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Il sabato sera con la pistola in tasca tra baby gang e la violenza che avanza. Quale futuro per i giovani?

di: Francesca Caprarotta - del 2025-04-29

Immagine articolo: Il sabato sera con la pistola in tasca tra baby gang e la violenza che avanza. Quale futuro per i giovani?

(ph. immagine tratta da video diffuso GdS.it)

La sparatoria di Monreale è solo l’ultimo dei casi di cronaca di violenza giovanile, registrati in Italia. La morte di 3 ragazzi, per futili motivi, ha scosso ancora una volta l’opinione pubblica, che sembra assistere disarmata a una vera e propria esclation, per cui è necessario invece massima attenzione delle istituzioni e di tutta la società. Spesso, dietro questi gesti inconsulti, vi sono storie di criminalità, degrado ed emarginazione. In altri casi, sempre più frequenti, si evidenzia un malessere giovanile. Sembra una generazione infelice, tra disturbi dell’alimentazione, autolesionismo, violenza, noia, apparenza e social network.

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  • Perché uscire con un’arma in tasca? Per proteggersi dai demoni esteri ed interni, per non essere catalogati come persone deboli, per non sentirsi inadeguati, per sottomettere l’altro, per diventare protagonisti. Troppi ragazzi girano armati, pronti a fare risse, e nei peggiori casi, stupri anche di gruppo, uccisioni delle fidanzate e di chiunque dica no: tutto senza alcuna regola, credendo che ciò possa affermare la propria identità, a scapito di chi è intorno.

    Le sfide dei tempi non sono quelle di una volta. La realtà giovanile sociale di oggi pone le basi sull’egoismo, sulla spregiudicatezza, sull’avventurismo senza scrupoli e sulla mancanza di principi, sull’apparenza. Le ragioni vanno ricercate nel profondo e nella società: la frustrazione e l’incomunicabilità delle emozioni trova terreno fertile in tutti gli individui, ma i più fragili possono reagire in modo disperato.

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  • Un primo campanello di allarme c’è stato durante il lockdown. Durante i periodi di riapertura, si è acuita la presenza di violenza delle baby gang, come uno sfogo da tutta la frustrazione in un momento particolare. Sicuramente, l’uso smodato dei social network contribuisce a delineare una realtà sfalsata, ma le famiglie giocano un grande ruolo. Alcuni giovani si sentono abbandonati ed incompresi dai genitori, a causa di un gap incolmabile, che li priva di punti di riferimento, perché i genitori sono assenti, o perché separati senza considerazione per il ruolo della coppia genitoriale, che esiste anche quando quella coniugale cessa. Vi sono poi anche i casi di genitori iper presenti che, non permettono lo sviluppo di proprie capacità.

    E’ necessario intervenire intanto nelle famiglie, in modo che i giovani possano sviluppare degli anticorpi sociali, partendo da un serie di regole e principi, che oggi sembrano siano estinti. E poi, diventa fondamentale il concetto di educazione, su cui sicuramente lo stato dovrebbe puntare di più, anche tramite percorsi di prevenzione e comunicazione nelle scuole, predisponendo supporto e terapie adeguate. Allo stesso tempo, infine, ogni comunità può fare la sua parte, promuovendo programmi per i giovani, che li sostengano nella crescita e nello sviluppo, e li allontani dalla violenza.

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