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Juventina Alcamo-Folgore 1-1, il primo “mezzo spezzatino dei rossoneri

di: Salvatore Di Chiara - del 2025-04-28

Immagine articolo: Juventina Alcamo-Folgore 1-1, il primo “mezzo spezzatino dei rossoneri

“Il calcio spezzatino droga i tifosi!”. È uno degli slogan che hanno accompagnato nel 2023 l’entrata in vigore del calcio spalmato su più giorni. Eppure, in epoche meno recenti, anche la nostra amata Folgore disputò un anticipo il venerdì. Correva l’anno 1976, nel mese di marzo e precisamente il 19 (a San Giuseppe), quando la banda rossonera si recò ad Alcamo. I folgorini - appena venti giorni prima - erano tornati a calcare il Paolo Marino dopo due anni di squalifica (come non dimenticare l’arbitro Atena!). I ragazzi di mister Ciriesi (subentrato in corsa) erano reduci da un buon filotto in campionato nonostante le difficoltà logistiche del girone di andata.

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  • Attorno alla squadra si era creato un ambiente positivo, a tal punto che nelle partite interne contro lo Sciacca e il Mazara avevano registrato più di 3mila presenze (improponibile al giorno d’oggi). Cos’accadde il 19 marzo? Solitamente le gare erano (e sono) disputate nella giornata di domenica eccetto gli anticipi. La seconda società alcamese (l’Alcamo veleggiava verso la C2), in piena zona retrocessione, chiese alla Federazione di anticipare al venerdì. Un giorno insolito per i campionati dilettantistici (tolte le coppe regionali). 

    Dal canto suo, al netto di una classifica tranquilla, mister Ciriesi - dopo il pari interno con il Mazara - dichiarò che i suoi ragazzi dovevano pensare solo a far bene e divertirsi. Al vecchio “Maroso” andò di scena un incontro acceso vista la posta in palio (specialmente per i padroni di casa). Gli ospiti scesero in campo con: Moro, Urbano, Aiello, Lucarelli, Calandrino, Ferrante, Reina, Telari, Passafiume, Messana (dal ‘70 Ilari) e Berlich. Tra le file bianconere militava gente come Barbarotto e Casisa. 

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  • In un campo sterrato (come da tradizione) la partita fu gagliarda. Al minuto ‘25, dopo una gran parata di Moro su tiro di Risico, Barbarotto - ben appostato - schiacciava di testa la palla del vantaggio. Pochi minuti dopo fu Cifari ad andare vicinissimo al raddoppio. Il suo tiro carico d’effetto venne sventato dall’ottimo portiere marchigiano. Al termine del primo tempo, quando la gara sembrava destinata sull’1-0, venne assegnato un angolo ai rossoneri su veementi proteste dei tifosi di casa. Il tiro di Passafiume, secondo le cronache di allora, aveva sorvolato la traversa senza deviazione alcuna. Dall’angolo seguente, a tempo scaduto, lo sgusciante Telari trovava il pertugio giusto e realizzava la rete del pari. 

    La ripresa - a tratti - fu spigolosa. Gli alcamesi si riversarono in avanti alla ricerca del punto della vittoria, mentre Calandrino e compagni rischiarono di vincerla con Telari prima e Passafiume dopo, sventati dall’ottimo Balsamo. Fino al minuto ‘42 quando, dopo una punizione battuta da Giacalone, il
    difensore Urbano colpiva la palla con la mano. L’arbitro Maccarronello di Catania fischiò un fallo a favore dei rossoneri per un episodio accaduto fuori area. Fu l’ultima azione di una partita equilibrata, giocata a viso aperto.

    Quel pari, alla lunga, segnò positivamente il cammino degli alcamesi. Con 24 punti si salvarono ai danni della Sancataldese (anch’essa a 24). I folgorini giunsero quarti, dietro alle due corazzate Mazara e Canicattì e alla forte Nissa. Quella gara, ancor oggi, rimane un fatto storico per i castelvetranesi.

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