Domenica la beatificazione di Artemide Zatti, una vita al servizio del prossimo
di: Luigi Simanella - del 2022-10-11
Domenica Papa Francesco ha canonizzato il beato, ormai santo, Artemide Zatti. La cerimonia si è svolta in piazza S. Pietro, dopo la celebrazione della Santa Messa. Zatti era nato a Boretto (Reggio Emilia), il 12 ottobre 1880. Aveva soltanto 17 anni quando, a causa delle precarie condizioni economiche della propria famiglia, fu costretto a emigrare. Si trasferirono a Bahìa Blanca in Argentina, dove il giovane Artemide cominciò a frequentare la famiglia salesiana, educatori del cuore.
Fu per assistere uno di essi, ammalato di TBC, che contrasse anch’egli la malattia. Padre Evasio Garrone, consapevole del fatto che non c’era alcuna possibilità di guarigione per il giovane Zatti, lo convinse a pregare con tanta fede la Madonna. Gli fece promettere che, se Maria Ausiliatrice avesse intercesso per lui al Padre, egli una volta guarito avrebbe aiutato a guarire, per tutta la sua vita, tanti altri ammalati
Artemide ascoltò le parole di Padre Evasio e le mise in pratica: “Credetti, promisi, guarii”, ebbe a dire. Da lì a poco, guarì miracolosamente. Studiò e divenne un esperto infermiere. Nell’anno 1913, a seguito della morte di Padre Garrone, si trovò a codirigere e amministrare l’ospedale di Bahìa Blanca che ben presto, divenne la “Locanda del Padre”. Grazie alla sua opera medica, ma specialmente umanitaria, si rivolsero a lui ammalati provenienti da ogni parte. Lo preferivano ai medici, poiché era ritenuto un santo per il modo in cui curava e amava i suoi sfortunati fratelli, nei cui volti vedeva costantemente “Gesù stesso negli orfani, negli ammalati e negli indigeni”.
Per tutta la sua vita mise in atto il motto ch’era di Don Bosco, “lavoro e temperanza”. I medici dell’ospedale, alcuni convertitisi dopo aver visto com’egli si porgeva verso il prossimo, “il parente di tutti i poveri”, lo riconoscevano come vero uomo di Dio. Nell’anno 1950 Zatti, a causa di un’accidentale caduta da una scala, scoprì d’essere ammalato di cancro. Questa volta il Padre Eterno aveva deciso che la sua missione poteva concludersi lì
Artemide morì a Viedma, in Argentina, il 15 marzo 1951, dove riposa nella locale chiesa di San Giovanni Bosco. Un’intera popolazione, più che commossa, fu presente ai funerali di quell’uomo da essi considerato santo. Fu Papa Giovanni Paolo II che lo elevò agli onori dell’altare beatificandolo, in piazza San Pietro, il 14 aprile 2002.
Per la beatificazione fu necessario riconoscergli un miracolo: quello d’aver guarito, per sua intercessione, un giovane salesiano da una gravissima malattia che lo avrebbe portato certamente alla morte. Ho avuto l’opportunità, insieme a mia moglie, d’essere presente a un incontro che si è svolto ieri presso l’aula Paolo VI o Aula Nervi del Vaticano. Erano presenti migliaia di pellegrini, della grande famiglia dei Salesiani di Don Bosco, giunti da ogni parte del mondo
La magnificenza dell’aula che ci ospitava, la moltitudine di persone multietniche, l’atmosfera altamente religiosa che si respirava, rimarranno certamente come un ricordo indelebile nella mia memoria. Oltretutto la cerimonia è stata impreziosita dalla presenza di Papa Francesco. Egli, dopo avere raccontato della sua esperienza diretta (essendo argentino) con il beato e avere abbracciato il miracolato per intercessione di Zatti, presente sul palco, ha voluto ringraziare e omaggiare tutti gli intervenuti attraversando (s’una sedia a rotelle) un corridoio che divideva l’aula in due parti.