Le venne revocato il RdC per non aver comunicato i domiciliari del figlio, dopo quattro anni ottiene giustizia una 44enne partannese
di: Redazione - del 2025-03-24

Le era stato revocato il reddito di cittadinanza perché non aveva comunicato all'INPS che il figlio era stato arrestato. A quel punto l'INPS aveva prima sospeso e poi revocato il beneficio e trasmesso gli atti alla Procura di Marsala per procedere, anche penalmente nei confronti di A.S., 44enne di Partanna, difesa dall'Avv. Gianni Caracci, che si è trovata improvvisamente con un procedimento a suo carico e senza più reddito di cittadinanza a dovere sbarcare il lunario.

Ci sono voluti quattro anni di processo, ma alla fine il Tribunale (giudice Dott. Francesco Parrinello) ha accolto l'interpretazione secondo cui il semplice arresto non è sufficiente a determinare l'obbligo del titolare del reddito di cittadinanza di effettuare la comunicazione all'INPS, essendo invece necessario che, convalidato l'arresto, ne consegua uno stato di detenzione vero e proprio.
Nel caso di specie, il figlio di A.S. era rimasto per tre giorni agli arresti domiciliari perché trovato in possesso di stupefacenti ma nel momento in cui si era svolta l'udienza di convalida dell'arresto il giudice ne aveva ordinato la liberazione applicando il solo obbligo di dimora a Partanna. Una situazione dunque, cui il tribunale ha aderito, non sussisteva nessun obbligo di comunicazione all'INPS che poteva scattare soltanto nel caso di restrizione della libertà personale ordinata dal giudice con un'ordinanza cautelare e non, semplicemente e provvisoriamente, dalla polizia giudiziaria e dal pubblico ministero.
Ovviamente la donna, a lungo privata del reddito di cittadinanza, si appresta a richiedere all'INPS l'erogazione di tutte le somme che una errata interpretazione della legge le ha impedito di riscuotere.
