Dal 15 dicembre in tutte le librerie "Futtitìnni...comu finìsci si cunta" il libro di Giuseppe Lodato
del 2021-12-21
C’era un tempo in cui il sole segnava il ritmo delle stagioni e dei loro colori e i contadini ringraziavano il buon Dio e la madre terra del prezioso dono della fatica, sempre premiata. Poi il tempo del sole pian piano è diventato muto. Altri dei guidano la vita umana, l’odore della terra le è estraneo.
Tuttavia come un antico aedo, Giuseppe Lodato, con la sua penna buona e gioiosa, intona il canto dei tempi che furono, di un passato trascorso da non più di qualche generazione, eppure così sfibrato dai repentini mutamenti del nostro presente. Una corsa feroce, a tratti infernale, verso una meta che si allontana ad ogni traguardo raggiunto.
La pandemia recente e il conseguente lockdown hanno rallentato il ritmo e hanno risvegliato la voglia di casa. Una casa apparsa improvvisamente troppo piena di persone e assai vuota di legami.
A Giuseppe Lodato il merito dunque di aver riportato alla memoria del nostro presente inquieto uno spaccato di vita comune a tutti i borghi rurali siciliani fino a sessanta, settanta anni fa. Vita semplice come semplici sono i personaggi che si muovono negli otto racconti o che vengono allusivamente richiamati nei versi.
Non hanno nulla della principesca indolenza dei protagonisti di ben noti romanzi siciliani, e neppure c’è in loro l’ostile e rabbiosa urgenza di rivalsa e la bramosia della roba di molti personaggi verghiani. In loro si potrà scorgere una genuina fiducia nella vita e nei Santi: ogni verso, ogni riga trasudano di quella fede autentica, ai nostri occhi forse un po’ ingenua, a tratti incline alla superstizione, ma che qui viene rappresentata con i tratti sicuri di una devozione che si nutre di rituali e di tradizioni. A volte anche di dolcissimi sapori.
Una sapienza che viene dal cuore e dagli stenti, insomma, che non si piega alle avversità anzi ne ride e va avanti, perché primo o poi “li cosi cancianu”.
Di questa sapienza dunque Giuseppe Lodato si fa cantore e ne fa dono ai suoi lettori, perché assaporino, nella lettura di questo libro, il piacere del ricordo e la terapia del “carpe diem”.
Tutti noi esseri umani da sempre cerchiamo il meglio per noi, aspiriamo alla felicità e alla perfezione e nel frattempo le cerchiamo perdiamo di vista le cose quotidiane. Rimanendo forse e per sempre degli eterni infelici. Scoprendo solo quando il corpo si stancherà di percorrere veloce i suoi soliti passi e il cuore di battere con la solita costanza, che abbiamo solo perso del tempo.
Il futtitìnni che dà il titolo a questo libro è consapevolezza è viaggio verso la vera essenza della vita. È esperienza e saggezza di chi ci ha preceduto è mutare lo sguardo su quella interiorità che, in una società dove ormai si vive di apparenza e di esteriorità, viene spesso tralasciata, è dare il giusto valore ad ogni evento della vita.
E allora che anche solo dei piccoli versi in rima possono regalarci attimi di dolcezza e di riflessione. Solo in un racconto puoi decidere se quel giorno ci sarà sole o pioggia, caldo o freddo, se il protagonista potrà essere o no felice. Solo in delle pagine vuote puoi far incontrare due persone e farle innamorare perdutamente e per sempre. Solo una matita può far guarire una persona e solo una gomma può cancellare anni di ingiustizie e ridare ad un vinto la dignità.
Con la speranza che il libro possa aiutare ad affrontare con più coraggio e leggerezza ogni singola giornata.