Correva l’anno 1963. Quelle amichevoli della Folgore con il Trapani e la promozione in serie D tra aneddoti e quella battuta del Presidente Taormina
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-03-01
Il calcio esporta strani ed effimeri pensieri, spesso veritieri e trasuda di forti speranze, malgrado l'immaginazione vaghi rispetto alle fonti reali. I tifosi reagiscono istintivamente, creando illusioni imponenti, magari atrofizzando un momento delicato.
L'estate del 1963 fu caratterizzato dalla promozione della nostra Folgore nel campionato di serie D, dopo un estenuante spareggio interminabile contro la Massiminiana di Catania. Un risultato storico, ottenuto grazie alla verace forza economica del presidentissimo Taormina ed una squadra di talento. La società completò l'organico e quasi venne stravolta la compagine castelvetranese per la disputa di un ottimo torneo di quarta serie, nonostante le difficoltà del caso e la forza tecnica degli avversari.
La dirigenza riconfermò i vari Bertoglio, Grammatico, Zampolli e Vadalà aggiungendo ad essi, Driussi, Criscuolo, Caramanno, Sanzanni e Conticelli. L'occasione per testare i vecchi ed i nuovi fu allettata dalla proposta del Trapani calcio di disputare due amichevoli (andata e ritorno), iniziando al Paolo Marino ed alcuni giorni dopo a Trapani.
L'anno precedente, i granata persero d'un soffio la serie B a discapito del Potenza e credevano d'aver migliorato la rosa, potendo sfruttare le armi della stagione passata e puntare alla vittoria di quel torneo.
Le due amichevoli videro le affermazioni trapanesi ma tanta confusione in campo, nonostante la categoria di differenza e le rose delle compagini. La brillantezza rossonera creò scompigli di diversa natura ed i due successi granata (4-1 e 4-0), crearono false considerazioni tra i supporters trapanesi.
Un aneddoto particolare fu contraddistinto da una battuta del presidente, al termine del primo tempo disputato al Paolo Marino, "affronteremo una stagione di soddisfazioni ed il Trapani arrancherà durante il suo torneo tra i professionisti". Improvvisamente, un sorriso coinvolse i presenti e culminò in una battuta ironica e spiritosa nelle sue infime intenzioni.
Quel giorno, Conticelli mise in difficoltà il terzino Marino (pagato ben 12 milioni dal Trapani) e rappresentò la prima avvisaglia negativa.
Il gioco frizzante, veloce, caparbio e concentrato dei rossoneri, caratterizzò quelle due amichevoli, cercando di porre rimedio alla differenza qualitativa con un gioco organizzato e coriaceo. I trapanesi si lamentarono del rettangolo di gioco di strette misure, angusto, con notevoli difficoltà nel controllo della palla e nella manovra dell'azione. Non fu così e sembrò un pretesto per, nascondere le incertezze della preparazione ed alcune lacune tecniche, dovute alla mancanza di un vero centravanti. Dal canto suo, i nostri paladini si trovarono a loro agio e s'arresero solamente agli episodi e qualche nefandezza difensiva mostrata durante i tempi disputati. Crebbe l'entusiasmo attorno alla nostra squadra, come se, le parole tuonate dal presidente fossero rimbalzate come monito e forza trainante.
Il ritorno nel massimo torneo dilettantistico culminò con un grandissimo campionato disputato, dietro le imprendibili Crotone e Barletta ed a tre punti dal terzo posto. Un risultato eccezionale da neopromossi, figurando al cospetto di alcune società blasonate e le considerazioni sugli errori difensivi estivi, si tramutarono nella quarta difesa meno battuta del torneo.
Ed il Trapani? Retrocesse clamorosamente in serie D, fallendo miseramente l'obiettivo preposto inizialmente, accumulando uno svantaggio iniziale per via di una penalizzazione subita (3 punti) e, cadendo nel baratro delle ultime posizioni. Il suo cammino fu in salita, provando a rimediare nel girone di ritorno ma cedette il passo di fronte all'Akragas ed il Marsala. L'anno successivo fu ripescato grazie all'intervento della politica locale ed all'esclusione dell'Arezzo calcio.
Lo sport è un facile mezzo di comunicazione per tutti o quasi, variando sui temi trattati e delineando spunti di notevole riflessione socio-sportiva. La bellezza dello stesso, cerchia un percorso poco coeso ed amalgama diversi pensieri, contrastanti tra essi ma tanto genuini nella comprensione. Una battuta esternata dal presidente, dettò inizialmente uno spunto di natura formalmente divertevole verso gli avversari, suonando un categorico ed allarmante campanello negativo successivamente. Questo sport è sinonimo di organizzazione, pragmatismo e doverosa collaborazione, affinché l'obiettivo finale venga realizzato con prontezza e destrezza. La Folgore degli anni sessanta fece sognare un'intera città, regalando imprese invidiabili. Nella speranza di un futuro roseo e risultati importanti.