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Processo Hesperia, ascoltato oggi in aula il fonetista Romito. L'operazione nel 2022 portò all'arresto di 35 persone

del 2024-05-21

Immagine articolo: Processo Hesperia, ascoltato oggi in aula il fonetista Romito. L'operazione nel 2022 portò all'arresto di 35 persone

Si è celebrata oggi 21 maggio nell’aula Borsellino del Tribunale di Marsala, davanti al Presidente del Collegio Vito Marcello Saladino, udienza del processo che vede imputati Lorenzo Catarinicchia, Filippo Aiello, Nicolò e Bartolomeo Macaddino, Vito De Vita, Antonino Lombardo, Stefano Putaggio, Riccardo Di Girolamo.

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  • Gli imputati, presunti mafiosi e fiancheggiatori, erano stati rinviati a giudizio dal G.u.p. di Palermo Ermelinda Marfia nell’ambito dell’Operazione Hesperia che aveva portato nel settembre 2022 all’arresto di 35 persone con molti nomi noti della criminalità organizzata di Marsala, Mazara, Campobello di Mazara, Castelvetrano e Palermo, tra cui Marco Buffa coinvolto quest’ultimo, anche nel processo per il reato di voto di scambio elettorale politico-mafioso a Petrosino.

    L’operazione aveva riportato in carcere fedelissimi del boss Matteo Messina Denaro come il 67enne capomafia di Campobello di Mazara Francesco Luppino (scarcerato  tre anni prima dopo aver scontato una lunga condanna per mafia) che, insieme ad altri 27 imputati, aveva scelto di essere processato con rito abbreviato davanti al G.u.p. di Palermo; secondo l’accusa, avrebbe ricostruito la rete di relazioni di Cosa Nostra tra Campobello di Mazara, Mazara, Castelvetrano e Marsala.

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  • Le accuse contestate agli indagati sono associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, gioco d’azzardo, porto abusivo di armi e altro ancora. Le parti civili riguardano i comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara, l’associazione Codici, Michele Buffa (Cantine Europa), Possente Antiracket Trapani, l’associazione Antiracket Alcamese, e la Verità vive di Marsala.

    Pubblico Ministero è Francesca Dessì della Dda di Palermo, a firmare l’avviso di conclusione delle indagini erano stati i P.M. della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo Pierangelo Padova, Francesca Dessì e Alessia Sinatra.

    Durante il corso dell'odierna udienza è stato ascoltato il fonetista dott. Luciano Romito, incaricato (con riferimento a due captazioni telefoniche, una ambientale che fa riferimento al decreto di intercettazioni del 2019), di verificare una frase oggetto di discussione, pronunciata da Piero Di Natale “Oi Vito, Vito… (incomprensibile) minchia rimani contento con 1.300”.

    Dopo aver chiarito la differenza tra approccio ingegneristico (segnale di tipo periodico) e fonetico-linguistico, Romito ha asserito che la frase non è accettabile da un punto di vista oggettivo. La registrazione "ha due momenti differenti -ha detto Romito-, uno in cui si sente una voce, soltanto una parola, Oi Vito, ed è il momento in cui l'interlocutore si trova vicino alla fonte di captazione. Subito dopo, succede che gli interlocutori si allontanano tantissimo dalla fonte" e contemporaneamente "parte la segreteria telefonica, o squilli, un suono periodico che si va a sommare alla voce".
    Quindi, provando a fare qualsiasi tipo di analisi non ingegneristica perchè il fine non era quello di migliorare la qualità quanto quello di migliorare l'intelligibilità, si ha comunque un unico suono, e provando a effettuare qualsiasi tipo di filtraggio, la frase rimane comunque incomprensibile.

    Romito ha confermato in buona parte quanto già asserito nelle scorse udienze dai periti ing. Michele Vitiello e dott. Pietro Indorato, nominati dall'avvocato Giacomo Frazzitta, difensore dell'imputato Vito De Vita. In questa frase, aveva affermato l’ing. Vitiello, si sente solo la parte iniziale “Oi Vito, Vito” perché immediatamente dopo il soggetto scende dall’auto, si sentono rumori di portiera chiusa dell’auto, e squilli prodotti dalla suoneria di un telefono molto vicina al punto dove stava avvenendo l’intercettazione, e quindi la voce veniva compromessa.

    L’ing. Vitiello, avvalendosi delle più moderne attrezzature all’avanguardia, aveva riferito di aver effettuato restauri dell’audio in questione; tuttavia, con le migliorie le voci dei parlanti, risultano sovrapposte dalla suoneria del telefono non riuscendo così a poter stabilire quale sia il contenuto della conversazione, specie nella frase di Piero Di Natale mentre si rivolgeva a Marco Buffa “minchia rimani contento con 1.300” per la quale non era stato possibile effettuare alcun tipo di analisi perché con un livello di udibilità non accettabile. Nell’altra captazione telefonica veniva richiesto all’ing. Vitiello di verificare se rispetto al brogliaccio, la frase di Piero Di Natale rivolta a Riccardo Di Girolamo “un sacco chinu chinu paru paru… niscìu fici a spisa e trasìu dintra a machina”era stata proferita e non indicata nel brogliaccio.

    In questo caso, aveva spiegato l’ingegnere, "la frase è ben udibile sia perché era una captazione telefonica e quindi la voce più limpida rispetto all’ambientale", sia perché il file era stato restaurato dallo stesso Vitiello che aveva eliminato i rumori di sottofondo e tuttavia, la frase, aveva detto l’ing. Vitiello, non è indicata nel brogliaccio. 

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    Effeviauto P1 dal 21 maggio 2024