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Lo scandalo I.S.L.A. a Castelvetrano, nel febbraio 1970 in una città già martoriata

di: Salvatore Di Chiara - del 2025-04-30

Immagine articolo: Lo scandalo I.S.L.A. a Castelvetrano, nel febbraio 1970 in una città già martoriata

“Scandalo a Castelvetrano!”. “E’ successo davvero”. “Castelvetrano avvolta dallo scandalo dell’I.S.L.A.”. Sono parte dei titoli dei maggiori quotidiani siciliani. Correva l’anno 1970, precisamente il mese di febbraio, quando la nostra città - invasa dai soliti problemi politici, dovette subire l’ennesimo colpo gobbo della sua storia. La cronaca del tempo - inclemente (da sempre) con i castelvetranesi - mise in risalto una vicenda dai contorni poco chiari. Andiamo con ordine. L’I.S.L.A. era l’Industria Siciliana del Latte. Con sede a Castelvetrano, faceva parte delle tante aziende ESPI (ex Sofis - ed Ente Siciliano Promozione Industriale). Sorta con denaro pubblico, aveva il compito di raccogliere il latte della provincia di Trapani.

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  • Dopo una serie d’indagini, venne fatta una scoperta atroce: l’azienda castelvetranese aveva deciso di acquistare latte confezionato (in bottiglie e cartoni) direttamente dal Lazio per rivenderlo nel territorio trapanese. Uno sgarbo di non poco conto. Le voci fecero il giro dell’isola in poche ore, alzando un polverone mediatico senza precedenti. Quali furono i motivi che portarono l’azienda a un cambio drastico? Fiore all’occhiello del nostro territorio, quale contraccolpo avrebbe comportato? Che fine avrebbero fatto i lavoratori? Una serie di domande, di dubbi posti subito all’attenzione del Consiglio d’Amministrazione. 

    I giorni successivi furono di grande attesa, un supplizio a cui tante famiglie non pensavano minimamente. Allorché, nel giro di una settimana circa, uno dei tre componenti del direttivo - il consigliere prof. Ettore Vignola - in una lunga intervista fece delle dichiarazioni forti e importanti. In seno alla carenza strutturale e organizzativa, lo stesso consigliere lamentava una mancanza di rinnovamento. 

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  • “Il cambiamento tanto vituperato dai vertici è scarso. Le aziende appartenenti all’ESPI, compreso l’I.S.L.A. sono in deficit, con il rischio di chiusura imminente. Gli stessi azionisti, parte integrante dell’azienda, hanno mostrato un certo disinteresse (disertando parecchie assemblee). Oltre alla scarsa collaborazione, i due grandi dubbi sono collegati alla produzione e all’efficienza commerciale.

    Per quanto riguarda la produzione lattiero-casearia del caseificio, la figura inesperta del casaro ha ridotto (e di parecchio) le richieste dell’azienda. Dati certificati dai fogli di lavoro giornalieri. E col tempo, nonostante il coinvolgimento insistente di alcuni colleghi del nord e un corso effettuato a Lodi, non ha sortito gli effetti sperati. Le continue lamentele del sottoscritto sono state accantonate, creando perdite per svariati milioni”. 

    E ancora, in merito alla situazione dei lavoratori questa fu la risposta del professore: “Sono stato io a convocare i sindacati degli operai. La loro situazione è giunta al capolinea. Nonostante i miei tentativi ripetuti per trovare un accordo, l’ingranaggio aziendale è inceppato. Una situazione paradossale, un’angoscia senza fine. Quasi voluta, cercata dai vertici. Contraddittoria è stata l’assunzione di un aiuto-casaro che tale non è. Difatti, per via di una scelta partitica, di un certo favoritismo, è stato assunto un perito agrario specializzato in enologia. Perchè tutto questo? Aumentate le unità lavorative, è calata la produzione mensile di latte (perchè è stata limitata la quantità di latte acquistata). Di questa, nessun acquisto è pervenuto dalla provincia di Trapani. In ultimo, è normale avere 23 operai e 14 impiegati amministrativi? A farne le spese è stato il solito padre di famiglia. Un uomo ritornato in Sicilia, proveniente dall’Australia (causa terremoto). Con quattro figli di cui una malata, è stato licenziato dopo appena 15 giorni. Che ne sarà di lui? Perché far credere alla politica “socio - umana aziendale” di fronte a criticità del genere?”.

    Tante domande, nessuna risposta. Il destino dell’I.S.L.A. era segnato. Un’azienda, come tante, che hanno visto la luce solo per pochi anni. Perché tutto questo?

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