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Operazione Artemisia, il Riesame: ”insussistenti i riscontri per Errante e Perricone”. La super loggia non c’era ma le clientele politiche sì

(fonte: livesicilia.it) - del 2019-06-07

Immagine articolo: Operazione Artemisia, il Riesame: ”insussistenti i riscontri per Errante e Perricone”. La super loggia non c’era ma le clientele politiche sì

La super loggia massonica di Castelvetrano non è riscontrata da elementi di prova e da reali elementi indiziari. Il Riesame collega i comportamenti degli indagati, al vezzo della politica clientelare che in Sicilia e in Italia in generale, ha sostenuto molti potentati politici e in diversi partiti: da destra a sinistra , passando per il centro.

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  • Depositate le motivazioni con cui il collegio di Palermo, presieduto da Lorenzo Iannelli, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante, e Luciano Perricone tra i 27 indagati dell’inchiesta della Procura di Trapani, finiti in carcere lo scorso 21 marzo e poi liberati dal Riesame. Nella stessa operazione, venne arrestato, l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto.

    Il Tribunale del Riesame di Palermo, anche per le motivazioni su Errante e Perricone, da una lettura più legata al clientelisimo politico teso a gestire consenso elettorale e non conferma, il grave reato ipotizzato dalla Procura di Trapani di associazione segreta finalizzata al controllo politico e amministrativo della città.

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  • Un‘inchiesta, ancora una volta, picconata dal Riesame e che indica un percorso d’indagini legato più a reati scaturiti da voti scambio e fenomeni corruttivi. Errante e Perricone dunque, non avrebbero fatto parte di nessuna super loggia e le loro relazioni con Lo Sciuto erano finalizzati ad obiettivi elettorali e di posizione politica. Le motivazioni appena conosciute su Felice Errante e Luciano Perricone ridimensionano notevolmente il carico accusatorio nei loro confronti e di molti dei 27 indagati.

    Lo stesso Riesame afferma che- Lo Sciuto era a capo di un gruppo di persone che si attivavano per i ritorni elettorali e discutibili metodi- molto in uso nella prima Repubblica. L’inchiesta trapanese, se da un canto è fortemente ridimensionata nell’intreccio ipotizzato – potere politico- massoneria- dall’altra  traccia uno spaccato piuttosto desolante della gestione politica ed elettorale, per avere più consensi.

    Ovviamente, occorre capire bene tutte le singole posizioni e come queste si collegano in termini di reato con Lo Sciuto ritenuto  dai pm ,il dominus.

    A Lo Sciuto veniva contestato di avere organizzato una loggia segreta capace di condizionare la vita pubblica. Dalle nomine negli Assessorati e negli uffici pubblici – ad esempio Asp di Trapani, Ipab Infranca e parco archeologico di Castelvetrano – fino alla concessione di false pensioni di invalidità da parte dell’Inail. Ancora le motivazioni sull’ex deputato non si conoscono.

    Secondo il Riesame su Errante e Perricone “non emergono condotte di interferenza organizzate e pianificate dal sodalizio” e non è provata l’esistenza di “un comune progetto associativo, atteso che le decisioni assunte da Lo Sciuto erano funzionali a soddisfare il suo esclusivo interesse ad ampliare il suo pacchetto di voti”.

    Sponsorizzare la nomina di qualcuno è una cosa, condizionarne l’operato attraverso il potere di una setta segreta è altra. Solo in quest’ultimo caso, quando si lavora per “sovvertire le istituzioni”, si sfocia nel penale.

    Il Riesame: «Una politica basata su accordi di bottega e sul trasversalismo che, a prescindere da ogni valutazione di carattere etico, non integra alcuna ipotesi di reato, costituendo il previo confronto sugli incarichi di governo uno strumento essenziale per mantenere fermi gli equilibri politici in seno alla coalizione».

    Il quadro politico che viene fuori dalle parole che il giudice utilizza per evidenziare la carenza dimostrativa dell’accusa, però, è sconfortante. Si parla di “deprecabile politica clientelare finalizzata a soddisfare l’interesse di Lo Sciuto ad aumentare il suo consenso elettorale”. Di “pressioni lobbistiche e spartizione deprecabile degli incarichi”, frutto di “accordi politici – in un caso – con Turano e Micciché". 

    Anche la posizione di Luciano Perricone è legata ad un accordo politico che nasce in vista delle elezioni del 2017 e poi continuato nel 2019. Accordo politico che viene siglato attraverso un patto elettorale che rimane fuori dalle logiche di una possibile “super loggia” e questo sarebbe dimostrato ampiamente dalle scelta che Perricone fece, in occasione della campagna elettorale del 2019 che non riuscì a fare.

    Gli assessore designati da Perricone lo scorso marzo, erano lontanissimi da possibili forzature pre elettorali dell’ex deputato Lo Sciuto. Riscontri che gli avvocati di Perricone hanno rappresentato a difesa del loro assistito.

    Lo Sciuto che si voleva candidare al consiglio comunale, intendeva sostenere un progetto politico di centro destra. Perricone, se nel 2017 aveva una coalizione molto politica, nel 2019 si mosse in tutt’altra direzione, chiedendo a gente come, Giovanni Lentini notoriamente di sinistra e ad altri, come Salvatore Ficili, di lavorare ad un progetto elettorale civico e distante dai partiti.

    Nel 2017 ,”I candidati da appoggiare”- secondo il Riesame- venivano individuati “non tra gli esponenti di tale ipotizzato gruppo segreto ma tra coloro che, dando la disponibilità alla propria candidatura, avrebbero garantito voti al partito”.

    Insomma, la super loggia per il riesame non c’era. Le indagini proseguono e sarà importante capire chi ha commesso dei reati, quali sono stati e sopratutto come sono avvenuti se salta il reato associativo.

    Fonte: livesicilia.it

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