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Il rebus sul futuro del reddito di cittadinanza tra possibili modifiche, polemiche e un futuro incerto

di: Rosalia Elena Mazzola - del 2022-11-17

Immagine articolo: Il rebus sul futuro del reddito di cittadinanza tra possibili modifiche, polemiche e un futuro incerto

Già dalla campagna elettorale il tema del reddito di cittadinanza è stato al centro del dibattito, tra favorevoli e contrari, con il centrodestra molto critico verso le precedenti scelte del Movimento 5 stelle. Ma qual è la scelta più giusta? La salvezza dell’Italia risiede nel reddito di cittadinanza? Il vero problema risiede nel reddito di cittadinanza? O in chi ne approfitta per arrotondare i propri soldi grazie a stratagemmi? Oppure, risiede nel salario sempre troppo altro di qualcuno al potere?

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  • Ad ogni modo Fratelli d'Italia e Lega sono i partiti a cui pare interessare maggiormente l’argomento. Giorgia Meloni non si era nascosta dal pronunciarsi dubbiosa nei confronti del reddito di cittadinanza, indicando l'obiettivo di separare la parte “assistenziale", ossia il sussidio economico per chi è impossibilitato a lavorare, da quella di politica attiva ovvero i soggetti che hanno la possibilità di lavora ed essere inseriti nel mondo del lavoro e usufruiscono del sussidio.

    Le ipotesi su quello che accadrà al reddito di cittadinanza sono numerose: la perdita del sussidio dopo il primo rifiuto di un'offerta di lavoro congrua; attualmente al secondo rifiuto il sussidio viene revocato. O ancora, si potrebbe incorrere in altri strumenti di sostegno per chi può essere inserito nel mondo del lavoro piuttosto che usufruire del reddito stesso.

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  • Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari (Fratelli d'Italia), vicino a Giorgia Meloni, ha ipotizzato che le novità su chi otterrà il reddito oppure no, riguarderanno solo i soggetti tra i 18 e i 59 anni, senza minori a carico, e in grado di lavorare; perché questi potrebbero perdere in parte o del tutto il sussidio legato al reddito di cittadinanza.

    Nelle ultime notizie non pare esserci invece nessuna novità "per gli invalidi, per chi è in difficoltà, chi ha minori a carico senza avere adeguati mezzi di sostentamento”, a cui forse il sussidio rimarrà invariato, pur possibilmente cambiandone il nome. Più che altro pare, che le nuove modifiche non varranno per tutti, quanto invece per categorie. Il sottosegretario continuando nel discorso ha ammesso che, "chi non può lavorare non può essere trattato come chi può.

    Chi non può lavorare va tutelato anche di più oggi. Chi può lavorare va incentivato.”  Invece, il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, ha aggiunto che l’obbiettivo sarebbe quello di spingere i soggetti che usufruiscono del reddito a "cercare e trovare assieme allo Stato un lavoro", ha detto il leghista. Un’altra ipotesi, da poco in circolazione, sulle dinamiche del reddito di cittadinanza prevede che dopo i primi 18 mesi di reddito, si possa continuare a percepirlo con tagli progressivi nel tempo fino ad altri due anni e mezzo, con il metodo décalage.

    Secondo il nuovo schema proposto dalla Lega, invece dopo 18 mesi senza lavoro il soggetto che percepisce il sostegno vedrà sospendersi il sussidio per essere inserito in un percorso di politiche attive del lavoro, come corsi di formazione adatti per l’inserimento in delle aziende e nel lavoro.

    Anche Ignazio La Russa pochi giorni dopo la vittoria alle elezioni politiche del 25 settembre del partito a cui è legato, aveva annunciato, “noi immaginiamo di abolire questa legge e di ricostruire in forma diversa il rapporto con chi ha bisogno.” D’altra parte, la Caritas e altre associazioni hanno messo in evidenza come i requisiti del reddito di cittadinanza dovrebbero subire delle modifiche: perché i requisiti che vengono chiesti per ottenerlo lasciano fuori troppi cittadini stranieri altrettanto bisognosi; inoltre, le famiglie con tanti figli sembrano evidentemente penalizzate, perché mentre un single percepirebbe in media una somma più o meno adeguata al mese, una famiglia di cinque persone non percepisce neanche il doppio della somma che viene data ai single; e ancora il Sud pare meno penalizzato rispetto al Nord, perché il costo della vita lì è più elevato.

    Quindi, in un quadro del genere, anche solo parlare di abolizione del reddito di cittadinanza sembra proprio un azzardo. «Pensare alla rimodulazione del Reddito di cittadinanza in questo particolare periodo di incertezza e crisi economica rischiando di gettare definitamente sul lastrico milioni di italiani è un rischio che l’Italia non può permettersi”, ha ammesso Massimo Misiti, coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle.

    Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha deciso di sottolineare che uno dei maggiori motivi per cui chi usufruisce del reddito non accetta le offerte di lavoro sia: il salario minimo e le ore eccessive di servizio; sottolineando l’importanza di nuove formazioni e riqualificazione lavorative per incentivare al lavoro, soprattutto in questo periodo dove prevale l’idea che la disoccupazione sia una scelta soggettiva.

    Non da poco importante è il meccanismo illecito costruito dietro il reddito di cittadinanza, dove pur di percepirlo ci si ingegna in numerosi modi e menzogne, forse proprio per la vera mancanza di uno strumento di sostegno universalistico alla povertà.

    Durante il Covid, se non ci fosse stato il sussidio del reddito di cittadinanza probabilmente la crisi sociale si sarebbe manifestata con più forza e sicuramente con cause maggiormente drastiche.

    "Per milioni di persone, senza il reddito di cittadinanza rimarrebbe solo la Caritas...", ha ricordato il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico. In conclusione, pare non ci sia una scelta sicura sul da farsi, anche perché il reddito di cittadinanza non è un reddito universale, non è un sussidio di disoccupazione né uno strumento individuale o familiare, bisogna prima provare a delineare di cosa si tratti prima di poterlo modificare. Quindi ancora nessuna modifica nell’immediato può essere fatta, per delle sicure novità in vista bisognerà aspettare il 2023 in avanti. Cosa succederà dal 1º gennaio 2023?

    Per ora non si può dire con certezza quanto più per ipotesi. Di certo pare esserci la sicurezza che il presidente Meloni non cancellerà "di netto" il sussidio ma, come già annunciato applicherà delle modifiche.

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