• A3 dottor Gianni catalanotto
  • A3 Conad
  • Farmacia Rotolo Castelvetrano
  • A3bis Farmacia Rotolo
  • Pavia Car r2 omaggio fino al 31 dicembre

"Il Covid, il ruolo degli anziani e l'importanza della scuola per la crescita dei giovani". Intervista a Totò Ferri

di: Doriana Margiotta - del 2020-11-18

Immagine articolo: "Il Covid, il ruolo degli anziani e l'importanza della scuola per la crescita dei giovani". Intervista a Totò Ferri

Il professore Marco Trabucchi, ordinario di Neuropsicofarmacologia dell'Università di Tor Vergata e Presidente dell'Associazione italiana di Psicogeriatria, ha definito gli anziani "umiliati e offesi a causa della pandemia."

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Umiliati perché si sono trovati ai margini degli interventi sia nelle case di riposo, sia nelle proprie case e sia in ospedale. Offesi perché fatti sentire un peso per l'organizzazione, e non con il pieno diritto di far parte della cittadinanza e della vita. Le parole di questo medico fanno molto riflettere. La nevrosi da pandemia ha veramente messo in luce la parte peggiore di noi? Abbiamo dimenticato il rispetto e l'amore che si dovrebbero avere per i nostri anziani?

    Mi sono interrogata a lungo su questi quesiti e ho voluto parlarne con un anziano di tutto rispetto, che ha dato un grande contributo non solo culturale ma anche umano alla nostra città. Amato e ricordato soprattutto dai suoi studenti: il Preside Toto' Ferri.

  • h7 immobiliare catalanotto
  • Con lui, ho voluto parlare, principalmente della cosiddetta fragilità degli anziani in piena pandemia, ma non potevo non ricordare insieme a lui la sua esperienza come dirigente scolastico.

    Il quotidiano il "Post" ha pubblicato qualche giorno fa un articolo dove si diceva che alcuni scienziati stanno discutendo sulla possibilità di attuare un lockdown solo per gli anziani. Lei che ne pensa?

    "Io personalmente ritengo di no. Non per un fatto egoistico o personale, tanto è vero che si sta verificando che una quantità enorme di cittadini di età media sta combattendo contro questo virus e purtroppo ci sono stati parecchi decessi anche tra le fasce più giovani. L'affermazione del Presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, anche se poi ha rettificato cercando di salvare il salvabile, è da condannare assolutamente, perché non può minimamente permettersi difare certe affermazioni. Per un anziano il problema non è stare in quarantena, ma l'isolamento protratto nel tempo ha degli effetti molto negativi soprattutto sulla psiche.. Come si fa a togliere ad una persona anziana la possibilità di relazionarsi con gli altri, con i propri familiari, i propri nipoti, o le proprie conoscenze per passare un po' di tempo in compagnia.

    Per me non è fattibile una soluzione così drastica come quella prospettata da questi scienziati.

    Il problema degli assembramenti non riguarda gli anziani, ma i più giovani. E' di pochi giorni fa un servizio giornalistico in cui facevano vedere Mondello presa d'assalto dai palermitani, complice le belle giornate di queste ultime settimane. Questi sono gli atteggiamenti da condannare, perché sono l'esempio lampante della poco senso di responsabilità di un certo genere di persone.

    Il mio pensiero su questo argomento non è dettato da egoismi ma da una visione generale della vita, perché sostengo che la vecchiaia non esiste, è un fatto psicologico, perché ci possono essere giovani che agiscono e ragionano peggio dei vecchi, e ci possono essere degli anziani che ragionano meglio di un giovane."

    Proprio in relazione all'infelice affermazione di Toti, c'e' un passaggio che ha fatto molto discutere, quello in cui dice:"si tratta di persone anziane ormai in pensione, e non sono indispensabili allo sforzo produttivo del Paese". Queste parole per lei quanto sono gravi?

    "Mi auguro che lui abbia solo fatto una battuta, perché é gravemente offensivo. Gli anziani, prima di ogni cosa, devono essere rispettati sia che siano ricchi o che siano poveri, perché la realtà di questo paese è quella che certi uomini che dicono di essere potenti sono portati a rispettare di più i ricchi. Molti esprimono giudizi negativi nei riguardi di Silvio Berlusconi, e io non discuto di questo.

    Ma c'è un aspetto che è importante ricordare, non voglio discutere di tutte le malefatte di cui potrebbe essere colpevole, e non entro nel merito perché non sono un giudice, ma lui ha avuto il grande merito di dare posti di lavoro a centinaia di persone. Ricordo che Berlusconi ha più di 80 anni ed è l'esempio più evidente di produttività. Inoltre è  importante sottolineare che Toti nasce politicamente con Berlusconi, che lo ha aiutato a raggiungere i piani alti della politica. Dall'altra parte uno che non aveva nulla e poi si e' ritrovato ricco, puòmai ricordare il bene ricevuto dagli altri? Secondo me il Governatore e' stato un po' ingrato nei confronti di chi lo ha sostenuto per anni.

    Non voglio fare retorica, ma gli anziani sono la memoria di questo paese e sono stati la forza produttiva per almeno 50 anni. Sicuramente avremmo fatto i nostri sbagli, ma abbiamo contribuito attivamente allo sviluppo economico italiano, dando gli strumenti necessari ai nostri figli per costruire la loro strada."

    Da attento osservatore, secondo lei le misure restrittive che si stanno attuando, sono sufficienti per arginare i numeri della pandemia?

    "Non voglio entrare nel merito perché non sono competente in materia, anche se provengo da un'esperienza pseudo medica, perché sono un farmacista. Per molti anni, a partire dall'età di 20 anni, dopo la morte di mio padre, ho fatto l'informatore scientifico e tra l'altro ho avuto il privilegio, frequentando da interno la facoltà di farmacia, con un grande insegnante di cui ho un ricordo stupendo, di passare ad una delle più grande aziende americane.

    Ricordo che questo mio professore, prima di laurearmi, venne da me e mi disse " To' beddu, li' c'e' il direttore generale di una della più grandi aziende americane e il concessionario di Palermo che vogliono conoscerti, tu hai la possibilità di ascoltare, o di andare a dirigere la farmacia, una volta laureato e abilitato, o di fare un altro anno e completare il ciclo in chimica e rimanere qui con me."

    Io lo ringraziai per la proposta e le prospettive eccellenti di lavoro, ma volevo tornare a fare l'informatore scientifico. Cosa che ho fatto per anni, ma un grande medico amico mio, il dottore Zizzo di Castelvetrano, che andavo a visitare sovente per lavoro, un giorno mi disse "Toto' beddu viri chi chista non è strada chi spunta", e io ebbi la forza di abbandonare quel lavoro ben retribuito, e di tornare sui libri per laurearmi. Mi sono abilitato in scienze naturali, chimica e geografia, feci il concorso pubblico per diventare insegnante e l'11 novembre del 1968 è arrivato il primo incarico.

    Anche se ho una certa conoscenza, non voglio entrare nel merito di una questione delicata come la pandemia, perché sono confuso, ascoltando le varie notizie al telegiornale. A parer mio stanno minando le menti, perché ci sono pareri troppo contrastanti tra i vari virologi, scienziati e accademici che dicono tutto il contrario di tutto, creando solo tanta confusione. Chi mi impedisce di pensare che ci sia un certo protagonismo da parte di qualcuno?"

    Non possiamo non parlare della sua lunga esperienza come Preside all'Istituto Tecnico Commerciale di Castelvetrano.

    "Quando feci i concorsi per diventare preside scelsi tre indirizzi, scuole medie di primo grado, classico-scientifico e tecnico- commerciale. Ho avuto la fortuna di vincerli tutti e tre, ma l'indirizzo a cui tenevo particolarmente era quello tecnico commerciale, perché ho sempre amato le grandi comunità.

    La mia fortuna come preside è sempre stata quella di non considerare i miei alunni soprammobili ma i miei datori di lavoro. Non c'e' alunno che ancora oggi non mi viene a salutare e a parlare con me. Vorrei raccontarle un episodio molto significativo per farle capire quale era il mio rapporto con i ragazzi.

    Avevo finito gli scrutini di una prima commerciale e il criterio che seguivamo era quello di una circolare Misasi che ci dava le linee guida da seguire e che asseriva che la maturazione dell'adolescente delle prime classi e la sua valutazione doveva essere preferibilmente fatta in seconda classe dove c'era una maggiore maturazione e elementi di giudizio più consoni. Io e tutto il corpo docente avevamo sposato in pieno questa direttiva, di conseguenza il 4 e mezzo diventava cinque, il 5 e mezzo diventava sei e via dicendo.

    Si fa lo scrutinio e la stessa sera viene affisso. L'indomani mattina, la signora che badava al ricevimento, viene nel mio ufficio e mi dice che c'e' una alunna che mi vuole parlare, faccio accomodare questa ragazzina che era stata accompagnata dalla madre, che scalpitava. La mia alunna, rivolgendosi alla madre, le disse "mamma tu rimani fuori, perché sono venuta per parlare con il mio preside tranquillamente" .

    In quel momento quella ragazzina ai miei occhi apparve come un gigante. Si é seduta e mia ha detto" Preside lei non ci crederà ma io non meritavo di essere bocciata". Le diedi appuntamento al giorno dopo, riconvocai il consiglio di classe, presi tutti i registri, cosa che non avevo mai fatto, e mi accorsi che ciò che era stato fatto per altri alunni, per errore non era stato fatto a questa ragazza.

    Ripetiamo lo scrutino e lei passò cosìalla classe successiva. Convocai gli insegnati in presidenza il giorno dopo e quando arrivò l'alunna  la feci accomodare al mio posto. Le do' la bella notizia e lei per la gioia salta sulla scrivania, viene verso di me e mi abbraccia e poi fa la stessa cosa con gli insegnanti. E' stata una gioia immensa per quella giovane. Prima di andare via ho voluto chiederle una cosa " Perché il tuo preside ti ha fatto sedere al suo posto". Lei non mi seppe rispondere e gli spiegai il perché. E' la prima volta che mi vergogno di stare seduto in quella sedia".

    Le ho raccontato questo episodio, ma ce ne sarebbero centinaia, perché per me gli alunni, i giovani sono cose preziosissime, e ci si deve preoccupare di comprendere le loro esigenze."

    A causa della pandemia, qual e' lo stato di salute del mondo della scuola.

    "Non invidio i miei colleghi e hanno la mia massima comprensione. Tutto il personale scolastico, dai dirigenti al personale esecutivo. E' una situazione difficile e completamente nuova per la scuola. Fino a qualche anno fa se mi avessero detto di tornare ad insegnare, lo avrei fatto volentieri, ora non lo farei più, perché il covid ha complicato tutto.

    Ai ragazzi quello che manca in assoluto e che la pandemia ha tolto, sono le relazioni umane, che sono formative tanto quelle culturali e scolastiche. Purtroppo anche le differenze sociali saranno ancora più evidenti ed è augurabile che questa situazione finisca il prima possibile per mettere in condizione i ragazzi di tornare sui banchi di scuola.

    A mio parere, la scuola e' essenziale nella crescita personale di un adolescente."

    Spesso si sente dire che gli anziani sono i più fragili e devono essere tutelati. Ma secondo lei avete bisogno di essere veramente tutelati?

    "In un certo qual modo é anche vero, perché l'anziano dal punto di vista psicologico si auto declassa nel tempo e cio' dipende dalle situazioni familiari, da come vive, da come si relaziona. Questa fragilità la ritrovo, io per esempio conduco una vita molto diversa da prima. La mia e' stata una vita fino a poco tempo fa che mi portava sempre a dire "che l'acqua del mare sta ferma ed io mi muovo continuamente" Lei tenga presente che per sei anni ho diretto l'Università della  terza età, realizzando moltissime cose. Al Parco Archeologico di Selinunte, noi di Unitre abbiamo portato più di 2000 mila persone provenienti da tutta la Sicilia e in parte dal resto d'Italia, in occasione del settimo festival dei cori siciliani, un evento unico e straordinario nel suo genere.

    Non vado in depressione perché non fa parte del mio carattere, ma e' evidente che ci sia una profonda tristezza. Il tipo di vita che conduco è all'opposto di quella prima della pandemia e quindi ne soffro."

    Intervistare il Preside Ferri è stato un vero onore. Il modo di raccontare il suo vissuto è un piacere per chi come me è cresciuta con il "mito" di questo preside. Rispettato e amato da tutti i suoi studenti e non. Il suo carisma e la sua eleganza sono due elementi di spicco della sua personalità . Un uomo poliedrico e pieno di passione per la vita.

    Il Preside Ferri è l'esempio lampante di chi sono oggi i nostri anziani. Pieni di vita e ancora in grado di dare molto alla società contemporanea.

    Vuoi essere aggiornato in tempo reale sulle notizie dalla Valle del Belìce? Clicca “Mi piace” su Castelvetranonews.it o seguici su Twitter