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Marinella, il sogno infranto del rifornimento al porto, l’amarezza del titolare della ditta di carburanti

di: Elio Indelicato - del 2025-04-26

Immagine articolo: Marinella, il sogno infranto del rifornimento al porto, l’amarezza del titolare della ditta di carburanti

Avevano speso un patrimonio per dare un servizio alla marineria di Marinella di Selinunte e ai diportisti con la creazione al porto di un distributore di gasolio, ma dopo otto anni il Tribunale di Palermo a causa di un contenzioso con la Regione, il Comune e una ditta che stava facendo dei lavori sulla banchina, gli quantifica 20.000 euro di danni causati al suo impianto, sentenza per altro appellata. Fabio Massimo Bologna, stanco di gettare soldi a mare, annuncia con un post che “deluso” smonta tutto e va, non prima di avere speso altre migliaia di euro per ripristinare l’area. 

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  • Riavvolgendo il nastro della memora, nel 2003 la Ditta Bologna realizzò una importante palificata in cemento di contenimento che continua ad oggi ad essere una valida protezione per le abitazioni in una zona molto franosa. Poi l’inizio dell’attività a sostegno dei pescatori fino a quando nel 2018 iniziarono uno dei tanti interventi per la bonifica dalle alghe del porto. Il passaggio dei camion e dei mezzi pesanti evidenziarono subito delle criticità subito denunziate agli organi competenti Comune Regione, Capitaneria di Porto, con pec da parte del titolare dell’impianto rimaste inevase.

    Un avvallamento che finì per far crollare tutto la banchina rendendo inutilizzabile l’impianto. Da lì perizie vare, una lunga causa fino alla sentenza che avrebbe dovuto riconoscere 20 mila alla ditta. L’appello congela tutto e la decisione a sue spese di Fabio Bologna di riempire le vasche e andare via. Lo stesso imprenditore amareggiato conclude: ”Quel distributore doveva essere un fiore all’occhiello per la marineria e per i diportisti. Il sogno si è infranto. Ho aspettato per dare un servizio alla comunità pagando in questi anni anche le tasse sull’impianto ma adesso è giunto il momento di dire basta. Una burocrazia e una giustizia che non ha tenuto nemmeno conto dei mancati guadagni della ditta in tutti questi anni peraltro richiesti in corso di causa e non liquidati". 

    I danni alla banchina furono causati dal passaggio di mezzi pesanti che stavano effettuando con le pale meccaniche la rimozione delle alghe nella parte attigua al rifornimento. Lo stesso Bologna vedendo visivamente che la banchina presentava delle fessurazioni pericolose, in quanto la griglia sotto il manto stradale della stessa per precedenti lavori, era stata indebolita ,invitò più volte la ditta e gli enti preposti ai lavor,i compreso Genio Civile, di fermare il tutto in attesa di verifiche più approfondite anche attraverso consulenze tecniche.Ma i i timori delle vigilia finirono per diventare certezze al punto che una notte di botto finì a mare buona parte della stessa banchina e da allora i pescatori di recano a Sciacca a comprare il carburante mentre tonnellate di alghe ancora sono accatastate sul porto.

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