Messina Denaro/3 "Speriamo che muoio prima così la chiudiamo qua"
del 2023-08-09
Emergono interessanti spunti dai verbali dell'interrogatorio di Messina Denaro alla Procura di Palermo circa un mese dopo la cattura del 16 gennaio scorso. Uno squarcio di vita quotidiana vissuta in quella divenuta negli ultimi anni la sua vera propria roccaforte, Campobello di Mazara.
Uno stralcio delle parole di Messina Denaro sulla sua vita condotta a Campobello di Mazara: "Io giocavo a poker, mangiavo al ristorante, andavo a giocare, ovviamente, quando ho fatto l’applicazione nel telefono della Bet, per giocare le partite, ci potevo andare io?
Non ha senso, ci sono andato e ci dissi: "Andrè, fammi ‘sti… quantomeno il sabato e la domenica mi passo il tempo pure con le partite, giocando". E ci sono andato con lui, lui che ha detto? Ha dato il suo nome, però nel telefono che avevo io, che il telefono che avevo io era intestato a sua madre però, giusto? Una persona di 90 e rotti anni.
Quindi la donna ed il marito, che erano i proprietari, chi gestiva questo Bet, problemi non se ne posero, perché abbiamo detto che eravamo cugini, io venivo da fuori, senza fare nomi e siamo diventati, io sono diventato amico di mezzo paese.
Non c’erano negozi che non mi conoscevano: panettieri, fruttivendoli, supermercati… supermercato, sempre al supermercato andavo, perché… però sapevo che arrivavo a sbattere, lo capivo; non è che mi sento super intelligente, non lo sono, però qualcosa della mia vita ormai.
Nella latitanza mi sapevo gestire, sapevo che non era per sempre questa situazione, però sapevo pure, “Speriamo che muoio prima, così la chiudiamo qua”, ecco qual è stata la mia… tanto io non è che ho speranze, sempre morto sono, perché non sono più operabile, penso… loro dicono massimo ancora due anni, però non ci arrivo a due, perché mi sento male, lo capisco. Cos’è che voleva sapere lei?"
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