Il Belvedere del Parco Marcita-Trinità, il più bel panorama al mondo
di: Salvatore Di Chiara - del 2025-04-01

“Il più bel promontorio al mondo”. Il 13 aprile del 1787, il poeta e scrittore tedesco J.W. von Goethe descrisse così il Monte Pellegrino. A distanza di 240 anni circa - con le dovute attenzioni, perché non affermare del nostro “Belvedere” (sito nel Parco Marcita-Trinità) come panorama più bello al mondo? All’interno dei 45 ettari, superato l’ingresso secondario, il Lago Delia attira le curiosità. Percorsi 150 metri circa, finalmente, si apre uno degli scenari panoramici più ricchi dell’intera isola.

Oggi, nel meraviglioso contesto naturale, l’ambiente è protagonista di sculture e forme che hanno reso il territorio circostante un’immagine unica e rara. Sono tanti i particolari visibili, mentre la realtà indica e mostra “pezzi” ancora “inesplorati”. Mettendo da parte il libro di storia, è l’aspetto geografico (con piccole nozioni storiche) a dimostrare la bellezza del luogo. La diga è parte integrante (ampiamente approfondita) e protagonista con i suoi colori. Le ultime vicissitudini non devono distogliere la mente dalle lotte passate, a partire dagli anni Cinquanta. Le acque provenienti dal fiume Delia (immissario) danno vita a un “gioco celeste”.
Dall’alto ormai “invisibile” a tutti, un tempo abbastanza lontano, la strada di Galasi collegava la nostra città verso i comuni di Trapani, Salemi e tanti lavoratori diretti a Madonna Bona (o Vona) superando il ponte di Baddanu (i ruderi si trovano in fondo alla diga). Alla nostra sinistra (per coloro che hanno una vista arguta) si scorge una strada sterrata in leggera salita. Questa conduceva e conduce tuttora a Grimesi, in pieno territorio mazarese (ne evidenzia la sua grandezza).

Nelle giornate di massimo splendore, gli attenti osservatori possono ammirare una vetta, una cima montuosa: è il Monte Erice. Per molti è un eufemismo, ma i fatti sono testimoni di cotanta verità. Proseguendo con lo sguardo verso destra, una collinetta dall’alto tasso colorato (verde) raccoglie i ruderi di una vecchia struttura. Siamo alle Forche! Leggenda narra fosse un vecchio carcere detto di “fine vita”. Lontani dal paese, ai condannati a morte non restava altro che contare, ove fosse possibile, gli ultimi giorni di vita terrena.
E poi, si prosegue con un paio di ponti. Questi, inevitabilmente, conducono verso Madonna Bona. Si è scritto e detto tanto. La famiglia Briuccia, proprietaria dell’intera area, aveva fatto costruire un piccolo insediamento rurale. Visitarlo è d’obbligo! Ecco, nella sua versione magistrale, Montagna Grande. Alta all’incirca 640 metri, assume forme dormienti. Nelle vicinanze spunta il paesino di Salemi. È il primo dei tre presenti (insieme a Partanna e Santa Ninfa).
Il borgo salemitano splende nella sua bellezza, alle pendici del Monte delle Rose. Piccoli boschetti fanno da preludio a uno dei feudi più discussi (geologicamente parlando) dell’intero territorio castelvetranese: la Montagna! La sua conformazione attira gli sguardi premurosi. Sconosciuta a molti, la zona è ricca di elementi da studiare e vivere personalmente. Improvvisamente subentrano nuovi aspetti territoriali: sono le diverse colture che rispecchiano la bontà del territorio castelvetranese. Non manca proprio nulla! Le pale eoliche e la presenza massiccia delle stesse ha - nel tempo - stravolto il paesaggio. Ovunque ti giri, non puoi farne a meno di osservarle. E, nonostante tutto, il “Belvedere” rimane uno dei miti paesaggistici di cui Castelvetrano è fiera testimone!