato sulla pagina, ho preso quelle che mi hanno colpito di più.

    La canzone parla proprio dei desideri post-quarantena degli italiani. Poi ho aggiunto un ritornello. La canzone parla di ciò che manca agli italiani, sia le cose positive che le cose negative.

    Nel ritornello ho cercato di dire nel modo più banale che non vediamo l’ora di non aver bisogno delle autocertificazioni e tornare ad abbracciarci.

    Ci scherzo su parlando del tossire per strada come una minaccia e continuo dicendo “potremo tornare a toccarci la faccia”, la cosa più normale al mondo. Chi non vuole grattarsi il naso senza pensare “forse non dovrei?”

    Però penso che il messaggio chiave della canzone stia in una frase: “continueremo a cantare dai balconi”. Le immagini degli italiani che cantano dai balconi hanno fatto il giro del mondo, sono immagini bellissime. Ho cercato di prendere uno degli aspetti positivi e banali di questa situazione e far capire che quello che sta succedendo probabilmente ci insegna qualcosa. Il “continuare a cantare dai balconi” è più un “questo disastro ha portato dei benefici a livello ambientale, nei rapporti umani, nella solidarietà, non perdiamo quel poco che abbiamo guadagnato”.

    Voglio precisare che il fantastico assolo di chitarra che sentite è stato scritto e registrato da un mio amico anche lui gibellinese, Daniele Balsamo. La parte di pianoforte è stata scritta, invece, da un mio cugino, Nicola Dal Bo, che è un pianista professionista. Loro hanno messo la ciliegina sulla torta. Tra le collaborazioni vorrei citarne anche un’altra, mia cugina, Viviana Roppolo, graphic designer che ha fatto la copertina del singolo, da una foto che le avevo inviato.

    Come nasce la tua passione per la musica?

    Scrivo canzoni da quando ho 16 anni, ma non le ho mai registrate. Non sono né un cantante né un grande chitarrista. Sono un ragazzo con un microfono e una chitarra (e qualche buona idea) che, sfruttando questo periodo di quarantena, si è chiuso in camera per ore a registrare canzoni scritte negli anni e nuove, come questa.

    Come stai vivendo questo periodo di emergenza?

    Adesso bene, la mia famiglia sta bene, i miei amici stanno bene. Vedere i numeri dei deceduti fa uno strano effetto. Quasi sembra come se ci fossimo abituati a questi numeri e al bollettino di guerra giornaliero. Per fortuna la quarantena in sé per sé non sta andando male. Se ci pensate 2/3 mesi in casa non sono nemmeno cosi lunghi, meglio esagerare con le precauzioni adesso che dover affrontare una nuova emergenza a causa di troppa leggerezza.

    Com'è la situazione coronavirus in Belgio?

    La situazione coronavirus è un po’ come in Italia. Le statistiche parlano della più alta percentuale di morti in tutta Europa considerando il numero degli abitanti. Anche noi siamo chiusi in casa per il momento e dovrebbero allentare le misure il 4 maggio.

    I tuoi familiari come stanno vivendo questo momento, sapendoti all’estero?

    I miei genitori sono abituati ad avermi in un’altra nazione. Sono sicuro che siano preoccupati per me, ma non me lo faranno mai pesare. Ci sentiamo spesso in videochiamata e stiamo ore a parlare.

    Ha mai pensato di rientrare in Italia?

    Ci avevo pensato, poi ragionandoci su, anche grazie a un po’ di gente fidata, ho capito che la cosa migliore era restare dov’ero. Tornare giù significava entrare in contatto con centinaia o migliaia di persone e rischiare di portare il virus in casa mia. Però ci ho pensato tanto.

    Pensi di ritornare in Sicilia prima o poi?

    Mi piacerebbe tantissimo dire  ”Si, tornero’ in Sicilia”. La verità è che non lo so ma penso proprio di no. Considerando il mio lavoro e la mia carriera, sfortunatamente non vedo molti punti d’incontro con la Sicilia.

    Cosa vuoi fare “da grande”?

    Da quando ho cominciato con l’Università ho sempre pensato di voler fare il professore universitario. Ma per il momento faccio il dottorato, quando finirò si vedrà.

    Sogno nel cassetto?

    Sentire “Poi Vorrei” in radio, e magari vedere gli italiani cantarla dai balconi ahahah.

    Ringraziamo Alessio per l’intervista e vi lasciamo il link di Spotify e quello di YouTube dove potere ascoltare la sua canzone.

    Spotify: https://open.spotify.com/album/3oP9KaO2HD1lWPePaftPH7?si=nhV2AFmiTS-wcdbaB4K15Q

    YouTube: https://youtu.be/Av7O-pfInkg

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