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“Quando nel 1874 nasceva il Museo di CVetrano”. Storia e ricordi di Mirella Cangemi

di: Elio Indelicato - del 2020-07-12

Immagine articolo: “Quando nel 1874 nasceva il Museo di CVetrano”. Storia e ricordi di Mirella Cangemi

Mirella Cangemi, funzionaria in quiescenza del Comune di Castelvetrano dal 1990 al 2012 e responsabile dei beni e delle attività culturali e quindi anche del Museo civico ci racconta la storia dei reperti e i loro trasferimenti prima della collocazione definitiva di essi: ”Il Museo civico di Castelvetrano fu istituito nel 1874 da Giovanni La Croce, illuminato Sindaco della città di Castelvetrano dal 1873 al 1875. Costui, ebbe molto a cuore i beni culturali della città di Castelvetrano, infatti, resosi conto che i numerosi reperti archeologici, provenienti dagli scavi della vicina Selinunte, non potevano più rimanere nei magazzini comunali , ne dispose il trasferimento nei locali dell’ex convento di San Domenico che divenne, così, la prima sede del “ Museo Selinuntino”.

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  • Dal 1874 al 1920 il museo rimase nei locali del convento domenicano, successivamente fu trasferito nei locali della vicina chiesa di San Domenico ove rimase fino al 1960, anno in cui, a causa della precarietà dell’edificio, venne trasferito nei locali di proprietà comunale di piazza Aragona Tagliavia, già piazza Garibaldi.

    "Nel 1980 -precisa Mirella Cangemi- comincia la fase più buia del nostro museo poiché, a seguito di un tentativo di furto, la Soprintendenza ai BB.CC e AA. di Trapani, non ritenendo i locali atti a garantire la sicurezza dei reperti, dispose la chiusura del museo e, nelle more che il Comune allestisse idonei locali, dispose anche il trasferimento dei reperti nei magazzini del Parco archeologico di Selinunte".

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  • Nel marzo 1997, ultimati i locali di via Garibaldi, muniti di tutti i sistemi di sicurezza, il Museo civico torna ad aprire le sue porte per accogliere sia i reperti custoditi nei magazzini del Parco archeologico di Selinunte nonché il famoso Efebo, custodito dal 1968 nel Museo Salinas di Palermo.

    I reperti custoditi nel Museo civico sono più di 800, oltre all’Efebo -che non ha bisogno di presentazioni- e la stadera bizantina, spiccano un grosso cratere su cui sono raffigurate delle scene dionisiache, delle monete di origine selinuntina e siracusana, diversi lekyitoi, delle patere di cui una ombelicata, dei kantaroi, alcuni dei quali di origine etrusca, testimonianza, questi ultimi, delle attività commerciali intrattenute dai selinuntini con gli etruschi.

    Fino a qualche anno fa, per concessione della Soprintendenza di Trapani, legittima proprietaria, è stata esposta nel museo castelvetranese la “lamina plumbea” con incisa la “lex sacra”, restituita, negli anni 90’ dal Paul Getty Museum di New York all’Italia, da qualche tempo trasferita al Baglio di Selinunte.

    Mirella Cangemi

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