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Castelvetrano, cassiera "infedele" condannata per appropriazione indebita ai danni di un noto superstore

di: Elio Indelicato - del 2024-12-17

Immagine articolo: Castelvetrano, cassiera "infedele" condannata per appropriazione indebita ai danni di un noto superstore

(ph. L'Avv. Ignazio Cardinale legale della società )

Cassiera infedele staccava scontrini fiscali di poco valore che dava al cliente, ma il contanti finiva nelle sue tasche. Scoperta anche grazie alla segnalazione di un cliente che controllando a casa le varie voci della spesa e la somma stampigliata ha chiesto contezza alla direzione. La cassiera scoperta e licenziata aveva anche impugnato “la cacciata”. 

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  • Nelle more il Tribunale di Marsala, nella persona del Dott. Giorgio Lo Verde, ha emesso sentenza di condanna nei confronti di C.P.I., ex cassiera del “Conad Superstore”, accusata di appropriazione indebita commessa in danno del suo datore di lavoro, la società “Comediterraneo s.r.l.”. La vicenda, che ha avuto inizio nel 2020 durante il periodo di lockdown per la crisi pandemica, si è conclusa con una condanna a un anno e sei mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento di tutti i danni materiali e morali subiti dalla società, costituitasi parte civile, nel giudizio, con l’assistenza dell’avvocato Ignazio Cardinale (nella foto in copertina).

    Secondo quanto emerso nel corso del dibattimento, nel mese di aprile 2020, C.P.I. era stata sorpresa a stornare i prodotti acquistati dai clienti registrandoli sullo scontrino fiscale con un importo irrisorio, pari a soli 0,10 centesimi: tale stratagemma le permetteva di trattenere la somma in eccedenza quando il pagamento avveniva in contanti.

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  • La condotta era stata scoperta a seguito della segnalazione di un cliente, che aveva notato una discrepanza tra i prodotti acquistati e quanto riportato sullo scontrino. L’azienda, insospettita, aveva avviato un’indagine interna che aveva portato alla conferma delle irregolarità e alla scoperta che l’attività illecita era stata perpetrata per un lungo periodo.

    Per questo motivo la dipendente veniva licenziata per giusta causa e, ciononostante, decideva di proporre ricorso al Giudice del Lavoro di Marsala al fine di ottenere il riconoscimento delle differenze retributive e contributive asseritamente dovutegli: tale giudizio si concludeva con il rigetto delle pretese della C.P.I. e con la parziale compensazione tra il TFR, dovutole dall’azienda, e le somme dalla stessa illecitamente sottratte alla “Comediterraneo s.r.l.”.

    La sentenza, afferma l’avvocato Ignazio Cardinale: ”Rappresenta un segnale importante di tutela per le aziende vittime di condotte fraudolente e pone l’attenzione sulla necessità di vigilanza e di procedure interne rigorose per contrastare fenomeni di questo tipo, in particolare in contesti di difficoltà economica come quelli vissuti durante la pandemia”. 

    Nessuna dichiarazione da parte della Società danneggiata, solo amarezza. Negli anni invece le telecamere di sorveglianza hanno beccato persone che nascondevano merce, ed in alcuni casi sono arrivati anche i Carabinieri. 

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    Effeviauto 6 gennaio 2025