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(VIDEO) Operazione antimafia nel trapanese, coinvolte 10 persone. Tra gli arrestati l'ex senatore PD Nino Papania

di: Comunicato Stampa - del 2024-09-16

Immagine articolo: (VIDEO) Operazione antimafia nel trapanese, coinvolte 10 persone. Tra gli arrestati l'ex senatore PD Nino Papania

(ph. profilo Facebook - Nino Papania)

Nelle scorse ore, la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha delegato la Polizia di Stato a dare esecuzione a un provvedimento cautelare restrittivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari di quel capoluogo, nei confronti di 10 soggetti, tutti residenti in provincia di Trapani, gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, estorsione e spaccio di stupefacenti aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, nonché traffico di influenze, violazione di segreto d’ufficio e porto e detenzione illegale di armi.

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  • Tra le persone coinvolte nell'operazione figura anche l'ex senatore PD Nino Papania, recentemente fondatore del movimento politico "Via". Per Papania l'accusa è quella di aver, attraverso l'ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, anche lui tra i fermati, effettuato uno scambio politico-mafioso con il clan di Alcamo, capeggiato dall'esponente Francesco Coppola. 

    Le persone indagate sono invece: Giorgio Benenati, 56 anni; Francesco Coppola, 64 anni; Savio Gregorio Ascari, 55 anni; Salvatore Li Bassi, 66 anni; Antonino Minio, 53 anni; Giosuè Di Gregorio, 54 anni; Giuseppe Sciacchitano, 49 anni e Giuseppe Pipitone, 61 anni.

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  • Il provvedimento cautelare compendia gli esiti dell’inchiesta avviata nel maggio del 2021 dalla Squadra mobile di Trapani e condotta unitamente a personale della Squadra mobile di Palermo, della locale SISCO e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.

    L’indagine avrebbe consentito di documentare gli assetti e il rinnovato dinamismo criminale delle “famiglie” mafiose di Alcamo e Calatafimi, in seguito all’arresto dei numerosi esponenti storicamente al vertice delle stesse.

    In particolare, nel tentativo di colmare il vuoto progressivamente creatosi, la famiglia mafiosa alcamese avrebbero individuato il nuovo vertice in un pregiudicato locale, che avrebbe esercitato la reggenza valendosi di numerosi sodali. L’indagine avrebbe consentito di attribuire analogo ruolo di reggente ad altro pregiudicato di Calatafimi, ritenuto a capo di quella famiglia mafiosa.

     

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