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"Non aprirò più il banco alimentare". Il gesto di protesta di Don Meli dopo l'ennesimo furto alla Chiesa di Santa Lucia

del 2018-03-20

Immagine articolo: "Non aprirò più il banco alimentare". Il gesto di protesta di Don Meli dopo l'ennesimo furto alla Chiesa di Santa Lucia

Non apro il banco alimentare fino a quando non finiranno i furti nel quartiere Belvedere”. Non è sicuramente una minaccia, ma Don Meli, parroco della Chiesa di Santa Lucia a Castelvetrano, non ci sta più a sopportare furti, che per i ladri c’è poco in guadagno, ma che fanno una danno notevole a chi li subisce.

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  • La goccia che ha fatto traboccare il vaso il furto di una grondaia di rame della Chiesa. Ignoti, nel pomeriggio di ieri, approfittando del fatto che il cancello, che porta anche all’abitazione di Don Meli era aperto, hanno con forza delle mani,staccato un tubo che portava l’acqua piovana dei tetti al sottosuolo.

    Non contenti, i ladri hanno provato a staccare un’altra grondaia vicina, ma qualcuno probabilmente li avrà disturbati e sono andati via senza riuscire nell’intento. Don Baldassare Meli,che assiste un quartiere difficile non ci sta: "Io non apro il Banco alimentare perché tutti capiscano che il quartiere è di tutti. Siamo al buio in parte della via Campobello, via Torino e Cristoforo Colombo, per un furto di rame. Hanno tranciato e portato via i cavi, come si può andare avanti cosi?

    Non è il primo furto che avviene nella Chiesa di Santa Lucia, qualche anno fa ignoti dopo avere forzato il portone d’ingresso sono andati dritto ala cassetta delle offerte e dopo averla smontata hanno portato via i soldi. A Natale il furto dei pastorelli di creta, poi fortunatamente fatti ritrovare. Ieri invece parte delle grondaie di rame e, se continua così, la Chiesa potrebbe restare prima degli importanti mezzi per fare defluire l’acqua piovana.

    Don Meli è uno di quelli che “non le manda a dire” facilmente e già alla fine degli anni 80 quando prestava il suo sacerdozio, a Palermo presso il Centro Santa Chiara, dopo il furto di una chitarra e di un proiettore ebbe a dire come ci conferma adesso: ”Fino a quando non ritornerà in sede quanto rubato non aprirò l’oratorio”.

    Don Meli avrebbe dovuto distribuire viveri e vestiario che ogni mese recupera alla Caritas di un entro vicino per i bisogni dei suoi fedeli, ma non lo farà perché ribadisce: ”La Parrocchia è per il quartiere e non è giusto che avvengono questi furti”.

    In effetti con tanto sacrificio Don Meli, la Parrocchia e l’Associazione dei ragazzi del Colobrì si fanno in quattro per lenire i bisogni di un quartiere dove campeggia la disoccupazione, dove famiglie vivono le difficoltà di chi ha marito figli ristretti in carcere e andare avanti è sempre più difficile.

    Don Meli assiste circa cento famiglie e ognuna di questa ha giornalmente una priorità. "Vengono in Chiesa –continua il Sacerdote- per chiedere dei soldi per pagare la bolletta della luce, per comprare la bombola del gas, soldi anche per pagare il viaggio dell’autobus o del treno   per andare ad incontrare qualche loro congiunto”.

    Statisticamente conferma Don Meli: ”sono aumentati i certificati Isee, che ci arrivano dalle famiglie che ci consentono di potere  chiedere maggiore assistenza.” In un momento di grande contingenza anche la distribuzione degli alimenti e del vestiario sta avendo una restrizione, a causa dell’aumento della povertà.

    Alla domanda a Don Meli, se questi fatti vanno denunciati, risponde: ”mi auguro che da parte degli autori di questi furti ci sia una autodenuncia delle loro coscienze. Io non ho l’idea di chi sia stato, ma il Quartiere deve vigilare di più e non permettere che simili fatti avvengano”.

    Don Meli andrà avanti con  le sue idee con tutta la sua buona volontà e non crede in quel proverbio siciliano che recita: ”Non fare bene che male te ne viene”. Non siamo a queste conclusioni ma non vorremmo che Don Meli si stancasse di aiutare tante famiglie come fa da anni. E allora chi ha peccato si passi una mano sulla coscienza, chiunque esso sia.

     

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