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Messina Denaro, a due anni dalla cattura restano tanti i misteri ed i nomi da decifrare

di: Redazione - del 2025-01-16

Immagine articolo: Messina Denaro, a due anni dalla cattura restano tanti i misteri ed i nomi da decifrare

Due anni fa un'agenzia stampa battuta intorno alle 8e45 poneva fine alla latitanza di Matteo Messina Denaro, rampollo del mandamento trapanese datosi alla "macchia" il 2 giugno 1993, a seguito del primo mandato di arresto ordinato dalla Procura di Marsala che indagava sulla faida mafiosa che insanguinato la cittadina di Partanna. Covi, cene, auto, identità prestate, questo il resoconto fin qui scoperto a seguito delle fitte indagini nei luoghi che hanno ospitato negli ultimi anni l'ex superlatitante ma "pesci grossi" quelli che hanno foraggiato la sua bella vita ed i suoi affari ancora non sono venuti alla luce.

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  • A quasi due anni dalla cattura sono usciti fuori, complice la prossima uscita del nuovo lavoro editoriale del giornalista d'inchiesta Lirio Abbate, alcuni stralci dei diari personali di Matteo, dei pensieri autobiografici dell'ex superlatitante che rivelano anche alcune vacanze, o viaggi di affari per meglio dire, che Matteo Messina Denaro era solito fare. Per "sfidare" lo Stato che aveva lanciato pubblicamente un identikit, lo stesso scrive nel 2014 rivolgendosi alla figlia che nel periodo della diffusione del suo probabile identikit era molto più giovane e per avallare la sua fisionomia del 2006 raccoglie otto immagini che lo ritraggono a Verona, in piazza Bra, davanti all'Arena, era il 20 maggio del 2006 e Bernando Provenzano era stato arrestato un mese prima, esattamente l'11 aprile in una masseria alle porte di Corleone dopo 43 anni di latitanza.

    Dopo Riina nel 1993, Provenzano nel 2006, Messina Denaro era sicuramente il colpo da infliggere ai corleonesi ma Matteo se ne stava a Verona, chissà prendendo parte anche al Vinitaly che quell'anno si svolse dal 6 al 10 aprile oppure come scrivono i colleghi del Corsera del Veneto "per via di collegamenti" con la famiglia Rinzivillo di Gela non nuovi ad inchiesta relativa ad appalti con società raggiunte da interdittive antimafia. A due anni dalla cattura tutto fino ad adesso è ruotato attorno ai "sodali" principalmente campobellesi e molti dei quali vicini come parentela al defunto Leonardo Bonafede.

    Restano tanti nomi in codice da decifrare e soprattutto quelle cifre mensili che Matteo trascriveva e gelosamente custoditi  che dovranno prima o poi portare ad un autore del versamento. L'eredità più importante di Matteo attualmente scoperta è la raccolta dei "libricini" che non ha voluto bruciare per farli leggere alla figlia, o a tutti noi. E come quel Franck Muller Geneve Color, orologio da 35K circa indossato durante l'arresto, che secondo quanto rivelato da Repubblica risulterebbe comprato nel 2009 quando Matteo si trovava in vacanza, o in affari, al Forte Village di Santa Margherita di Pula. Ma di quella vacanza non ha conservato alcuna foto evidentemente non avevi segnali da lanciare. 

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