"Quel pianoforte nel Teatro Selinus e la lungimiranza di un Sindaco. Ciao Gianni". Il ricordo di Gigi Simanella
di: Luigi Simanella - del 2019-01-21
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Con profondo e sincero cordoglio per la gravissima perdita, voglio esprimere anch’io la mia modestissima testimonianza in ricordo dell’amico Gianni Pompeo. Entrambi siamo cresciuti sotto l’albero democristiano e quando la vecchia D.C. si è sciolta, lui è rimasto ancorato a quegli ideali continuando la sua esperienza politica nell’U.D.C. che l’ha portato a ricoprire la carica di sindaco della nostra città, Castelvetrano, per ben due legislature.
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Io, invece, ch’avevo più simpatie per la corrente morotea rispetto a quella dototea, mi sono spostato più a sinistra confluendo nell’allora P.D.S. (Partito Democratico della Sinistra). Questo, però, non ha determinato alcun cambiamento nei nostri rapporti personali di stima e d’amicizia. Fu Gianni che volle caparbiamente acquistare, per conto del comune di Castelvetrano, il pianoforte a coda sul quale mio figlio Daniele aveva studiato per tanti anni. Questo poiché Daniele, ultimati i suoi studi prima al Conservatorio di Musica di Palermo e, poi, all’Accademia Musicale Pescarese, decise di trasferirsi in Francia.
Essendo un gran coda della Kaway, lungo più di due metri e settanta, non gli fu per nulla facile portarselo dietro. Oggi lo strumento, oltre a fare sfoggio di se sul palco del “Teatro Selinus” di Castelvetrano, permette a tutti i concertisti pianisti che s’esibiscono nel nostro piccolo gioiello architettonico, di potersi esprimere con uno strumento adeguato alle loro esigenze musicali. Questo grazie alla lungimiranza dell’allora sindaco Pompeo.
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Ricordo con affetto le parole ch’egli proferì allora nei confronti di Daniele alla fine del concerto che mio figlio regalò alla cittadinanza: “Quando diventerai famoso, potremo dire di possedere lo strumento sul quale ti sei diplomato”. Mio figlio non è diventato famoso, ma da più di dieci anni oramai è uno stimato docente di pianoforte al Conservatorio di Musica di Livarot, in Normandia.
Sono certo che Gianni è stato ugualmente orgoglioso di questo, come lo siamo tutti i castelvetranesi di chi da lustro a questa martoriata città nella quale ci ostiniamo a rimanere speranzosi che, come recita il proverbio, “Bon tempu e malu tempu, un dura tuttu tempu”.
Ciao caro Gianni, riposa anche tu in pace in compagnia di tanti altri amici che c’hanno lasciato prematuramente.