29 febbraio 1976: una data indimenticabile per i tifosi rossoneri: La Folgore ritorna al Paolo Marino
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-12-17
La lunga storia rossonera è impreziosita dalla presenza di immense vittorie, sconfitte, aneddoti e date memorabili che hanno segnato il percorso calcistico di questa gloriosa società. Le cronache del periodo riportano che durante il carnevale del 1974, al termine della gara tra i padroni di casa e la squadra Palmi (partita che terminò con il punteggio di 0 a 0), l'arbitro Atena fu colpito da un gruppetto di teppisti che causò la squalifica dello stadio Paolo Marino per due anni.
Da quel momento, oltre alla retrocessione in Promozione dopo undici tornei in serie D, si aggiunse anche l'aggravante della disputa di tutte le singole partite fuori casa.
Nonostante il dispendio economico affrontato nei due anni successivi, la società riuscì a compiere dei veri miracoli, completando la stagione di serie D con una retrocessione annunciata e disputando un torneo di Promozione anonimo e chiuso in dodicesima posizione con una salvezza risicata.
Il campionato dell’annata 1975/76 rappresentò per i tifosi un momento tanto atteso e ricco di speranze. Finalmente, dopo un paio di anni e metà stagione in corso disputata nei campi limitrofi come quello di Partanna e Campobello, il 29 febbraio si aprirono le porte del Paolo Marino, ristrutturato quasi interamente.
Seppur a molti non piacesse la nuova collocazione degli spogliatoi, si respirava un'aria totalmente diversa. I nuovi giocatori non conoscevano nulla o quasi delle grandi sfide disputate in quel campo mentre i vecchi ritornavano a calcare il terreno.
L'aria di festa si avvertì in città e la gente si era stretta attorno alla squadra. Un giorno atteso da più di 24 mesi, fine di quell’incubo che non aveva risparmiato la nostra città etichettata come “antisportiva”.
Espletati i controlli burocratici in termini di sicurezza e agibilità, la società decise di organizzare un grande pranzo di riconciliazione al quale parteciparono l’arbitro Arena e la squadra della Folgore. Seppur fosse stata smentita in un primo momento la notizia, alcuni dirigenti confermarono la possibilità di un incontro ma non se ne fece nulla.
Lungo le vie cittadine sventolavano le bandiere rossonere e ritornarono le locandine che annunciavano l'orario d'inizio della gara (fissato per le 15). Il presidente Genna invitò le massime cariche calcistiche e politiche cittadine e federali: tra questi, il sindaco di Castelvetrano Vito Lipari, il Presidente della Lega Calcio comm. Orazio Siino, il giudice sportivo Di Maio, il presidente del Comitato provinciale De Sanctis e gli assessori e consiglieri della nostra città.
Parteciparono anche gli ex presidenti del sodalizio rossonero Liggio, Lombardo, Gentile, Taormina, Asaro, Scirè e le vecchie glorie rossonere Bruno, Cangemi, Ingrasciotta, Salemi, Leone, Ruccione, Caradonna, Ferracane, Confalonieri (allenatore in quel tragico pomeriggio del '74), Vadal, Bertoglio e Parrino. Una manifestazione curata nei minimi dettagli e resa possibile grazie alla Polizia di Stato.
Da quel momento iniziò la grande festa, con la presentazione di tutte le società sportive locali: i ragazzi del minibasket della gioventù olimpica, i tennisti, i giovani dell'atletica leggera, quelli del basket, la pallavolo e gli appartenenti della Polisportiva Castelvetrano, passando ai 130 componenti (maschili e femminili) del dopolavoro ferroviario in tute brillanti. Per ultimo, le squadre di calcio del G.S.Palmosa Civitas e Bartolese e quindi, la Folgore ed i ragazzi della Folgore.
Il tutto fu contorniato della banda musicale diretta dal maestro Mangiaracina che suonò l'inno di Mameli cantato dagli oltre tre mila tifosi presenti sugli spalti dello stadio Marino. Infine, la sorprendente esibizione degli sbandieratori di Arezzo con esercizi singoli e di gruppo strappò gli applausi del numeroso pubblico presente.
Un'organizzazione impeccabile, con la consegna di numerose medaglie e la commozione visibile negli occhi dei presenti. Il pubblico euforico era assalito dal pensiero comune che a Castelvetrano grandi cose erano possibili.
E la gara? La partita disputata fu contro lo Sciacca di mister Antolini che necessitava del punteggio per la salvezza. La compagine nero-verde retrocesse al termine di quella stagione e fu sconfitta meritatamente dai rossoneri allenati da mister Rino Ciriesi. La sfida si concluse con il classico dei punteggi: un due a zero senza attenuanti e la vittoria voluta dall'intera città. Le reti furono siglate da Telari al 15' ed il raddoppio ad opera di Messana al 58'.
La formazione di quell'incontro fu la seguente: Moro in porta (figlio del grande Bepi) sostituito al minuto 88 da Piccione, Urbano, Inzerillo, Calandrino, Aiello, Messana, Telari, Ingrasciotta, Passafiume, Lucarelli (Berlich dall'81') e Ferrante.
Un tripudio di gioie, colori, il balzo dei tifosi alle reti folgorine e l'incessante tifo “ Folgore – Folgore” urlato a squarciagola dai tifosi. Un pomeriggio diverso dagli altri, un momento che ha allontanato definitivamente i fantasmi del passato, una possibile radiazione o mancata iscrizione paventata a caldo.
La Folgore ritornò finalmente nel suo ambiente, uno stadio unico e teatro di mille battaglie agonistiche. Una giornata indimenticabile che oggi echeggia nei ricordi dei vecchi e cari tifosi rossoneri.
Una pagina indelebile della nobile e grande storia folgorina, un passato fatto di grandi uomini in grado di saper trasmettere grandi emozioni che si spera poter rivivere ancora una volta grazie alla Folgore. In fondo, sognare, non costa nulla.
Colgo l' occasione per ringraziare lo storico Napoli. Grazie al suo repertorio, siamo in grado di rivivere degli avvenimenti importanti. Questo video entra di diritto nell' archeologia sportiva della nostra città.