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Da Facebook al Tribunale tra foto osè e presunti ricatti. Donna partannese a processo per estorsione

del 2018-03-14

Immagine articolo: Da Facebook al Tribunale tra foto osè e presunti ricatti. Donna partannese a processo per estorsione

Un'amicizia nata sulla rete, poi qualche promessa di matrimonio, lo scambio di video e foto osè e la richiesta di denaro per evitare che le immagini finissero ad amici e parenti. Corre sull’asse Toscana- Sicilia, e in particolare Livorno-Partanna, questa storia che è già finita in Tribunale e che rischia di venire poi prepotentemente alla cronaca nei suoi dettagli.

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  • Una signora separata di Partanna, M.C., di mezza età si trova nei guai perché imputata del reato di tentata estorsione, a seguito di richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica di Livorno.

    I fatti risalgono ad un anno fa, quando la stessa faceva amicizia tramite facebook con un uomo di Livorno e tra i due nasceva una storia nell'ambito della quale avveniva lo scambio di foto erotiche e di video hard.

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  • A causa di successive incomprensioni, tuttavia, la relazione veniva troncata ed a quel punto, secondo la Procura di Livorno, la donna, che avrebbe utilizzato un'identità inventata, cominciava in maniera pressante a chiedere del denaro minacciando che in caso contrario avrebbe divulgato ai conoscenti le foto ed i filmati in cui l'uomo veniva ripreso nudo.

    Rivoltosi ai Carabinieri, questi ultimi consigliavano all'uomo di dare un appuntamento a M.C. fingendo di cedere al ricatto in maniera che al momento della consegna del denaro (500 Euro) gli stessi potessero intervenire ed arrestare in flagranza la donna.

    Va detto che la donna usava un profilo falso, avendo detto all’uomo di mezza età tra l’altro celibe, che abitava a Pisa e che quindi lo scambio con distruzione del materiale “scomodo” si sarebbe potuto fare a Livorno, come avrebbe detto l’imputata.

    Non si sa se in effetti ci sia stato mai un incontro tra la coppia o se lo “scambio d’amorosi sensi”, sia sempre avvenuto tramite la rete e quindi solo virtuale. La donna tuttavia al luogo stabilito non si presentava all'appuntamento ed a quel punto le indagini dell’uomo molto preoccupato, passavano alla Polizia Postale, che accertava che il profilo facebook, da cui erano partite le richieste di denaro, era collegato ad una scheda telefonica attivata a Castelvetrano ed intestata a M.C., una signora separata di Partanna con qualche lieve precedente penale.

    Interrogata, la stessa pare che abbia  negato ogni addebito, riferendo di avere utilizzato quella scheda solo per pochi giorni ed averla poi dismessa. Il GIP di Livorno si pronuncerà ai primi di aprile, quando sarà tenuta l'udienza preliminare.

    L’avvocato Gianni Caracci, che difende la donna di Partanna, non vuole aggiungere altro alla dinamica dei fatti e si limita solo a dire che: ”la storia è veritiera e che sta preparando tutta la tesi difensiva per la  cliente“.

    Una storia che non è la sola e tante altre ce ne sono perché spesso tutto nasce da una amicizia tra due persone che spesso sfocia in simpatia e poi in qualcosa che si pensa importante. Ma ci sono uomini e donne deboli, che alla fine cedono ai ricatti economici pur di sperare d’incontrarsi con la persona che si immagina il vero amore o che serva per altri scopi.

    E così si scopre per esempio di Gino (nome inventato) della zona, che conosce una donna dell’est che le chiede, dopo i primi “complimenti”, duecento euro per venire, poi la mamma della stessa si “ammala” e perde il volo e quindi ce ne vogliono altri duecento per ricomprare il biglietto, fino a quando arriva la richiesta di mille euro, altrimenti tutti quei messaggi d’amore e quelle foto inequivocabili spedite magari dall’ uomo sposato, rischiano di finire sulla rete con le conseguenze del caso.

    Il consiglio è sempre quello di un uso moderato della rete di facebook, soprattutto quando si comincia a parlare di soldi.

     

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