Da CVetrano alla laurea al Politecnico di Torino. Falde acquifere e le conseguenze del fiume Modione inquinato. Intervista a Natalia Ferrantello
di: Doriana Margiotta - del 2020-11-16
"Grazie ai miei studi magistrali in Ingegneria dell'ambiente, del territorio e delle infrastrutture al Politecnico di Torino, ho preso consapevolezza della mia passione sul tema della bonifica dei siti contaminati. Entrata a far parte del Gruppo di Ingegneria degli Acquiferi, sotto la guida del professore Sethi, ho partecipato a ricerche innovative per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse idriche sotterranee e nell'ambito della bonifica di acquiferi contaminati" .
Con queste parole e' iniziata la nostra intervista a Natalia Ferrantello, 27 anni di Castelvetrano, che ha intrapreso gli studi universitari a Palermo dove si e' laureata in Ingegneria per l'Ambiente e Territorio e in seguito ha conseguito nel 2018 la laurea specialistica al Politecnico di Torino .
La sua tesi di laurea, nel 2020, ha ricevuto un premio molto prestigioso da parte del Politecnico di Torino e della Regione Piemonte , che hanno voluto premiare il suo elaborato come migliore lavoro di tesi di laurea sulla bonifica di siti inquinanti.
La regione Piemonte e il Politecnico di Torino hanno collaborato per mettere a concorso dei premi di Laurea e di Dottorato in memoria dell'ingegnere Rigatelli. La commissione esaminatrice ha selezionato due vincitori, e il premio di laurea e' stato conferito a te. La commissione ha definito il tuo lavoro " una estesa attività di modellazione numerica e un evidente contributo personale della candidata"
Quale e' stato questo evidente contributo personale?
"Credo che la commissione si riferisca all’intensa attività di scrittura e di concettualizzazione delle equazioni alla base delle simulazioni, grazie alla quale ho potuto sviluppare un software in grado di riprodurre fenomeni attualmente non contemplati da altri software esistenti. La tesi dunque non si è basata sul semplice utilizzo del programma, bensì sullo sviluppo di uno strumento informatico capace di aprire le porte a nuove frontiere nel campo della bonifica dei siti contaminati.
Una tra queste è proprio la capacità di prevedere e riprodurre il comportamento delle particelle colloidali in falda prima dell’intervento in campo."
Quali sono gli strumenti a vostra disposizione per rilevare siti inquinanti?
"Affinché un sito venga definito contaminato è importante effettuare una accurata attività di caratterizzazione dell'area volta ad individuare le possibili sorgenti di contaminazione e le matrici ambientali coinvolte (suolo e acque sotterranee).
La caratterizzazione del sito comincia con la raccolta delle informazioni esistenti e con l’analisi storica delle lavorazioni eseguite nell’area indagata. Individuata la fonte di inquinamento sospetta, viene definito un piano di misure e campionamenti finalizzato ad analizzare la sostanza inquinante, la sua concentrazione, la sua mobilità e le possibili vie di migrazione dalla sorgente di contaminazione al soggetto esposto.
La tipologia di misurazione e l’ubicazione dei punti di campionamento dipendono dalla conoscenza del sito, dalle sue dimensioni, dalla matrice ambientale indagata e dallo stato in cui il contaminante si manifesta. Le tecniche disponibili sono dunque svariate e dipendenti dalle specificità del sito."
Come avviene la bonifica di queste zone?
"Anche in questo caso l’intervento di bonifica non può che essere sito-specifico. In linea generale è possibile distinguere tecniche che trattano la matrice ambientale direttamente sul posto (tecniche in-situ) oppure che estraggono e trattano la matrice in un impianto di trattamento dedicato (tecniche ex-situ).
Un esempio di tecnologia in-situ è l’iniezione nel sottosuolo di sostanze reagenti che degradano il contaminante nel sottosuolo stesso (e qui entra in gioco la mia tesi); un esempio di tecnologia ex-situ consiste invece nell’emungere le acque di falda e trattarle in un impianto apposito avente caratteristiche riconducibili agli impianti di depurazione dei reflui civili.
Le modalità di intervento sono diverse ed in continua evoluzione in accordo ai principi di tutela e sostenibilità ambientale."
Che cos'e' il risanamento ambientale?
"Il risanamento ambientale può essere definito come quel processo di caratterizzazione, identificazione, progettazione e monitoraggio degli interventi tecnologici per il recupero e la tutela della qualità ambientale. Il mantenimento di quest’ultima è fondamentale se si vogliono minimizzare i rischi derivanti dall’esercizio di particolari attività che possono comportare effetti indesiderati su persone o beni naturali."
Qualche giorno fa, grazie all'intervento di Mareamico (clicca qui per leggere il grido d'allarme) e con l'aiuto dei Rangers, è stato effettuato un prelievo di campioni d'acqua per verificare la presenza di inquinamento nel torrente Modione di Selinunte, a causa del malfunzionamento del depuratore e dell'incivilta' di alcuni oleifici che lo usano come discarica. Lei cosa ne pensa?
"Mi fa piacere poter esprimere un parere su un tema così delicato per il nostro territorio. A fronte della denuncia di Mareamico ritengo che l’inquinamento riscontrato nel torrente Modione possa essere imputabile allo sversamento delle acque di vegetazione derivanti dal processo di estrazione dell'olio di oliva nei frantoi oleari.
Tali acque presentano un colore scuro ed un odore molto intenso, tipico della lavorazione delle olive. Sono caratterizzate da una elevata concentrazione di sostanze organiche quali zuccheri, grassi, composti azotati, alcoli ed elementi minerali quali fosforo, potassio, magnesio e calcio, che le rende 100 volte più inquinanti rispetto alle normali acque reflue civili.
Nonostante alcuni studi affermino che l’elevato contenuto organico renda tali acque un ammendante agricolo (il cui spargimento è tuttavia regolamentato da specifica legislazione per via della sua scarsa biodegradabilità - Legge 574/96), il carico organico costituisce una importante fonte di inquinamento se sversato nei corpi idrici superficiali come il fiume Modione.
In questo caso le acque di vegetazione possono generare un incremento del numero di microorganismi, i quali utilizzano gli zuccheri come fonte di energia per la loro crescita cellulare causando squilibri nell’ecosistema come la proliferazione algale ed il consumo di ossigeno nel corpo idrico (fenomeno chiamato eutrofia). La conseguenza è che anche la fauna ittica ne risulta danneggiata."
Come potrebbe avvenire la bonifica di questa area?
Non è semplice intervenire dopo lo sversamento delle acque nel fiume. Servirebbe uno studio più approfondito del processo di inquinamento all’interno del corpo idrico. A mio avviso occorrerebbe comunque prevedere una politica di sensibilizzazione dei cittadini sull’impatto ambientale arrecato dai comportamenti irresponsabili ed effettuare controlli periodici presso le attività di produzione al fine di limitare il più possibile il fenomeno.
Ancora più importante è la costante manutenzione dell’impianto di depurazione, le cui sezioni impiantistiche dovrebbero garantire un adeguato trattamento dei reflui prima del loro scarico in mare".
Ringraziamo Natalia Ferrantello per avere condiviso con noi la grande gioia per un riconoscimento cosi' importante che ha fatto da cornice al suo percorso di studi universitari.
E' fonte di grande orgoglio per tutta la nostra comunita' sapere che una giovane con un curriculum universiatrio cosi' importante, possa nel suo prossimo futuro dare un grande contributo alla salvaguardia dell'ambiente e del territorio.