Lo spareggio tra Folgore e Vittoria tra ricordi e calciatori entrati nella storia rossonera
di: Salvatore Di Chiara - del 2021-09-30
I ricordi trasudano di grandi emozioni, lasciandosi trasportare dall'enfasi del momento e ritornare indietro nel tempo emette immagini che rimarranno vive nella mente di ogni sportivo. La Folgore di Castelvetrano rappresenta uno squarcio naturale di questa città, nata nel dopoguerra e figlia di opere sacrificali ed impegnative.
Ogni annata disputata, ha evidenziato un passaggio di rara bellezza (anche nelle delusioni cocenti), scrivendo una nuova pagina di grande interesse socio-emotivo. I veri tifosi non possono dimenticare l'anno 1988-89 e le grandissime difficoltà incontrate dalla nostra amata società rossonera. Una stagione organizzata con obiettivi ben precisi e strada facendo, divenuta abbastanza difficile e tortuosa.
Grazie alla mediazione del presidente D'Arienzo, i rossoneri erano stati ripescati nel torneo interregionale (serie D), costruendo una base solida per affrontare il massimo torneo dilettantistico. Purtroppo, la mancanza di vena offensiva e magari, l'assenza di risultati, portarono e fecero sprofondare la Folgore nelle retrovie della classifica.
Un torneo avvincente per il discorso promozione, con l'Acireale di Busetta vincitrice del torneo (nonostante i 5 punti di penalità) nei confronti del Mazara secondo classificato. Anche in questo caso, una serie di risultati avversi determinarono la sconfitta dei canarini.
Ritornando alla Folgore, gli uomini di mister Ciampoli si svegliarono verso la fine del torneo, pareggiando con la capolista 1-1 (passando in vantaggio), vincendo la gara col Partinico (dei futuri rossoneri Valastro, Dolce e Costigliola) e soprattutto, guadagnando un punto sul campo del Vittoria.
Dopo l'amara sconfitta di Bagheria per 3-1 (doppietta subita dal bomber Aldo Tilotta), la squadra era praticamente retrocessa. Invece, un ricorso contro il Vittoria per l'aggressione ricevuta dal calciatore Capraro determinò uno sconquassamento della classifica e giunti all'ultima giornata, i rossoneri trovarono i due punti che permisero la disputa dello spareggio.
Improvvisamente, dallo sconforto maturato per un'amara retrocessione figlia di alcuni errori, si passò alla possibile e fortunosa salvezza. L'avversario di turno fu quel Vittoria che, all'ultima giornata perse in quel di Caltanissetta per 3-2 contro una Nissa retrocessa da alcune giornate. Uno scherzo del caso, gli dei del calcio ed un'alta dose fortunosa regalarono un' ultima occasione.
La settimana precedente alla gara, tra il computo degli squalificati ed infortunati (Serapide, Molino e De Simone), i rossoneri andarono alla ricerca della miglior condizione psicologica. Mister Ciampoli si ritrovò catapultato da perdente a possibile “Salvatore della Patria” in poco tempo.
Sul neutro di Canicattì, al Carlotta Bordonaro, il 29 maggio del 1989 tre pullman messi a disposizione della società partirono verso la città agrigentina, per rimediare ad una stagione “quasi disastrosa” e vincere la partita più importante dell'anno.
Il Vittoria, privo dell'allenatore Celano (dimissionario) e con il commissario unico Giuseppe Ferrigno alla ricerca di un potenziale undici da mandare in campo, dovette inventarsi una formazione e richiamare un paio di aggregati (prestati al servizio di leva).
Dopo un primo tempo equilibrato e terminato in parità (reti di Pecoraro per i rossoneri ed il bomber Olindo per i vittoriesi), la seconda frazione mostrò una superiorità nettissima dei castelvetranesi. Le reti di Putaggio, Bonventre e Maniscalco regalarono una gioia indescrivibile ai propri sostenitori, al presidentissimo ed alla dirigenza ,mettendo da parte le fatiche di quel campionato.
Una gara senza storia, figlia dell'attenzione massima, dell'abnegazione, della ritrovata serenità di gruppo e della capacità dell'allenatore di lavorare sulla testa di ciascun calciatore. Una partita perfetta, giocata al massimo da parte di tutti.
Partendo dal portiere La Gaipa e proseguendo con Capraro, il giovanissimo Marzullo, il guerriero Cicciarella, il compianto Pecoraro, la tenacia di Bonventre, la gioia di Vittiglio che regalò lo spareggio con la rete al novantesimo contro il Partinicaudace.
Poi, l'intelligenza di Putaggio, la furbizia di Maniscalco, la classe di Torre e la bandiera Vito Signorello. Oltre ad essi, non bisogna dimenticarsi dei vari Gambicchia, Bulgarello, Lo Forte ed i giocatori assenti per squalifica.
Un atto d'amore da parte dei beniamini nei confronti dell'esigente pubblico rossonero che, nonostante abbia sempre mostrato un atteggiamento particolare, ha manifestato il suo forte apporto e supporto nei confronti della squadra.
Un'annata conclusa bene, seppur tra magagne, critiche e qualche dissenso espresso durante l'arco del campionato. La Folgore compì un'impresa, partendo da sfavorita per la scarsa vena prolifica in zona goal (23 reti fatte contro i 30 del Vittoria) ma, dal canto suo, una difesa migliore (30 reti subite contro le 40 dei ragusani).
Un cammino altalenante, col fiato sospeso ed arrancando spesso di fronte all'avversario di turno ma dimostrando la capacità di non mollare mai, nemmeno di fronte ad una retrocessione quasi irrimediabile.
Ogni singola gara disputata ha scritto un pensiero profondo verso questo club. Emozioni indescrivibili, spesso unite a delle delusioni imperdonabili e difficilmente cancellabili. Passano i rappresentanti di questa società storica, ma la Folgore rimarrà sempre un bene prezioso della città di Castelvetrano!