Ricatti a sfondo sessuale e minacce nei confronti di una donna. Condannato un castelvetranese dal Tribunale di Sciacca
di: Elio Indelicato - del 2020-11-30
Un caso di revenge porn a Castelvetrano. Vittima una donna 50enne di un centro belicino che, stanca dei ricatti, ha denunciato il suo persecutore.
E’ stato condannato dal Tribunale di Sciacca all’esemplare pena di tre anni ed otto mesi di reclusione un imprenditore di Castelvetrano, S.D.G., accusato di tentata estorsione, diffamazione e calunnia nei confronti di una donna con la quale lo stesso aveva avuto, durante un periodo di collaborazione lavorativa, un rapporto sentimentale.
I fatti processuali si riferiscono ad oltre cinque anni fa, quando la donna si recò presso i Carabinieri narrando che il predetto aveva cominciato ad invitarla minacciosamente a rinunciare alle somme che la stessa richiedeva per il saldo dell’attività lavorativa che aveva svolto.
Nell’occasione, lo stesso aveva minacciato la donna dicendo che se andava avanti con le sue richieste avrebbe pubblicato delle foto che la ritraevano nuda.
La donna, che non ha creduto alle minacce, ha deciso ugualmente di procedere ed a quel punto S.D.G. ha pubblicato delle foto osè della stessa creando un falso profilo su un social contenente anche il numero di telefono della vittima.
Le decine e decine di telefonate a sfondo erotico ricevute dalla donna e la scoperta del falso profilo social, le hanno consentito di conoscere il diabolico piano di vendetta dell’uomo, che la stessa a quel punto ha denunciato alle forze dell’ordine.
L’attività di riscontro telematico e l’audizione dei numerosi soggetti che attraverso la piattaforma social hanno contattato la donna hanno quindi indotto la Procura della Repubblica di Sciacca a chiedere il rinvio a giudizio.
Dopo quattro anni di processo, il Tribunale di Sciacca ha emesso la sentenza, riconducendo i fatti alla tipologia del ricatto a sfondo sessuale e condannando l’imputato ad una pena persino più elevata di quella richiesta dal Pubblico Ministero, tre anni ed otto mesi, oltre a 30.000,00 Euro di risarcimento danni.
La donna nel processo si è costituita parte civile ed è stata difesa dall’avvocato Gianni Caracci.
Il fenomeno del revenge porn, purtroppo, ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni, dove gli episodi di vendetta pornografica hanno a volte assunto contorni drammatici che hanno portato anche al suicidio di adolescenti.