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Tentó di abusare sessualmente di una giovane, 32enne castelvetranese condannato a 8 anni e 6 mesi

di: Francesca Capizzi - del 2025-03-16

Immagine articolo: Tentó di abusare sessualmente di una giovane, 32enne castelvetranese condannato a 8 anni e 6 mesi

(ph. Il legale della giovane, Avv. Pietro Alongi)

Aveva conosciuto la giovane su Facebook e poi aveva tentato di abusare di lei sessualmente: un trentaduenne di Castelvetrano è stato condannato a otto anni e sei mesi. Giovedì mattina, dinanzi al collegio del tribunale di Trapani, presieduto dal giudice Mariangela Troia, per G.B., oltre alla condanna, è stata disposta l’interdizione dai pubblici uffici e dovrà risarcire la parte civile di cinquemila euro. «Sono soddisfatto del risultato, dopo 5 anni - ha detto il legale difensore della vittima, l’avvocato Pietro Alongi (nella foto in copertina) del foro di Sciacca - abbiamo ottenuto giustizia».

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  • I fatti risalgono all’estate del 2020, quando la giovane donna all’epoca ventiduenne, conosce sui social, G.B., ventottenne castelvetranese. Cominciano a scriversi e poi decidono di scambiarsi i numeri di telefono per poter parlare e comunicare più frequentemente su Whatsapp. La ragazza, inizialmente sembra entusiasta di questa nuova conoscenza. Lui la cerca e la invita più volte ad uscire. Ma vuoi per un motivo, vuoi per un altro, le uscite vengono rimandate fino a quel 22 agosto del 2020. Quella sera la ventiduenne decide di uscire in paese, a Calatafimi, in provincia di Trapani, con gli amici.

    La ragazza, ha raccontato ai carabinieri della stazione di Calatafimi, che verso le due di notte, lui l’ha contatta telefonicamente invitandola ad una festa, a casa di amici a Castelvetrano. Lei accetta e lui va a prenderla. «Lui viene a prendermi intorno alle 2,45 di notte - si legge nella denuncia - e mi preannuncia che voleva avere un rapporto sessuale con me, ma io ho rifiutato e credevo avesse accettato la cosa, tanto che sono salita tranquillamente con lui in macchina, perché mi fidavo».

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  • Comincia cosi una notte da incubo. Per strada, ad un certo punto, sulla strada statale 113, lui imbocca una stradina con la sua autovettura, chiude la macchina, in modo che la giovane non possa scappare e comincia a palpeggiarla con forza, a baciarla, saltandole addosso e provando a sfilarle i pantaloni. Lei urla, tenta in tutti i modi di fuggire, ma lui le chiude con una mano la bocca. Poi si ferma improvvisamente, riaccende la macchina e riprende la marcia, dicendo che la porterà alla festa da amici. A quel punto lei riesce a tirare il freno a mano con la forza e a fuggire via. Comincia a correre mentre lui la segue, nel tragitto incontra 4 ragazzi ma quando chiede aiuto, fuggono via. Poi vede una luce, due donne in macchina capiscono che è in pericolo. Non ci pensano un attimo e la portano via da li. La lasciano in un bar e aspettano che arrivi il padre a prenderla. L’incubo finisce.

    Il giorno dopo denuncia tutto ai carabinieri. «La condanna - ha detto il legale difensore Pietro Alongi - era la conseguenza della fase istruttoria in cui aveva testimoniato la parte offesa, la madre e la signora che l’aveva soccorsa. Sono soddisfatto per la condanna, lo spazio per un eventuale appello non sussiste».

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