Alla scoperta di la “Misericordia”, dopo tanti anni è tornata a splendere la piccola Chiesa a Castelvetrano
di: Salvatore Di Chiara - del 2025-06-08

(ph. Enzo Napoli)
Dal 29 maggio al primo di giugno sono andati in scena i festeggiamenti in onore della Madonna della Misericordia di Castelvetrano. Dopo tanti anni - fin troppi - il piccolo edificio religioso è tornato a splendere nella sua bellezza. Tra riferimenti storici e avvenimenti sociali, la “Misericordia” merita le dovute attenzioni. A partire da quel lontano 1617 quando, su una cappella preesistente detta del “Crivaro”, il 22 aprile veniva posta la prima pietra. Detta anche di Sant’Alessio, il 16 settembre del 1627 fu donata da Don Diego alla famiglia Pignatelli. Nel 1839, per volere di Giuseppe Aragona Pignatelli, fu abbellito l’abside (con tanto d’iscrizione posta a destra dell’ingresso).

A tal proposito, è interessante l’epigrafe che riporta (in latino - ringrazio la professoressa Francesca Riggio per la traduzione) testuali parole: Il Patrono (feudatario) molto religioso Giuseppe Aragona Pignatelli, duca di Terranova e principe di Castelvetrano, adornò questa chiesa dedicata alla Vergine Madre della Misericordia con la costruzione dell’abside e della torre sacra (campanile). Ricostruì per il popolo l’altare centrale con la custodia (tabernacolo) e le pareti con il denari raccolto, aiutato in quest’opera dallo zelo del reverendo canonico beneficiale don Giovanni Grimaldi. Anno del Signore 1839.
Altra data da ricordare è il 1908-1909. Per volere del sacerdote Giuseppe Giancontieri la chiesa fu restaurata, fu ampliato il lettorino, costruite le porte nuove e l’altare maggiore in marmo. Dalla monografia dello storico G.B. Ferrigno si apprende la forte devozione dei fedeli per la SS. Vergine. La prima domenica d’agosto si celebrava la solennità. Nello stesso giorno i fedeli, ricevuta una grazia durante il corso dell’anno, offrivano oggetti d’oro e d’argento e, in alcuni casi, ex-voti in cera raffiguranti parti del corpo colpite dal male. Alla lunga - come espresso dallo stesso storico - era diventata una prassi indecente! Di semplice fattura (rettoria), la pianta è a un’unica navata con abside rettangolare e copertura con volte a botte sormontata da struttura lignea e tegole.

La facciata (esterna) è delimitata da due campanili sormontati da due cupole rosse, mentre al centro trovano posto il portale in pietra trabeato e una finestra rettangolare con una semplice cornice. La facciata culmina con una finta balaustra e una cuspide che regge la croce. Nel corso della storia, causa avvenimenti che avevano colpito la città, i fedeli invocarono l’aiuto della Madonna. “Echi e richiami” di un forte legame con la religione, con esiti positivi (cronache del tempo). Silenzio e preghiera sono gli elementi chiave da non sottovalutare. Nonostante le dimensioni esigue, il visitatore si lascia ingolosire dalla presenza “ricca”. Tra dipinti, sculture in legno del Pisani (scultore castelvetranese sottovalutato) e affreschi datati anche al 1567 (antecedente alla data di costruzione), la chiesa regala - nella sua posizione elegante (ubicata al termine della via Quintino Sella), un motivo in più per una visita di dovere.
In una città che annoverava ben 37 strutture religiose, di cui alcune non più esistenti, la N.S. di Misericordia rappresenta un tuffo nel passato. Un percorso controcorrente che oggi, malgrado le difficoltà, cerca di ritagliarsi uno spazio. Turistico? Anche. E magari, con una maggiore considerazione - tra i tesori da custodire e preservare facenti parte del territorio castelvetranese. W la Madonna della Misericordia!
(Foto gentilmente da Enzo Napoli)