Il lume a petrolio e quando nel 1911 arrivò la luce elettrica a Cvetrano grazie al Cav. Saporito
di: Vito Marino - del 2015-09-27

Il lume a petrolio comparve per la prima volta all'esposizione di Parigi del 1867. Quindi, non più olio o trementina per alimentare i lumi, ma “arsoliu” (petrolio) proveniente dagli USA, dove nel 1859 era entrato in funzione il primo pozzo petrolifero.

Il lume a petrolio era il massimo che si potesse avere allora in campo dell’illuminazione; infatti, era il meno inquinante, e dava una luce accettabile.
I lumi, fatti di materiali diversi (metallo, vetro o ceramica) erano nobilitati da decorazioni a sbalzo o a pittura. Il lume era composto dal piede, che oltre a dare la stabilità costituiva il serbatoio per il petrolio.

Avvitato al piede c’era “lu congegnu”, che serviva, tramite una manovella, per regolare la fiamma, abbassando e alzando “lu mecciu”, uno stoppino di spessa tela piatta, che aspirava, per osmosi, il petrolio per bruciarlo dall’altra parte, con sviluppo di luce. Il tubo di vetro, che si agganciava fra le mollette del congegnu (conocchia), fungeva da cappa fumaria e spingeva la fiamma ed il fumo verso l’alto impedendo nello stesso tempo alla fiamma di spegnersi in caso di vento.
Siccome era soggetto a sporcarsi facilmente, per avere più luce si doveva pulire dalla fuliggine giornalmente. In alternativa c’era “lu spicchiu”, una lucerna ad olio. Fino all’arrivo della corrente elettrica le strade erano illuminate con l’acetilene.
Oggi ci sono molte famiglie che conservano, come cosa antica, lumi di ottima fattura, di vetro, di ceramica o di rame, che sono dei veri capolavori d’arte.
Nel 1911, per merito dell’interessamento dell’allora sindaco di Castelvetrano, il cav. Antonino Saporito, arriva a Castelvetrano l’energia elettrica.
Da quel momento a poco a poco le famiglie sostituirono il lume con la lampadina elettrica. Ad ogni buon conto sino agli anni '30, ma anche a ridosso degli anni '40 il lume a petrolio illuminava ancora ampiamente le nostre case. Fino agli anni ’80 nelle stazioni ferroviarie, in caso di mancanza di corrente elettrica avevamo ancora in dotazione il lume a petrolio.