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Castelvetrano ricorda, quando la piscina fu teatro di alcuni avvenimenti e poi…

di: Salvatore Di Chiara - del 2025-07-31

Immagine articolo: Castelvetrano ricorda, quando la piscina fu teatro di alcuni avvenimenti e poi…

Avete mai sentito parlare della super piscina sita in via Campobello? Quella al coperto e l’unica presente (in quel periodo) in provincia? A Castelvetrano possiamo fregiarci di essere stati gli unici - negli anni Ottanta - titolari di una struttura unica nel territorio. “Tempi che furono” potrei aggiungere. Eppure, in una traversa della stessa (via Campobello), i castelvetranesi trovavano spazio per svago e salute. Se da un lato prevaleva l’idea di fare agonismo (appunto nuoto), dall’altro si curavano determinati malesseri fisici.

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  • La storia della “super” piscina ha un inizio e un triste epilogo (come sempre del resto). Tutto nacque grazie a un’idea voluta e portata avanti da un gruppo di collaboratori capitanati dal ragioniere Salvo. Ecco uno stralcio di un suo intervento: “La nostra è stata un’iniziativa di alcuni amici a fare sorgere, a Castelvetrano, l’associazione sportiva senza fini di lucro, finalizzata a una salutare occupazione del tempo libero dei cittadini”. Costituita l’associazione e definito l’organigramma (lo stesso Salvo ne era il segretario), pian pianino la struttura prese forma e dimensioni. Moderna, razionale e all’avanguardia furono le caratteristiche base della stessa. E con finalità ricreative e sociali. Chi erano gli altri componenti dell’associazione? È giusto menzionare coloro che diedero un validissimo contributo alla causa. L’avvocato Bartolomeo Infranca ricopriva il ruolo di presidente, mentre il professore Peruzza quello di vicepresidente. Tra i consiglieri spiccavano i nomi di: Giovanni Mandina (ragioniere), Gioacchino Ferracane (professore) e i collaboratori Giovanbattista Pappalardo e Benedetto Rosalia.

    In poco tempo, quello che sembrava un investimento “avventuriero”, divenne fatto rilevante. Nel 1980, i ragazzi che frequentavano la piscina erano ben 188 (dai 4 ai 16 anni). Seguiti da un gruppo d’istruttori esperti (tra questi i professori Fanny La Rosa, Ernesto Pedina, Donatella Anzaleo e Anna Oddo Infranca), i giovani impararono le tecniche e gli stili di nuoto. Un binomio perfetto! La struttura venne arricchita dalla presenza di una sauna e un settore per la terapia. Inoltre, si tenne conto delle misure regolamentari per gare ufficiali di 25 metri per 14,50 e con cinque blocchi di partenza, senza dimenticare dell’aria condizionata e tutti i requisiti indispensabili (docce uomo e donna e attrezzature sportive varie). Lo stesso Gioacchino Ferracane fu nominato direttore tecnico della struttura. Alla domanda su eventuali somme ricevute, il direttivo fece subito chiarezza. “Non abbiamo ricevuto una lira né dalla Regione Sicilia né da parte dello Stato Italia. Grazie a una società finanziaria è stato possibile ottenere la somma necessaria. È frutto dei nostri sacrifici personali”. 

    La piscina fu teatro di alcuni avvenimenti. Tra questi, venne utilizzata per gli allenamenti della squadra di pallanuoto di Trapani. Oltre alle discipline in acqua, le intenzioni dell’associazione si spostarono anche verso altri sport come il tennis, il basket e il volley. Le intenzioni erano quelle di aumentare il numero di giovani coinvolti nello sport. Per una maggiore diffusione delle pratiche sportive e un impiego utile del tempo libero. Oggi cosa rimane di tutto questo? Una struttura fatiscente, un progetto che ebbe successo e tanta sfortuna (la mettiamo così). Perché una città come Castelvetrano non è dotata di una piscina? Attendiamo che qualcuno possa rispondere.  

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