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“Sentenza di morte dalla Regione per l’Ospedale di CVetrano dimensionato a ‘Cittadella sanitaria’”. Dura nota del Comitato Orgoglio

del 2022-07-14

Immagine articolo: “Sentenza di morte dalla Regione per l’Ospedale di CVetrano dimensionato a ‘Cittadella sanitaria’”. Dura nota del Comitato Orgoglio

Il Comitato Orgoglio castelvetranese ha espresso la sua disapprovazione nei confronti di un Ospedale depotenziato alla luce del Piano Razza, che lo ha dimensionato a “cittadella sanitaria”, con annessa perdita di importanza e qualità dei servizi offerti agli utenti del belicino.

  • Fratelli Clemente Febbraio 2023 a7
  • Di seguito il testo diramato dal Comitato:

    “Diciamola la verità!
    Una volta e per tutte!

    Razza, Musumeci, Damiani, Zappalà hanno eseguito una sentenza a morte di un intero ospedale di cinque piani di oltre 22.000 metri quadrati, costato ben oltre 75 miliardi di lire, inserito in una cittadella sanitaria di oltre 48.000 metri quadrati, con annessa pista di elisoccorso abilitata al volo notturno, con parcheggio interno e edifici del distretto sanitario dell’Asp di Trapani.

    Ma ciò che è più grave è che lo hanno fatto deliberatamente, con una strategia di annientamento che parte da lontano (2010 chiusura dell’Abele Aiello per carenza di sicurezza) per favorire clientelarmente altre strutture sanitarie costiere tutte DEA, a discapito dell’unico ospedale di base di Castelvetrano nel Belìce, trasformato in carcassa.

    Quello che è ancora più grave è la strategia utilizzata per destabilizzare nel tempo l’ospedale, con la chiusura dei rubinetti vitali, depotenziando a poco a poco i servizi sanitari essenziali, omettendo i riposizionamenti di personale medico e infermieristico anzi, trasferendo maestranze e trincerandosi poi dietro la carenza dei medici, che non partecipano ai rari concorsi dell’Asp.

    Il piano territoriale regionale del 2019, ha sfondato una porta già quasi abbattuta dalla pervicace strategia di silente annientamento e ha condotto l’ospedale di Castelvetrano ad una generalizzata declassificazione dei maggiori reparti da Unità Complesse a Semplici, lasciando Complesse solo Pronto Soccorso, Cardiologia e Medicina (adesso solo con tre medici e oggetto di tardiva denuncia dei sindacati).

    Per tutti gli altri reparti l’Asp, adopera l’uso della eutanasia a favore dei DEA di nuova istituzione che hanno bisogno dei reparti migliori e li strappano a Castelvetrano che non ha politici in paradiso e non riesce a difendere il proprio ospedale, neppure con la via istituzionale dei Sindaci, adesso silenti.

    In fondo, la Direzione strategica dell’Asp è unica e, quindi, appare legittimo trasferire i letti di una ortopedia già segnata da un destino ineluttabile e che reggerà ben poco alle cure di medici, i quali operano un paio di volte a settimana e che presto torneranno alle loro originarie assegnazioni di organico, decretando la definitiva chiusura del reparto (ma di ciò neppure i tardivi sindacati si stanno avvenendo).

    Per non parlare dello scippo più grave e assurdo che è stato perpetrato ai danni del Punto Nascite e del reparto di Pediatria che, per risolvere un asserito problema di sicurezza di altro ospedale, anzichè trasferire a Castelvetrano le partorienti in luogo sicuro –così come era stato disposto-, dopo un’ora si preferisce trasferire un intero piano ospedaliero, le cullette termiche, le attrezzature elettromedicali, i ginecologi, i pediatri, gli infermieri a Mazara.

    Temporaneamente da oltre un anno, da aprile 2021 ad oggi.
    E, nonostante una timida risoluzione della VI^ Commissione regionale Sanità, che ha sollecitato la Giunta Musumeci ad impegnarsi per il potenziamento dell’ospedale di Castelvetrano, il quale si pone geograficamente a servizio dei 100.000 utenti dell’intera sismica Valle del Belìce, si persegue pervicacemente nella devastazione del nostro ospedale.

    L’avranno vinta così Massimo Russo, Nicola Cristaldi, i politici mazaresi di ogni estrazione da Scilla a Cariddi e a tutte le stelle cadenti di origine locale, ma, soprattutto, a Musumeci e ai suoi Assessori Regionali, da Razza a Turano, che si sono spartiti il territorio siciliano.

    L’ultima iniziativa dell’unica realtà, che per oltre quattro anni si è battuta contro questa strategia, è quella della costituzione della Rete dei Comitati per la Salute di Sicilia, alla quale il Comitato civico Orgoglio Castelvetranese Belicino ha partecipato e contribuito a vitalizzare.

    Nel silenzio assordante della politica locale e, da oltre un anno, di tutti i Sindaci della Valle del Belìce, la cui via istituzionale per la tutela del diritto alla salute dei propri cittadini, si è infranta sinora in un totale e ingiustificabile fallimento, forse voluto a bella posta da chi, nelle prossime elezioni Regionali, spera improvvisamente di ergersi a salvatore della sanità nel Belìce e, così, raggranellare qualche voto.

    Questa è la cruda realtà, la vera storia della deliberata distruzione di un intero ospedale che non interessa a nessuno e, anzi, che viene tollerata perché si erge in un territorio ad altissima densità mafiosa, per aver dato i natali al delinquente latitante Messina Denaro e che, proprio per colpa di un sol uomo, val la pena di criminalizzare un’intera comunità che non merita per questo alcun rispetto.”

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