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Pompeo attacca il commissario dell'ATO Belice Nicola Lisma: " Dopo la pronuncia della Regione farebbe bene a dimettersi"

del 2011-11-30

Il commissario dell'Ato Belice Ambiente Nicola Lisma

In foto: Il commissario dell'Ato Belice Ambiente Nicola Lisma (ph. Foto: portalestoria.net)

Il sindaco della città  di Castelvetrano, Dr. Gianni Pompeo, ha ricevuto la nota del Dipartimento Regionale dell’acqua e dei rifiuti, contenente la notifica del parere dell’Ufficio Legislativo e  Legale della regione Siciliana, in merito all’incompatibilità del liquidatore dell’Ato Belice Ambiente, Nicola Lisma  nomina che era stata contestata dal primo cittadino sin dall’inizio in considerazione delle norme che vietano a chi ha ricoperto negli ultimi due anni un ruolo di assessore, la possibilità assumere tale ruolo.

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  • “Ora che la Regione s’è pronunciata in maniera chiara, Lisma farebbe bene a dimettersi evitando così l’imbarazzo ai sindaci che dovranno revocargli l’incarico-afferma il sindaco- dopo che il dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti gli ha notificato  il parere legale dell’ufficio legislativo e legale sull’incompatibilità di Lisma.

    Secondo quanto si legge nel parere non ci sono più dubbi - spiega Pompeo - Lisma non poteva essere nominato commissario liquidatore dell’Ato Tp2. E se l’incertezza c’era in una prima fase sul dubbio recepimento in Sicilia del Dpr 168 dell’ottobre 2010 (quello che chiariva l’incompatibilità nella gestione dei servizi pubblici locali, con riferimento ad una norma comunitaria), dall’agosto di quest’anno - con la manovra finanziaria del governo Berlusconi - quell’incompatibilità è stata nuovamente introdotta. Ora finalmente chiarita dall’ufficio legale della Regione”. A sollevare la questione ed interessare proprio l’ufficio legale di palazzo d’Orleans era stato il sindaco di Castelvetrano Gianni Pompeo che chiese, prima dell’estate, un parere sull’incompatibilità di Lisma che, negli ultimi due anni prima di approdare alla società a partecipazione pubblica, aveva ricoperto l’incarico di assessore provinciale (e la Provincia è socio al 10% all’interno della “Belice Ambiente Spa”. Poi fu eletto amministratore unico dell’Ato Tp2 e, poi, commissario liquidatore della stessa società. In tutte due le votazioni Pompeo votò contro ma chiese, prima della votazione, pure un rinvio della seduta proprio per approfondire la questione in quella sede. Ma il sindaco di Mazara del Vallo e il rappresentante della Provincia, vollero votare non accettando il rinvio. A fare scrivere ora agli avvocati Paolo Chiapparrone e Romeo Palma che “è avviso dello scrivente che le condizioni di incompatibilità che inibiscono l’assunzione dell’incarico di amministratore trovino giustificazione e debbano valere anche per tale soggetto” (riferendosi a Lisma) è anche l’art. 19 della legge regionale 9 del 2010, quella che pone in liquidazione gli Ato e detta le regole per la costituzione delle Srr provinciali. Proprio quell’articolo “attribuisce al liquidatore - scrivono i due avvocati - non solo attribuzioni meramente contabili ma anche compiti di gestione per la fase transitoria”. “E in una società come la nostra con una gestione “in house” - spiega Pompeo - Lisma ha svolto, e svolge ancora tutt’ora, compiti di gestione del servizio e non solo quelli di liquidatore”. Nella missiva ricevuta da Pompeo, il dirigente del dipartimento Vincenzo Emanuele chiarisce pure che decorso infruttuosamente il termine di 10 giorni dalla ricezione della lettera, il dipartimento dovrà attivare i poteri di controllo e/o sostitutivi”. E Pompeo conclude: “Quando sollevai la questione ci furono colleghi sindaci, anche di maggioranza, che mi tirarono le pietre addosso, facendo scivolare, maldestramente, la questione sul piano dello scontro politico. Ora, dopo mesi, un ufficio terzo ed autorevole quale quello legale della Regione, si è espresso in maniera del tutto chiara sull’incompatibilità, sancendo di fatto che Lisma dall’agosto scorso non sarebbe più dovuto rimanere seduto in quella poltrona.

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  • Mi auguro - conclude Pompeo - che non ci sia qualcuno pronto a dribblare le leggi dello Stato e non riconoscere un parere così chiaro.

    Del resto, alla luce di questo parere, gli atti compiuti dal liquidatore incompatibile sono nulli e questa circostanza potrebbe creare non pochi problemi sia alla società che agli enti soci”.

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