Il biennio d'oro della Folgore negli anni '60 con Gisberti e talenti calcistici indimenticabili
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-04-09
L'evolversi della storia italiana, trova sbocco con i primi anni sessanta ed il boom economico. Dopo la parentesi triste della seconda guerra mondiale, uno spiraglio fiorente e di gran crescita sociale pervade il nostro territorio. Ad esso, una serie di situazioni favorevoli coinvolge anche la città di Castelvetrano, specialmente nello sport ed in particolare, la nostra amatissima Folgore.
Il precedente periodo calcistico aveva regalato alcuni tornei interessanti ed altri, approssimativi e di notevole dispendio economico. Quando le redini in mano passarono al cav. Taormina, il pubblico castelvetranese intuì velocemente la rara e concreta possibilità del salto di categoria. Un'orchestra perfetta ed organizzativa incise una perla calcistica d'immane qualità ed equilibrio tecnico-tattico.
Stava per nascere un complesso unico che scrisse pagine indelebili ed indimenticate nel panorama calcistico regionale. Dalla capacità economica del presidentissimo, alla mano burocratica e mediatica del segretario Lombardo, sino ai collaboratori di fiducia Gandolfo e Renda, senza dimenticare il protagonismo popolare e conoscitivo di Riggio. Una splendida realtà strutturale, in grado di regalare e preparare un assoluto percorso da protagonisti.
Il biennio d’oro (61-63) fu caratterizzato da una costante e massiccia presenza rossonera ai vertici del primo torneo regionale. Una squadra di gran caratura umana, guidata dal mitico allenatore Gisberti (primo calabrese ad aver disputato una gara in serie A) ed un gruppo di formidabili giocatori.
Nella nostra cittadina iniziava a rintoccar e scaldar i cuori rossoneri una formazione rimasta impressa nella mente degli sportivi. Dal talentuoso e tecnico Bertoglio, al capocannoniere Picciolo. L’estremo portiere affidabile Morana, giungendo all’esperienza difensiva di Corrao.
Poi, gli inossidabili Zampolli, Mirabella, i cross di Tranchina senza dimenticare Marino, Angeletti, Grammatico, Caramanna e Brugnera. Una compagine in grado di vincere due tornei, seppur la regola del periodo imponesse lo spareggio tra le due vincenti dei gironi siciliani. Esclusi gli spareggi, questa squadra disputò 58 gare ufficiali, vincendone 38, pareggiandone 16 e perdendone solamente 4.
Una forza motrice difficile da scardinare, con sol 22 reti subite ed in grado di trasformare il gioco corale, in frizzanti e coriacee azioni offensive. Le reti segnate saranno ben 116 in due tornei. Picciolo capocannoniere e presenza fissa al centro dell’attacco, riuscì a scardinare le difese avversarie ripetutamente e conquistare la palma di migliore del torneo.
Il pubblico rossonero s’innamorò di un gruppo di veri uomini, tali da regalare soddisfazioni ripetute. Per due anni consecutivi, l’avversario principale del torneo fu il Cantieri Navali di Palermo, superato in classifica di uno e quattro punti.
Purtroppo, come scritto in precedenza, la Folgore dovette disputare gli spareggi promozione. Cedette le armi al forte Paternò (1-0,0-1 e sconfitta 0-2 a Licata) nel 1961-62. Senza recedere e deporre le armi, il secondo anno la società regalò un secondo spareggio per l’accesso alla serie D. L’avversario di turno fu la Massiminiana dei Massimino. Una società di grande affidamento economico, nonostante alcune vicissitudini calcistiche abbastanza eloquenti.
La vittoria al Marino per 1- 0 e rete di Picciolo al minuto 86, aprì lo spiraglio per la promozione. Un boato dei cinquemila presenti allo stadio, fu sentito in paese e manifestò una gioia incontenibile. Purtroppo, lo stesso risultato si registrò al Cibali, decretando la terza partita di spareggio. Nonostante la Folgore cedette il passo per 2-0, alcuni episodi spiacevoli rovinarono il corso della gara.
Tra questi, le intemperanze dei tifosi catanesi ed un sasso lanciato, colpendo l’attaccante Picciolo. Essi fornirono gli elementi a favore dei rossoneri per denunciare i fatti accaduti.
Finalmente dopo un lungo ed intraprendente percorso calcistico e sociale, la Folgore ottenne quell’ambito e meritato spazio nella serie superiore. Gli enormi sacrifici economici della società, permisero il raggiungimento dell’obiettivo sperato e regalarono un passaggio sportivo divenuto realtà.
Sono passati parecchi anni da quel biennio d’oro e le gesta encomiabili di quei calciatori rimarranno pane quotidiano dei veri appassionati folgorini.
Ogni singola giocata, rete segnata, gara disputata, rappresenta vivacemente un complesso di superiorità agonistica e grande attaccamento alla maglia. Oggigiorno, nel degrado generale di questo sport, un timido risveglio può essere confermato dal ricordo spassionato e volitivo di quel periodo. La Folgore è parte integrante di questa comunità.