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Diga Delia tra siccità, alghe rosse e la protesta del settore agricolo

di: Salvatore Di Chiara,Enzo Napoli - del 2022-09-13

Immagine articolo: Diga Delia tra siccità, alghe rosse e la protesta del settore agricolo

Sono mesi caldi (nel vero senso della parola) per quanto riguarda la diga Delia-Novinelli. È in atto una campagna denigratoria nei confronti della suddetta e tra progetti passati, presenti e lavori ancora non iniziati, incombe una situazione insostenibile che ha portato ad una vivace protesta del settore agricolo, il quale si rifugia dietro l’utilizzo delle acque provenienti dalla diga stessa.

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  • Un caldo atroce ha accompagnato un’intensa passeggiata sulle sponde del bacino per vivere personalmente un’immagine abbastanza negativa e alquanto spiacevole. La desertificazione del luogo è vistosa e la siccità ha ritirato le acque, concentrandole su un versante. Dell’intero indotto è rimasta una parte che, nel giro di pochi mesi e fino a quando i lavori non inizieranno, porterà all’essiccazione totale del bacino.

    La pulizia delle dighe e, quindi, la manutenzione straordinaria, è un dovere che mette a tacere ogni singola protesta. I bacini hanno una durata di circa di 60 anni (tranne per motivi particolari) e la nostra, una volta terminati i lavori nel 1959, dopo 63 anni non ha ricevuto alcun intervento che le permetta di migliorare il deflusso delle acque, nonché una crescita della rete irrigua della conca del fiume Delia, alimentata dalla diga stessa.

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  • Dal mese di aprile di quest’anno, sono stati riversati milioni di metri cubi di acqua in mare. Il progetto di messa in sicurezza è stato firmato e deliberato appena il 2 marzo (dell’importo pari a circa euro 10.300.000,00) e in attesa di un’estate abbastanza impegnativa ed un periodo di siccità, forse, l’acqua poteva essere sfruttata diversamente.

    Nel ricordo delle battaglie di Danilo Dolci che lottò aspramente pur di vedere la bonifica del territorio e la costruzione della diga, la scelta ha destato molte perplessità. Nell’autenticità fornita dal possibile intervento, bisogna ricordare e menzionare alcuni dati importanti: la diga a regime - fornisce circa 6mila vigneti con un fabbisogno idrico annuo di circa 6 milioni di metri cubi di acqua.

    L’intera diga può contenere circa 18 milioni di metri cubi di acqua che, stante i dati in possesso, potrebbe essere ridotta a breve a 3 milioni. È calcolato in circa il 20% la stima di perdita della produzione di uva, che comporterebbe ulteriori danni a quelli già presenti da tempo (costi di varia natura). Perché non è stata sfruttata l’acqua a dovere sapendo d’incorrere in un periodo di notevole assenza di piogge? Poi, i lavori che dureranno abbastanza, per quale motivo non sono ancora iniziati?

    Nel 2021 erano stati (già) pagati alcuni interventi per il riefficientamento del fiume Delia a valle della diga Trinità, per un tratto di estensione pari a circa 15 km. Una cifra irrilevante rispetto alla spesa esosa che andrà a rimpinguare e, speriamo, migliorare le condizioni della diga. Il nostro è stato un cammino di rilevanza fotografica, unito a tanti pensieri e riflessioni sull’attuale situazione e in merito anche al problema legato alla fauna presente.

    Negli anni Ottanta fu introdotta la pesca della Trota Fario (Salmo Trutta). È riconoscibile per la presenza di una piccola pinna dorsale in prossimità della coda. Oltre ad alcune varietà di pesci, la fauna è costituita anche da insetti e uccelli di diversa tipologia, che perderebbero uno dei luoghi di massima concentrazione ambientale della provincia.

    La presenza delle alghe rosse è un altro particolare da non sottovalutare per le caratteristiche bio-costruttive (scogliere organogene). Un dato di non poco conto che, ad oggi, non ha destato l’interesse delle associazioni ambientali e animaliste. 

    In attesa di eventuali sviluppi, resta il rammarico di una situazione impietosa. Una cartolina sbiadita che mette in cattiva luce la gestione delle dighe siciliane, con una diatriba (con omissione di colpe) tra la Regione Sicilia e lo Stato centrale.

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