Donna deceduta in Ospedale dopo il parto. Nota degli Avvocati delle parti dopo la sentenza della Cassazione
del 2020-11-15
(ph. Foto: gazzettadellavoro.com)
La morte di una giovane mamma, Girolama Leone, presso l'Ospedale di Castelvetrano, all'età di 32 anni, fece scattare un procedimento giudiziario, che si è articolato in tre gradi del giudizio, nei confronti di due ginecologi, all’epoca entrambi in servizio presso l'Ospedale Vittorio Emanuele Il di Castelvetrano, Vito Cuttone ed Aldo Anzalone. La vicenda processuale si è conclusa con l'assoluzione dei due medici castelvetranesi.
Sul tema pubblichiamo la nota inviataci dall'Avvocato Celestino Cardinale (difensore della giovane mamma venuta a mancare) e a seguire anche il documento congiunto di replica degli Avvocati Gianni Caracci, Vito Signorello e Stefano Pellegrino che hanno assunto la difesa dei due medici assolti dalla Cassazione.
"Egregio Direttore, avendo letto l’articolo da Ella pubblicato sul caso dei due ginecologi castelvetranesi (Dr. Anzalone e dr. Cuttone) cui ebbe a rivolgersi la mia assistita sig.ra Girolama Leone, di appena anni 32 (mantenuta in grave stato di ipertensione gestosica dai predetti per parecchie ore prima del parto effettuato presso l’ospedale di Trapani), ritengo che per una completa informazione sia doveroso evidenziare che la cd. superperizia, pur avendo affermato che la condotta omissiva dei due suddetti medici ospedalieri è stata posta in violazione di ogni regola precauzionale e di ogni linea guida scientifica sulla materia e pur avendo i medici predetti dato inizio, con l’acclarata loro grave condotta omissiva, al percorso che ebbe a portare la paziente al decesso per emorragia cerebrale, tuttavia non sarebbe risultato, a dire degli stessi periti super partes, assolutamente certo che, in caso di attivazione dei due, l’emorragia non si sarebbe verificata.
Quindi, considerato il dubbio prospettato dall’esito peritale, ambedue gli imputati sono stati assolti con formula dubitativa.
La detta conclusione peritale, che ancora oggi riteniamo contraddittoria e scientificamente assai discutibile, perché nella sostanza non è stata in grado di fornire alcuna risposta su quella che sarebbe stata la diversa causalità del decesso della sig.ra Leone, rendeva possibile e doveroso il ricorso alla Suprema Corte di Cassazione che, pur a seguito di richiesta di annullamento della sentenza avanzata dal Procuratore Generale di udienza (caso non frequente), ha deciso, pur ritenendo l’ammissibilità del ricorso, di non accoglierlo e di rigettarlo, per motivazioni che ad oggi risultano ignote.
Rimane la consolazione, se così può dirsi, che la decisione di assoluzione del dr. Anzalone ha però tenuto a precisare (a pag. 10 della sentenza di appello) che la condotta del dr. ANZALONE fu imperitamente e negligentemente omissiva perché irrispettosa delle linee guida sul punto; e che pure la decisione di assoluzione del dr. Cuttone ha tenuto a precisare (a pag. 11 della sentenza di appello) che "nonostante i segni ormai chiari di una condizione di severa gestosi gravidica, il dr. CUTTONE incautamente decideva di dimettere la paziente limitandosi a consigliarle il ricovero soltanto la mattina successiva”.
C’è da chiedersi, quindi, se nel caso in esame il dubbio assolutorio possa ammettere con rassicurante tranquilità l’affermazione “non fu malasanità”. (Avv. Celestino Cardinale)
Nota Avv. Vito Signorello, Avv. Gianni Caracci, Avv. Stefano Pellegrino:
"Egregio Direttore, ci sia consentito il diritto di replica in relazione al comunicato in data odierna dell’avv. Celestino Cardinale, parte civile nel processo per omicidio colposo definito con l’assoluzione dei due ginecologi di Castelvetrano, Francesco Vito Cuttone e Cataldo Anzalone, di cui siamo stati difensori.
E’ sufficiente a nostro avviso rimarcare come, prescindendo dalle richieste e dai gravami della Pubblica Accusa, tutti e tre i diversi organi giudiziari investiti del caso, il Tribunale di Marsala, la Corte di Appello di Palermo ed infine la Suprema Corte di Cassazione hanno totalmente escluso, anche sotto il profilo di semplice concausa, ogni e qualsiasi responsabilità dei due noti ed apprezzatissimi Sanitari circa l’avvenuto decesso della signora Leone.
Quanto alla “conclusione peritale” che viene ritenuta “contraddittoria e scientificamente assai discutibile”, è appena il caso di rilevare che essa è stata affidata a due tra i maggiori esperti della materia nell’intero territorio nazionale, ossia la dott.ssa Vincenza Liviero, responsabile del dipartimento di medicina legale della Questura di Roma ed il prof. Domenico Arduini, professore di ostetricia e ginecologia dell'Università di Roma Tor-Vergata.
L’immane tragedia che ha colpito la famiglia della povera vittima, cui umanamente non possiamo che essere vicini, non è pertanto in alcun modo riconducibile (non secondo il nostro ruolo e parere ma secondo le acquisite evidenze scientifiche e giudiziarie) ad alcuna condotta negligente dei nostri assistiti".