Vita, il Comune condannato a risarcire 50 Mila Euro ad un giovane centauro
di: Elio Indelicato - del 2019-07-26
Il Comune di Vita condannato a risarcire un giovane centauro che nel 2016 era caduto, sbattendo la testa, a causa di una grossa buca sull’asfalto e non segnalata. A deciderlo è stato il Tribunale civile di Marsala, giudice Cinzia Immordino, che con la sentenza depositata nei giorni scorsi, ha condannato l’Ente ad un risarcimento di poco superiore ai 50.000 euro.
Il giovane, N. S. originario di Vita, nel mese di luglio del 2016 mentre percorreva una strada secondaria Bosco Baronia, perdeva il controllo della propria moto a causa del manto stradale dissestato e di una buca non segnalata. Il ragazzo, gravemente ferito, era rimasto sull’asfalto privo di sensi ed era stato trasportato con l'ambulanza, allertata da un passante, presso l’ospedale di Alcamo, per poi trasferirlo presso il reparto trauma-center dell’ospedale Cervello di Palermo.
Grazie alle attente cure dei sanitari e dopo oltre un mese di ricovero, il motociclista veniva dimesso, anche se ha dovuto continuare per diversi mesi cure e visite specialistiche. I familiari però, viste le condizioni del figlio, hanno incaricato il proprio legale, l’avvocato Francesco Salvo di Salemi, per avanzare una richiesta di risarcimento dei danni patrimoniali e non, ma l’Amministrazione ha subito negato ogni responsabilità.
Dopo quasi tre anni di processo è arrivata una sentenza che ha dato ragione al centaturo. L’avvocato Salvo ha dichiarato: “siamo molto soddisfatti del risultato, a cui si è giunti in seguito ad un processo complesso, in cui sono stati sentiti diversi testimoni ed espletate due consulenze tecniche.
Alla fine però il Tribunale ha accolto tutte le richieste del mio cliente, ritenendo il Comune responsabile per l’omessa custodia della strada particolarmente insidiosa, buia e carente di segnaletica”. Decisiva è stata anche la perizia del CTU Luigi Simonetto che ha evidenziato l’insidia della stessa strada.
Il Comune si era difeso contestando il fatto che il giovane, che ha avuto riconosciuto il 13% di danno biologico, era senza casco e soprattutto aveva sempre negato, attraverso i suoi legali, nel corso del processo qualsiasi responsabilità e quindi nessun obbligo al risarcimento a seguito dell’evento, che aveva visto il ricovero del giovane centauro per circa un mese e poi le successive cure riabilitative ma con un deficit poi accertato dal medico legale nominato.
La sentenza adesso è provvisoriamente esecutiva, ma non si esclude che il Comune di Vita possa fare appello, vista la somma non indifferente che dovrà pagare.
Fonte: GdS