Operazione dei Ros, avrebbero coperto la latitanza di Matteo. Arrestati tre incensurati FOTO
di: Comunicato Stampa - del 2024-03-27
Nella copertina la foto di una delle carte d'identità utilizzate dal boss latitante dal 2012 al 2017, sotto il nome di Massimo Gentile.
Un nuovo colpo alla rete che ha protetto e sostenuto l'ex superlatitante Matteo Messina Denaro durante gli anni della latitanza. A finire in manette tre persone, tutte originarie di Campobello di Mazara che a vario titolo avrebbero aiutato il boss, catturato il 16 gennaio 2023 e deceduto a settembre dello stesso anno.
Il 27 marzo 2024 il Ros, con il supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali carabinieri di Trapani, milano e monza brianza, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palermo, su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, a carico degli indagati Gentile Massimo, Leone Cosimo e Gulotta Leonardo Salvatore.
L’attività, condotta nell’alveo delle investigazioni finalizzate a disvelare il contesto mafioso che ha permesso a messina denaro matteo di sottrarsi alla cattura e ad esercitare il ruolo di capo mafia per circa 30 anni, hanno consentito di raccogliere elementi investigativi che conducono ad ipotizzare che:
a. Gentile Massimo faccia parte dell’associazione mafiosa cosa nostra e che abbia ceduto al fu capo della provincia mafiosa trapanese la propria identità al fine di fargli acquistare un’autovettura e un motociclo, sottoscrivere le relative polizze assicurative, compiere operazioni bancarie ed eludere i controlli delle forze dell’ordine, assicurandogli in tal modo la possibilità di muoversi in stato di latitanza sul territorio e di continuare a dirigere detto sodalizio;
b. Leone Cosimo, al pari di Gentile, faccia parte della medesima associazione mafiosa e che in particolare:
- abbia assicurato al sodalizio le proprie competenze tecnico mediche, relazioni personali e possibilità di movimento all’interno di strutture sanitarie, nella qualità di tecnico sanitario di radiologia medica presso l’ospedale di Mazara del vallo, ove tra l’altro Messina Denaro Matteo è stato ricoverato, da latitante, dopo l’insorgenza della malattia oncologica;
- abbia consegnato a Messina Denaro Matteo, durante la degenza post-operatoria e dopo averlo ricevuto da Bonafede Andrea cl. 69, un telefono cellulare con una scheda telefonica riservata;
- sia stato, anche per il tramite di Bonafede andrea cl. 69, un punto di riferimento per il latitante in ordine al percorso terapeutico, iniziato presso l’ospedale di mazara del vallo e proseguito poi con la visita oncologica presso l’ospedale di trapani;
c. Gulotta Leonardo Salvatore abbia concorso, senza prendervi parte, nell’associazione mafiosa cosa nostra, assicurando a Messina Denaro Matteo dal 2007 al 2017 la disponibilità di un’utenza telefonica necessaria per la gestione dei mezzi di trasporto in uso al fu latitante. Sono attualmente in corso delle perquisizioni nella provincia di Trapani e in Lombardia.