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Tommaso Pisciotta, un uomo al servizio della gente, il ritratto del sindacalista che lottava per le giuste cause

di: Salvatore Di Chiara - del 2025-04-23

Immagine articolo: Tommaso Pisciotta, un uomo al servizio della gente, il ritratto del sindacalista che lottava per le giuste cause

“L’unione fa la forza”. “Oggi partiremo alla conquista dei nostri obiettivi”. “Ci faremo sentire come sempre. Uno, due o mille conta poco, siamo combattivi più che mai”. Queste sono alcune delle battute di un uomo - un grande uomo - di nome Tommaso Pisciotta. I più anziani ricorderanno le gesta di “Masi”. Chi era costui? Uno degli ultimi sindacalisti che la città di Castelvetrano ha annoverato tra le sue fila (in gergo calcistico). Sin da giovane mostrò il suo impegno a favore dei deboli. Tenace, costruttivo e generoso, Masi non tirava mai indietro la gamba quando il gioco si faceva duro. 

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  • E proprio gli anni Settanta furono per Castelvetrano molto intensi. Oltre a una situazione politica incerta, il carovita aveva provocato una frattura nel settore socioeconomico. I sindacati si erano attivati per combattere il profondo malessere che ormai aveva preso campo nelle famiglie castelvetranesi. Impegnato su più fronti, lo stesso sindacalista - con determinazione - rappresentava uno dei punti di forza della rivolta dei ceti meno abbienti. 

    Tra i casi spigolosi da risolvere, senza ombra di dubbio, quello relativo agli sfollati del terremoto del 1968 (oltre all’annosa questione dei lavoratori). Nonostante fossero passati ben otto anni, la Valle del Belice era in attesa di nuovi sviluppi. Grazie all’intervento della Regione Sicilia, venne organizzato un treno speciale con direzione Roma. I direttivi della Cgil, Uil e Cisl (di cui Pisciotta era segretario locale) chiesero urgentemente interventi per “liberare” i finanziamenti. 

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  • Prima della partenza Masi rilasciò una breve intervista: ”...Sì, sono convinto che parleremo questa volta non solo con la testa piena di promesse, ma con impegni ben precisi, firmati e sottoscritti dagli organi responsabili dello Stato. C’è oggi l’appoggio della Regione. Non sarà un discorso tra terremotati e diseredati della Valle del Belice e impettiti ministri del Nord, barricati dietro a una montagna di carte e burocrazia. Io desidero un dialogo aperto con il cuore tra il Nord e la Sicilia. I nostri obiettivi sono: l’acceleramento per il processo di ricostruzione. Rifinanziamento delle leggi che riguardano la ricostruzione. Insediamento di alcuni complessi industriali previsti dalla legge 1969, con attività di cementificio, tombinificio e metallurgia (quest’ultima a Capo Granitola). Noi non torneremo a mani vuote da Roma. Questa è una promessa e io, ancora una volta, ci metterò la faccia per tutti”. E aggiungo: ”Se lo Stato non metterà una mano sulla coscienza, le reazioni non saranno delle migliori, anzi potrebbero rivelarsi imprevedibili”. Lui era un trascinatore delle folle, non aveva né paura né timore. La sua forza d’animo accompagnava i lavoratori a lottare con ogni mezzo possibile. Si avvaleva di tutti gli strumenti a disposizione.

    Di seguito uno spaccato del signor Giuseppe su Pisciotta. “Era un uomo senza fronzoli in testa. Se decideva di lottare per una causa, non lesinava a farlo. Aveva una parola di conforto, pronto a calarsi nella battaglia nei panni del capitano. Di lui ricordo la generosità, la ricerca di ogni spiraglio per difendere i deboli. Non esisteva la parola “impossibile”. Una gran bella persona”. Fautore di tante iniziative, di lui si ricorda il pragmatismo. Un castelvetranese vero, di quelli che hanno lasciato il segno nella lunga e tormentata storia della nostra città.

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