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Vita, serata di memoria e denuncia civile, presentato il libro “Nascita della mafia” di Salvatore Mugno

di: Comunicato Stampa - del 2025-06-19

Immagine articolo: Vita, serata di memoria e denuncia civile, presentato il libro “Nascita della mafia” di Salvatore Mugno

Grande partecipazione, martedì 17 giugno scorso, a Palazzo Daidone, nel cuore di Vita, per la presentazione del libro “Nascita della mafia. Storie di uomini d’onore (1838–1846)”, edito da Navarra, a firma del giornalista Salvatore Mugno, che ha restituito al pubblico la figura dimenticata di Pietro Calà Ulloa, primo magistrato antimafia del Regno delle Due Sicilie. Un’occasione intensa di confronto storico, civile e culturale.

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  • Ad aprire l’incontro sono stati i saluti istituzionali del Sindaco Giuseppe Riserbato e dell’Assessora alla Cultura Maria Eleonora Ditta, che hanno sottolineato il valore della cultura come argine alla violenza e strumento per una cittadinanza consapevole. L’evento rientrava nel progetto del Patto Intercomunale per la Lettura della Valle del Belìce, in collaborazione con la Pro Loco Vitese e con il sostegno dell’UNPLI.

    A moderare con garbo il dialogo è stato l’avvocato Elio Indelicato, che ha condotto l’autore lungo tre direttrici fondamentali: la genesi della ricerca, il valore storico della figura di Pietro Calà Ulloa e i possibili sviluppi futuri per la conoscenza e la didattica della questione mafiosa.

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  • L’autore, Salvatore Mugno, ha tracciato con precisione e passione le tappe della lunga ricognizione d’archivio che ha dato vita al volume, fondata su documenti inediti e che ha permesso di mostrare come la mafia non sia un effetto postunitario, ma una realtà preesistente che affonda le sue radici nel ventre della monarchia borbonica, in un sistema di potere parallelo e connivente. 

    Il docente e storico Vito Tibaudo ha concentrato il proprio intervento sulle pagine del volume dedicate ai fatti accaduti nel territorio di Vita, mettendo in luce come il tessuto mafioso fosse già presente, fin dall’Ottocento, anche nei piccoli centri e non soltanto nei grandi agglomerati urbani.

    Il contributo di Rosario Atria, docente e saggista, studioso di letteratura civile, ha evidenziato la duplice natura del libro: un saggio rigoroso e, al contempo, una forma di resistenza intellettuale, un’opera che dimostra come la mafia sia fin dalle origini un fenomeno sistemico, trasversale, annidato nelle pieghe del potere. Atria ha inoltre sottolineato il valore formativo del testo, auspicandone un inserimento nei percorsi scolastici e accademici, in quanto capace di tradurre il passato in consapevolezza per il presente.

    Nel corso dell’evento sono state proposte letture scelte tratte dal libro, a cura di Maria Scavuzzo e Chiara Cappello, che hanno restituito con forza espressiva le voci dei documenti originali e le interpretazioni di Mugno.

    Particolarmente suggestiva la lettura della pagina dedicata a un episodio avvenuto proprio a Vita nel 1838, in cui la testimonianza di un giovane garzone permise di smascherare una comitiva di malfattori attivi tra Vita e Prizzi: un frammento di giustizia che, a distanza di quasi due secoli, commuove ancora per la sua portata di verità.

    L’intera serata ha dimostrato che la storia può ancora parlare con forza al presente, e che la cultura, quando si nutre di ricerca e verità, è uno strumento potente di giustizia capace di aprire nuovi spazi di riflessione.

    Per le immagini si ringrazia Francesco Cammarata

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