Alla scoperta del'’E-ELT, il telescopio delle meraviglie che consentirà nuove scoperte scientifiche
del 2017-10-17
In foto: (foto: Eso)
Penso che una delle domande più intriganti che si è posta da sempre l’umanità intera sia: “Ma davvero siamo i soli esseri viventi che abitano un universo così immenso e infinito (gli scienziati hanno calcolato che l’intero cosmo dovrebbe avere un diametro di circa novantadue miliardi di anni-luce), pieno di galassie, pianeti e stelle, nato approssimativamente (appena) quattordici miliardi di anni fa?”.
Ancora nessuno è riuscito a dare una risposta esaustiva a questo atavico quesito, ma l’uomo non si è mai arreso e continua a cercare un suo simile che possa soddisfare quel bisogno primordiale di sentirsi parte di qualcosa.
È in funzione di questo ardente desiderio che è stato progettato quello che a breve diventerà il più grande telescopio ottico-infrarosso polivalente che mente umana sia stata mai in grado di concepire e realizzare, l’E-ELT (acronimo di European Extremely Large Telescope), il telescopio delle meraviglie, il più grande occhio del mondo rivolto al cielo a caccia di nuove forme di vita. La notizia, almeno per noi europei, rappresenta il raggiungimento d’un traguardo del quale potere andare veramente fieri. In particolare saranno tre note aziende italiane che si occuperanno della struttura portante e della cupola rotante del telescopio.
Lo specchio primario, concavo e segmentato, raggiungerà complessivamente i 39 metri di diametro e sarà composto da 798 diversi segmenti esagonali. La fusione dello specchio secondario è stata ultimata già nel mese di maggio di quest’anno 2017; ha un diametro di 4,2 metri e un peso di 3,5 tonnellate. La consegna del secondario è prevista per la fine del 2018 e quella del terziario, che peserà circa 3,2 tonnellate, per luglio 2019.
Complessivamente il telescopio E-ELT sarà composto da cinque specchi tutti realizzati con materiale in vetroceramica a bassa dilatazione termica.
È dalla fine del 2005 che l’ESO, European Southern Observatory, l’Osservatorio Astronomico Europeo australe più produttivo al mondo, ha coinvolto più di cento astronomi provenienti da tutti i paesi che fanno parte del continente europeo per creare questo nuovo telescopio gigante (con una risoluzione pari a cento milioni d’occhi umani) che, si prevede, potrà entrare in funzione nell’anno 2024.
Da quel momento e per i cinquant’anni successivi E-ELT andrà a caccia di stelle con l’osservazione capillare dell’universo alla ricerca di nuovi mondi, di pianeti più o meno simili al nostro, d’eventuali zone dove potrebbe esserci una qualche forma di vita; indagherà gli esopianeti (quelli che non appartengono a un sistema che ruoti attorno a una stella che non sia il sole),. i buchi neri, l’energia e la materia oscura. Strumenti come questo sono strategici per lo sviluppo dell’umanità e per la consapevolezza del suo ruolo nell’universo.
L’ESO è sostenuto da quindici paesi europei tra cui l’Austria, il Belgio, la Danimarca, la Finlandia, la Francia, la Germania, i Paesi Bassi, la Polonia, il Portogallo, il Regno Unito, la Repubblica Ceca, la Spagna, la Svezia, la Svizzera e, naturalmente, l’Italia. A questi si sono aggiunti il Brasile e il paese ospitante, il Cile.
Svolge un ambizioso programma che si concentra sulla progettazione, costruzione e gestione di potenti strumenti astronomici da terra che possano consentire agli astronomi di realizzare importantissime nuove scoperte scientifiche.
Per la realizzazione dell’E-ELT si prevede che occorrerà un impegno economico superiore al miliardo di euro. Sorgerà nella regione montuosa del deserto di Atacama, sulle Ande cilene dove, a una quota di 3.060 metri sul Cerro Armazones vicino l’osservatorio del Paranal, si potrà orientarlo sfruttando uno dei cieli più tersi e asciutti dell’intero pianeta.
La cerimonia della posa della prima pietra si è svolta il 26 maggio 2017 alla presenza anche del presidente della repubblica del Cile, Michelle Bachelet, mentre per l’Italia erano presenti il ministro Stefania Giannini e il presidente dell’Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, Nicolò (Nichi) D’Amico.
L’Italia provvederà per la progettazione, la realizzazione, il trasporto, la costruzione, l’assemblaggio e la verifica finale della struttura meccanica del telescopio la cui cupola rotante avrà un diametro complessivo di 80 metri e peserà 5000 tonnellate. In tutto l’E-ELT raggiungerà un’altezza di 90 metri pari a un palazzo di trenta piani s’una superficie grande quanto un campo di calcio.