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Tommaso De Pietri detto "il Moro"; un emiliano dal carattere meridionale alla guida della Folgore durante la stagione 59/60

di: Salvatore Di Chiara - del 2021-01-27

Immagine articolo: Tommaso De Pietri detto "il Moro"; un emiliano dal carattere meridionale alla guida della Folgore durante la stagione 59/60

La figura dell'allenatore riveste un ruolo centrale, mediatico, lungimirante, virile e di gran comunicatore morale ed umano. Spesso, la sua immagine si scontra col parere discordante dei tifosi, delle società e quei milioni di calciofili presenti nel nostro territorio.

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  • Tra gli allenatori di spicco che, riuscirono a dare un'identità forte, capace, determinata e roboante annoveriamo mister Tommaso De Pietri detto " il Moro". Nella stagione 1959-60, la Folgore presieduta dal consigliere comunale Di Maio, decise di puntare su un emiliano emigrato al sud, alle sue primissime esperienze da tecnico.

    Nato nel 1922 a Carpi (Mo), iniziò la carriera da allenatore e mosse i primi passi in quel di Castelvetrano. Quell'annata, iniziata con delle difficoltà di natura economica, riuscì a regalare delle soddisfazioni interessanti dal punto di vista tecnico, di risultati, di continuità e fece conoscere all'esterno, quell' uomo di gran temperamento. La sua squadra assunse i connotati di una truppa battagliera, afferrando i concetti poco filosofici e molto rudimentali. De Pietri era un uomo schivo ma dal cuore enormemente dolce con i suoi giocatori.

    Nessun atleta si è risparmiato nel tessere le lodi, evidenziando la durezza degli allenamenti e l’utilizzo di mezzi poco ortodossi (l'uso di strumenti di carpenteria, da tirar ai piedi dei calciatori per farli correre velocemente) ma efficienti dal punto di vista atletico. Quella squadra raggiunse picchi di forma fisica imponenti per l'epoca, creando un personaggio che vantava anche dalle indubbie capacità di lettura tecnico-tattica.

    La Folgore giunse quarta al termine di quel torneo di Promozione, guadagnando alcune settimane dopo la terza posizione, dopo la penalità inflitta di ben 27 punti all'Alcamo per illecito sportivo. Una squadra che si arrese al cospetto del forte Mazara, vincitrice dello spareggio col Licata e degli agrigentini stessi. Un torneo chiuso con solo tre sconfitte e macinando punti, vittorie e soddisfazioni. I cugini mazaresi impattarono con due pareggi e soffrirono la compagine rossonera al Vaccara e lo stesso Licata, sconfitto al Paolo Marino per 1-0, vinse con lo stesso risultato in casa all'ultima giornata, con un arbitraggio definito "scandaloso".

    Dal canto suo, mister De Pietri, durante l'annata calcistica, si confrontò spesso amaramente con i tifosi che non accettavano alcune scelte di natura tecnica, mandando sulle furie l'allenatore. Lo stesso bacchettava il pubblico, rispondendo a tono e mostrando gli artigli caratteriali, di colui preparato alla reazione mediatica. Assunse connotati e forme stilisticamente imperfette ma redditizie.

    Il fischiatissimo Ballabeni divenne una delle ali più promettenti del panorama siciliano e Marino, da terzino marcatore si trasformò in attaccante rapido. I suddetti calciatori furono definiti "promesse del calcio". Costruì alla perfezione un attaccante un po' rozzo, tale Giurlando, in una punta dalle doti realizzative straordinarie. Nonostante dovette affrontare una parte di stagione con 13 elementi, per infortuni vari, riuscì a realizzare numerosi exploit e valorizzò alcuni giocatori castelvetranesi come il terzino Pisciotta.

    La carriera di De Petri continuò imperterrita, raggiungendo apici importanti, in quel di Carpi, Sambiase, Vibonese e collaborando come vice di Seghedoni a Taranto, Brescia e poi, nella Spal. Il rapporto paterno instaurato con i calciatori, dava quella sensazione di giustizia morale all'interno di uno sport definito crudele. Riuscì a convincere il presidente del Taranto ad acquistare il talentuoso Jacovone e poi, sappiamo tutti come andò a finire.

    Lo sport è un impegno di enorme sacrificio, ove le idee conformi al proprio pensiero, sconfinano gli orizzonti altrui e nonostante l'obiettivo sia mirato e raggiunto, permane sempre un'incresciosa irrazionalità riflessiva. De Pietri è stato un uomo coraggioso, diligente, frizzante e carismatico. La sua traccia rossonera, diede quella spinta definitiva e definita verso lidi insperati.

    Ringrazio ampiamente l'amministratore della pagina facebook del Sambiase calcio, per essersi confrontato su fonti e conoscenze del personaggio.

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    Effeviauto 6 gennaio 2025