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Ingroia a Selinunte: "l'agenda rossa di Borsellino usata come mezzo di ricatto"

La verità sulla strage? C'è un muro di gomma, occorre che la politica faccia uno scatto in avanti

del 2012-07-22

Nell' ultima giornata del Festival della Legalità in Tour, che si è tenuto a Castelvetrano e Selinunte dal 18 al 22 luglio, il giornalista Roberto Puglisi ha intervistato, alla presenza del sindaco Felice Errante e del consigliere Pasquale Calamia, il magistrato Antonio Ingroia, che ha parlato del suo rapporto con Paolo Borsellino, con Giovanni Falcone, della delegittimazione che i due Magistrati subirono negli anni 90 e della piena verità che ancora non conosciamo sulla strage di via D'Amelio e sulla presunta trattativa Stato-Mafia.

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  • A proposito della famosa agenda rossa che Paolo Borsellino teneva sempre con se e che scomparve dopo la strage di via D’Amelio, Antonio Ingroia ha detto che la stessa è in mano a qualcuno che la usa per ricattare, riferendosi anche a pezzi grossi dello Stato.

    Alla domanda se Paolo Borsellino avesse paura Ingroia ha dichiarato: ”Tutti noi  sappiamo a quali rischi andiamo incontro.  Lui Paolo quell’estate mi disse che non sarebbe andato in vacanza nel suo villino di Villagrazia perché soprattutto temeva per la sua famiglia. A noi magistrati è stato storicamente affidato il ruolo di “ cane da guardia” del potere. Quando la mafia è incontrollabile e fa paura si da forza ai Magistrati. Se vengono uccisi uomini politici, come avvenne per l’omicidio di Salvo Lima allora viene potenziata la Magistratura salvo poi  lasciarla sola e tentare di delegittimarla quando va a toccare le alte sfere di potere come avvenne per il maxi processo e prima ancora con l’arresto dei fratelli Salvo, i potenti esattori di Salemi".

    Dopo vent'anni la strage di Via D'amelio ancora porta con sé ombre, perplessità e interrogativi. L'Italia – dice Antonio Ingroia – è un Paese che ha un problema con la verità. Non tutti vogliono conoscerla. Per fortuna c'è un'altra Italia che vuole sapere. Non credo che la magistratura potrà compiere ulteriori passi in avanti. C'è un muro di gomma. Non c'è solo l'omertà dei mafiosi. C'è il silenzio degli uomini delle istituzioni che ebbero responsabilità in quel periodo. Tocca alla politica tentare uno scatto in avanti. Come? Per esempio con una commissione di inchiesta che approfondisca a fondo, senza veli e con coraggio. E credo che bisognerebbe rimettere mano alla legge sui pentiti”.

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