“Nove anni fa la tragedia di Giampilieri. Scavavo sotto il fango con la disperazione dei presenti”. Il ricordo di Francesco Ancona, Vigile del Fuoco castelvetranese
del 2018-10-06
Nel 2009 partecipò alle operazioni di salvataggio a Giampilieri dopo l’alluvione disastrosa. A distanza di anni dal fatto pubblichiamo il ricordo di Francesco Ancona, Vigili del Fuoco in servizio a Castelvetrano che così ricorda quel periodo: “Quel primo di Ottobre del 2009 la morte ha deciso di scendere sotto forma di acqua e fango in quel Paesino Felice che guardava il mare.
Mi ritrovo a scavare sotto cinque metri di fango e detriti di ogni genere e forma, i due corpi erano vicini, a circa due metri. Del primo si vedeva solamente il capo e del secondo solo parte della nuca. Erano le ore 21,00 del 2 di Ottobre e dopo due ore e mezza, con grande fatica, io ed i miei colleghi riusciamo a liberare quel corpo martoriato, è un ragazzo, lo disponiamo in un sacco nero e poi su una barella.
Esco dal fossato di fango e chiedo un caffè che non c'è, bevo tre bottigliette di acqua, sono provato, stanco, sudicio, sudato, mi accendo una sigaretta e con gli occhi lucidi il mio sguardo va verso una signora, capo chino, mani giunte, di una compostezza unica, era l'unica persona che non si muoveva, era immobile, la guardavo ma non riuscivo a vederla in volto, incuriosito chiedo chi fosse, la risposta è stata "la Mamma del Ragazzo".
Un piccolo corteo incomincia a scendere per quella via piena di fango e la signora sempre con mani giunte e capo chino segue suo figlio. Non finisco nemmeno di fumare la mia sigaretta che il mio Ispettore grida 'la Squadra di Trapani qui' incredulo chiedo al mio Collega, di nuovo noi?
Ed ancora 'la Squadra di Trapani tutta qui, finiamo noi il lavoro'. Riscendiamo in quel fosso maledetto e ricominciamo a scavare, anche con le mani. Dopo due ore liberiamo il corpo, anche lui è un ragazzo. Si ripete il rituale, sacco nero e barella, io che mi spoglio dell'elmo, giubbotto, guanti, mascherina, sono sudato, sporco di fango, sudicio, affaticato e stanco, non solo fisicamente ma anche mentalmente.
Mi accendo la mia solita sigaretta e rivedo la signora, sempre composta, immobile, con il capo chino e le mani giunte, anche questa volta non riesco a vederla in volto, chiedo ancora chi fosse, risposta, la mamma del ragazzo. Anche di questo? Due Figli? Sì.
Ragazzi di 21 e 23 anni, Figli suoi. Mi viene da piangere, le lacrime escono da sole, sono coperti dal mio sudore, alzo gli occhi al cielo e chiedo, 'Perché?'. Ancora adesso mi chiedo chi può lenire il mio dolore? Io non ho più rivisto quella signora, avrei voluto abbracciarla, avrei voluto manifestare il mio dolore per la morte dei suoi figli.
Qualche notte, (sapete quelle notti insonni?) la rivedo, capo chino e mani giunte, il volto, mi manca il suo volto, perché? Forse è meglio così, preferisco ricordarla come 'LA MAMMA di GIAMPILIERI'.