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Processo "Campus Belli", chiesta l'audizione di Trotta e Gualtieri

di: Antonio Pizzo - (fonte: lasicilia.it) - del 2013-10-19

Immagine articolo: Processo "Campus Belli", chiesta l'audizione di Trotta e Gualtieri

«Ciro Caravà, quando era sindaco di Campobello, per la soluzione delle varie problematiche del Comune da lui amministrato, si è sempre rivolto e fatto costante rifermento ai rappresentanti dello Stato. E in particolare all'allora prefetto di Trapani Stefano Trotta e al questore Giuseppe Gualtieri».

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  •  È quanto affermano i difensori dell'ex sindaco (gli avvocati Giuseppe Oddo, Giuseppe Parrinello e Giovanni Lentini) nel processo scaturito dall'operazione antimafia «Campus Belli», che alla sbarra vede sette delle 11 persone arrestate il 16 dicembre 2011. A finire in carcere, allora, anche Ciro Caravà.  In seguito, il Comune fu sciolto per infiltrazioni mafiose.

    Adesso, la difesa dell'ex primo cittadino (anche ieri presente in aula con un elegante completo blu), tra i rappresentanti istituzionali inseriti nella lista testi all'inizio del processo, ha chiesto al Tribunale di poter ascoltare, nelle prossime udienze (24 e 31 ottobre), Stefano Trotta e Giuseppe Gualtieri. Entrambi saranno chiamati a testimoniare la «scelta di Caravà di rivolgersi alle istituzioni e non ad altri».

    Un tentativo di convincere i giudici sull'estraneità dell'ex sindaco al contesto mafioso campobellese. Bisognerà vedere, però, come risponderanno l'ex prefetto e l'ex questore di Trapani.  Ieri, intanto, in aula, è stato il turno dell'ex presidente dell'Ato «Belice Ambiente» (periodo 2006-2010) Francesco Truglio, che su domande dei difensori ha ricordato la decisione di Caravà di non votare il bilancio della precedente gestione, quella di Emanuele Cristaldi.  «Non vedeva chiaro» spiega l'avvocato Parrinello.

    Ed inoltre quella, assieme ai sindaci di Castelvetrano, Gianni Pompeo, e di Mazara, Giorgio Macaddino, di effettuare la raccolta dei rifiuti «in house». Non affidando, dunque, l'appalto ai privati, come invece ha fatto l'Ato Tp1 «Terra dei fenici».

    Oltre a Caravà, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, imputati sono anche l'anziano boss Leonardo Bonafede, Cataldo La Rosa, Simone Mangiaracina, di 75, considerati il «braccio operativo» di Bonafede, Gaspare Lipari, che avrebbe svolto una funzione di «collegamento» tra il sindaco e il capomafia, Antonino Moceri e Antonio Tancredi. Gli ultimi due, imprenditori del settore olivicolo, sono accusati di concorso esterno.

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